Ha debuttato alcuni mesi fa ma è già diventato uno dei cavalli di battaglia del Balletto di Milano lo spettacolo “Le mille e una notte di Shéhérazade”, una nuova coreografia ideata sulle musiche di Nikolay Rimsky Korsakov e Aram Khachaturian dai due giovani danzatori Federico Mella e Alessandro Torrielli.
Perché una nuova Shéhérazade? Cos’ha di particolare? I due interpreti e coreografi me lo spiegano poco prima dello spettacolo, sulle scale interne tra palcoscenico e camerini: volendo lavorare sulla figura di Shéhérazade hanno effettuato ricerche, ma su questo personaggio storico o leggendario non esiste praticamente nulla; hanno dunque improntato la loro rilettura sulla tragedia di un’intera comunità, e di questa comunità è figlia Shéhérazade.
Spicca la sua figura ma allo stesso tempo è un balletto corale, dove vediamo dapprima nel Prologo, con un ardito gioco di ombre cinesi, il vortice di lussuria nell’harem quando Zobeide (la favorita dello shah) ne apre le porte agli schiavi, e poi la vendetta del signore tradito. Nel primo atto l’atmosfera gioiosa del mercato dove le fanciulle scelgono stoffe e veli si trasforma in angoscia e strazio perché le ragazze vengono una dopo l’altra rapite dallo shah per goderle una sola notte e quindi giustiziarle al sorgere del sole, una crudele vendetta per il tradimento di Zobeide (che gli è sfuggita suicidandosi); Shéhérazade decide coraggiosamente di rischiare la propria vita per metter fine a questo macabro rituale, e accompagnata dalla sorella Dinazard si reca al palazzo. Nel secondo atto Shéhérazade danza con le anime delle fanciulle morte, poi si presenta al sultano come “volontaria” ottenendo di poter narrare un’ultima storia alla sorella minore… e così, notte dopo notte, racconto dopo racconto, tiene in sospeso il suo uditore con le avventure di Alì Babà, di Aladino, del povero che si risveglia negli abiti di un ricco…
“ Shéhérazade avrà salva la vita ad ogni alba poiché, con la sua abilità, condurrà il Sultano, inizialmente restio, ad alimentare curiosità e attese, accarezzando il suo cuore indurito e risvegliando il desiderio di un tempo nuovo. Un amore che è contagio e cura, così come le narrazioni più travolgenti, fiorisce portando alle labbra un evocativo ancora” (dal libretto a cura di Daniela Arrigo).
Le scene sono di Marco Pesta, i costumi di Evelegance Mode. Questo balletto sarà in scena il 15 dicembre a Cattolica e il 23 dicembre a Chioggia, ma la tournée invernale è ricca di altri titoli: il Bolero di Ravel e lo spettacolo “La vie en rose” sui brani di grandi chansonnier francesi (visto a Villa d’Este di Cernobbio un paio di estati fa) sarà il 2 dicembre a Lecco e il 20 a Trento; “Cenerentola”, altra suggestiva e fresca rivisitazione, sarà il 7 dicembre a Savona; un altro cavallo di battaglia e cioè “Il lago dei Cigni” sarà il 27 dicembre ad Ancona. Nel 2019 avremo anche “Anna Karenina” e “Romeo e Giulietta”.
Ma ovviamente sotto le feste natalizie il titolo più replicato è “Schiaccianoci”, di cui vidi alcune scene durante un galà “antologico”: lasciati da parte polverosi tutù visti e stravisti, ecco il Valzer dei Fiori e il Valzer dei Fiocchi di Neve diventare spumeggianti in una versione a coppie, con sollevamenti spettacolari! Ben nove le repliche: 1 dicembre a Chiasso (CH), il 5 a Genova, il 9 a Mede Lomellina, il 19 a Sanremo, il 22 a Vignola, il 26 a Lugano (CH), infine il 29, 30 e 31 a Bologna.
Per date successive consultare il sito www.ballettodimilano.com.