Alfio, Fiocco e il passo cadenzato degli asini

Intervistiamo oggi Alfio Scandurra, il quale, come ci racconta lui stesso, ha stretto amicizia con Fiocco, un dolce e intelligente asino che gli ha fatto scoprire tante cose sulla natura e sul giusto modo di godersela e di rispettare gli animali, avendo un vero rapporto di amicizia con loro.

Ciao Alfio, prima di tutto grazie di cuore di aver accettato di rispondere alle domande del nostro piccolo blog.

Grazie a voi.

Ecco le domande di Simona Ingrassia

Ho letto che il povero Fiocco era maltrattato. C’è stato un momento in cui hai seriamente temuto per la sua salute?

Fiocco veniva da una situazione di incuria: aveva la rogna, era pieno di vermi ed era apatico. Ma, per sua fortuna, era anche giovane. Ho preso Fiocco per puro caso. Mi sono accorto in seguito che aveva una parte della groppa senza pelo. Il veterinario insisteva per ridarlo indietro. “Ti hanno fregato”. Io però non ho voluto sentirci e l’ho tenuto. Volevo tenerlo con me. Pian piano è tornato attivo. Man mano che lo curavo, lui stava meglio e ci siamo scoperti a vicenda. Comunicando con lui ho scoperto un animale positivo, interessato, curioso. Sembrava un animale in campo di concentramento, con un processo di deperimento sempre maggiore e, se nessuno si fosse preso cura di lui, avrebbe rischiato di morire. E’ incredibile invece come si sia attaccato a me. Quando c’è amore, quando ci si vuole bene, questo ha la sua importanza.


Il momento più intenso che hai vissuto con lui e perché?

Momenti belli ce ne sono stati tanti. Quello che ricordo di più è proprio quello quando, dopo un po’ di mesi che avevo iniziato a prendermi cura di Fiocco, si è messo a galoppare per la prima volta davanti a me dopo averlo visto apatico per così tanto tempo.  E’ stato bellissimo. E’ stato un momento che mi ha molto emozionato. Mi sono reso conto che lo avevo salvato e lui stava salvando me. Fiocco mi ha cambiato molto. E’ stato uno scambio e io mi sento debitore nei suoi confronti.

Il momento più tenero tra Fiocco e i bambini.

Ve ne sono stati diversi ma ne ricordo due in particolare, legati all’onoterapia, una terapia che si concentra verso tutte le persone che possono presentare problemi di vario genere. Ho notato l’interazione positiva e un rapporto speciale che possono avere gli asini verso i bambini autistici. Sono gli stessi bambini che si avvicinano a loro, gli asini non invadono il loro spazio. A differenza dei cani, che pur essendo molto docili e molto buoni, possono essere più irruenti nel gioco mentre i bambini autistici hanno bisogno dei loro tempi, che possono essere molto lunghi.
L’altro momento che ricordo è quando avevo fatto attività con bimbi non vedenti. All’inizio ero preoccupato perché Fiocco era entusiasta. Fiocco si distingue dagli altri, è un asino diverso, non sta fermo. Quando ho incontrato questi bambini, lui ha capito subito che c’era in ballo una situazione insolita. E’ stato due ore fermo, si è fatto toccare, accarezzare, dopo, in una sorta di abbraccio, i bimbi stesi sulla schiena, con la guancia e gli toccavano il collo e la groppa. 

I bambini avevano sorrisi a tremila denti. Per me è stato bellissimo. Fiocco che è uno che vuole partire a mille (pensava di dover fare un giro in montagna) e ha subito capito, invece, che era una situazione particolare.

Tante persone mi hanno mandato dei messaggi di ringraziamento dopo averlo incontrato. Mi hanno scritto che con gli asini si sentono guardati dentro, senza essere giudicati, lui si avvicina con calma sulle spalle di questa persona, che finiva per sciogliersi. Trasmettono una serenità incredibile, sarà perché sono calmi, non scattano per niente e questo è bellissimo. E la cosa bella che capiscono, che leggono, puoi fingere quanto vuoi ma loro ti studiano. L’ho visto con persone che avevano qualche problema. Lo sentono dall’elettricità che emani.

Domande di Silvia Azzaroli

Ho letto che hai salvato diversi altri asinelli.
Da dove nasce questa passione per questo animale così poco considerato? Io lo adoro, li vedo spesso in montagna e sono dolcissimi e molto intelligenti.

E’ stato grazie a Fiocco che mi sono innamorato degli asini. Ho sempre odiato i prepotenti contro i deboli e per me l’asino rappresenta la parte debole. E’ poco considerato, ingiustamente, troppo spesso bistrattato perché è mite. 

Ogni tanto vado nelle scuole, parlo di loro. E’ la mia piccola grande missione perché li conosco. Mi sono prodigato a trovar loro una casa, una sistemazione, anche insegnando alle persone, che vorrebbero avere un asino, come ci si prende cura di loro. Un asino non è una cosa, un oggetto. Noi dovremmo uscire dal preconcetto umano nel giudicare gli animali. Gli animali sono completamente diversi e hanno qualità percettive e sensoriali, che noi abbiamo dimenticato da quando siamo Homo Sapiens. Il metro umano non è sempre quello giusto per catalogare gli animali che sono un mondo a parte. Tante volte l’uomo si è sempre rapportato con loro per il fine utilitaristico. Gli asini sono considerati stupidi, vedere a scuola che si usa quel termine per attaccare i bimbi con voti bassi. Gli uomini vorrebbero tutti come schiavi. 

Il fatto che ci sono animali come i somarelli, che sono molto ponderatori, molto prudenti, che non sono completamente assoggettati all’uomo e se loro per qualche motivo si bloccano allora vengono considerati degli sciocchi. Il cavallo viene osannato perché fa tutto. Se ci mettiamo dalla parte dell’animale, capiamo che ha ragione l’asino che è un animale ponderatore. Quando vado nelle scuole parlo faccio una lotta contro il pregiudizio. E allora i bimbi capiscono che siamo noi a giudicarlo male. Bisogna conoscerlo. E’ da Collodi in poi che lo hanno massacrato ma nei tempi antichi i latini dicevano: “L’asino non inciampa mai due volte nello stesso sasso”  valorizzando loro lato memorico, attento e ponderatore.

In tanti parti del mondo è sfruttato, perché è un animale estremamente mite e lui si rassegna. Come se noi, invece di essere nati qui, eravamo nati in una favelas e lavoravano in una miniera a cielo aperto, avremmo pensato che non ci fosse altro. Se lo metti nella condizioni di esprimere il suo lato vero, vieni sorpreso dalla sua personalità.

Com’è vivere seguendo ciò che “vuole” Fiocco? Con il suo passo…

Ho imparato a seguirlo. Per esempio nelle prime passeggiate con Fiocco, ero sempre preso dal fatto di camminare e poi ad un certo punto mi sono lasciato andare, mi sono detto: cos’è tutta questa fretta? Ho imparato a rallentare il mio passo e a godermi il momento. E’ stato Fiocco con il suo ritmo a insegnarmelo. Lui bruca e ha bisogno di farlo. Tante volte quando giriamo non abbiamo una meta prestabilita, è più un modo per ammirare la natura, non è una gara con se stesso ma lo stare. E’ un modo diverso, che permette di riconnettersi con la natura e se stessi. Il fatto di non dover seguire una meta, camminando con l’asino, non c’è più la fretta ma solo la bellezza dello stare.

A Gennaio uscirà il mio libro e parlerà di questo, del mio rapporto con Fiocco, la riscoperta della natura e altre cose.
Il libro si chiamerà “Di Asini e di boschi” e il sottotitolo “il mio ritorno al selvatico”

Qualche domande sul docu-film “Sulle strade del Rinascimento con Il Pordenone”
Conosci bene Giovanni Antonio de Sacchis, il Pordenone? Raccontaci di questa tua esperienza. Quando uscirà il docu-film?

Avevo lavorato con lo stesso regista e sceneggiatore, Piergiorgio Grizzo (trovate qui la sua pagina We Keep in touch) un altro documentario sulle invasioni turche, dove avevo interpretato un maestro d’armi, Fiore dei Liberi.
Mi ha voluto nel ruolo del Pordenone perché mi ha detto che ho la faccia medievale. De Sacchis è un pittore meno conosciuto di altri, eppure era il massimo pittore friulano, contemporaneo di Tiziano. Mi piace fare qualcosa di diverso. io non sono un attore, non ci sono dialoghi ma è strutturato con immagini e voce narrante. Sarà pronto per marzo, quando finiscono le manifestazioni su Giovanni Antonio De Sacchis, detto il Pordenone, mostre dove ci sono arrivati tutti i disegni dal Louvre, British Museum, ecc. Ha fatto tante belle cose. Qui la mostra sul Pordenone


Domande di Tatiana Coquio:

Fiocco come compagno di viaggio, vagabondare alla scoperta di luoghi. Dato che non è stato addestrato raccontaci del tuo primo viaggio e come ti sei approcciato a questa esperienza.

Viaggi con Fiocco da ormai anni, come costruisci i tuoi “diari di viaggio” oltre al supporto visivo di Instagram e Facebook?

I miei viaggi sono lenti e lunghi. Prendendomi i miei tempi per scrivere e disegnare, con il blocchetto da campo, perché non ho fretta. Non avendola, non avendo tappe, sono autonomo e ho un grande senso di libertà. Anche se cammino. Non ho una meta specifica e non mi preoccupo di quando arriverò a destinazione. E, alla sera, cerco solo un buon posto dove Fiocco e io possiamo mangiare. Preparo il campo, cerco la legna, accendo il fuoco. Così trovo il momento per scrivere degli appunti, per fare degli schizzi, è un modo per ricordarmi di quei giorni, delle cose che mi sono capitate.

Cosa consigli a chi vorrebbe intraprendere il tuo stesso percorso?

Non so se mi sento di dare consigli. Come vivo la natura lo faccio in maniera istintiva. Fiocco mi ha aiutato a comprendere che non è obbligatorio arrivare al punto a al punto b in un determinato tempo. Sto delle ore seduto a guardarlo. E’ un cammino diverso. E’ un cammino emozionale. E’ un ritorno alla natura. E quando si va in mezzo alla natura non ci si può portar dietro i problemi della vita quotidiana. Non ha senso andare in montagna e con la mente essere ancora fissi su questioni del giorno dopo. Quello che vivo io, ti insegna a staccare con il cervello  anche se non è semplice. Ho avuto la fortuna di incontrare Fiocco che mi ha insegnato a farlo. Lui bruca, cammina, punta su qualcosa che lo incuriosisce e poi torna a brucare. Imparare a lasciarsi andare. Mi facevo mille problemi e dopo ho imparato a lasciar perdere. Uno vive male se si fa paranoie per cose che poi magari non succederanno. Il fatto del cammino lento, di fermarsi, di vivere a contatto con la natura sa molto di meditazione. Il fatto di farmi il fuoco e farmi da mangiare, anche per pochi giorni se sono via, è un modo di dare importanza agli elementi. Poi sono un sognatore e conosco le stelle e la steppa del Friuli. E mi immagino di poter essere in qualsiasi posto parte del mondo, tipo Patagonia. Fiocco ha un ritmo calmo, non corre a sproposito. Il suo passo cadenzato diventa una specie di nenia, di mantra, se segui il suo passo, ti ritrovi inevitabilmente portato alla serenità. E’ una specie di meditazione, come dicevo.
Quello che la nostra amicizia ci ha insegnato è di non sprecare energie, di dialogare più con noi stessi. In fondo le sue reali preoccupazioni sono solo quella di cercare l’erba più buona e il germoglio più fresco.

Grazie ancora.

Lo staff di Over There

Fiocco Slow Travel

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Silvia Azzaroli

Sono una Scrittrice perché quando scrivo mi sento viva e posso visitare nuovi mondi e nuove terre;

Il mio motto è:
"Siamo universi dentro altri universi." (Ho Sognato Babilonia)

Adoro camminare e andare in bici;

Ecologista, Attivista culturale e contro le Malattie Rare, Femminista;

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Amo la Fantascienza, che per me è il genere per eccellenza ma apprezzo anche i Noir, i Romanzi storici, i Saggi e il Fantasy;

I Mici, la Musica, l'Arte (Monet, Artemisia Gentileschi, Raffaello, Caravaggio, Renoir, Hopper, Tiziano), il Tennis (King Roger Federer), la Pallavolo(indimenticabile la nazionale maschile di Velasco, Bernardi, Zorzi, ecc, ora adoro Paola Egonu, Alessia Orro e co), il Pattinaggio, Curling e molto altro;

Amo il Cinema la cosiddetta settima arte.

L'elenco dei film preferiti sarebbe infinito posso solo dire che amo tanto il cinema indipendente che i kolossal, basta che mi lascino qualcosa di positivo dentro l'anima e il cervello;

Le Serie tv. Anche qui l'elenco sarebbe infinito.
Metto solo le prime che mi vengono in mente:
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The Expanse, 12 Monkeys, Broadchurch, Peaky Blinders,
E.R., Friends, Quantum Leap, Battlestar Galactica,
Fleabag, New Amsterdam, Call the Midwife, Wanda Vision,
Star Trek, Hanna, The Falcon and The Winter Soldier
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La Letteratura (senza libri non vivo!):

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J.R.R. Tolkien, Mariana Enriquez, Robert Silverberg, Daniel Pennac,
Leigh Brackett, Haruki Murakami, Leigh Brackett, Etty Hillesum,
Virginia Woolf, Oliver Sacks, Priyamvada Natarajan.

Sono affascinata dalla Scienza anche perché volevo diventare medico .
Adoro figure storiche femminili che si sono contraddistinte in questo campo,
in particolare Sabina Spierlein (madre della psichiatria moderna),
Margherita Hack grande astrofisica italiana),
Samantha Cristoforetti (Geniale astronauta italiana).

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