Buona sera a tutti.
Come sapete la notte degli Oscar ha lasciato una lunga scia di sconfitti eccellenti.
Senza nulla togliere a Birdman, recensito splendidamente dal nostro Emidio, per me avrebbe dovuto vincere “The Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson.
Vi lascio qui sotto la recensione che scrissi all’epoca.
Chiedo scusa se è molto emotiva e poco tecnica.
Regia: Wes Anderson
Cast: Ralph Fiennes, Tony Revolori, Jude Law, Adrien Brody, Jeff Goldblum, F. Murray Abraham, Saoirse Ronan, Tilda Swinton, Edward Norton, Harvey Keitel, Willem Dafoe, Tom Wilkinson, Bill Murray, Owen Wilson, Jason Schwartzman
Genere: Thriller/Commedia
99 min
2014
L’unico regista statunitense a cui mi sento di accostarlo è Woody Allen, anche lui più amato in Europa che negli States, eppure questo suo film ha qualcosa di Oscar Wilde e del suo “Il fantasma di Canterville” ed è ispirato alle opere di Stefan Zweig.
Zero impara in fretta l’arte del suo maestro, quella di vegliare sul funzionamento del grand hotel, ma anche quella di sapersi arrangiare in mille occasioni e lo spettatore si trova a tifare per questa adorabile coppia di pazzi, con un loro codice etico e una loro cultura.
Si rischia di perdersi dietro all’adorabile tombeur de femme Gustav anche perché i suoi guai si moltiplicano a dismisura: ingiustamente accusato di omicidio, riuscirà ad evadere dal carcere con la collaborazione di alcuni “colleghi” detenuti e dovrà vedersela con uno spietato killer, che peraltro ha lanciato un gatto dalla finestra.
Tra le scene comiche più divertenti è da rimarcare l’inseguimento in slitta di Zero e Gustav dietro al killer in sci. L’epilogo poi è da antologia.
Tantissimi i personaggi incontrati, quasi impossibile citarli tutti, ma quelli che ci hanno colpito di più son: Agatha, la tenera e intraprendente fidanzatina di Zero, a cui presta il volto la sempre più brava Saoirse Ronan, che dimostra ancora una volta di sapere scegliere i suoi ruoli con grande acume; l’inquietante Jobling, una delle nemesi dei nostri eroi, interpretato divinamente da un autoironico Willem Dafoe; Dimitri, l’altra nemesi, più d’elite, a cui ha prestato il volto Adrien Brody, il quale pareva divertirsi un mondo nella parte e infine M.Ivan, un collega amico di Gustav, che lo cava dai pasticci in una maniera molto spassosa, interpretato dal sempre eccelso Bill Murray.
Per me Anderson ha diretto