Questo regista è sicuramente un sociologo nato, già con “ smetto quando voglio “ aveva dimostrato di essere in grado di guardare al mondo con occhi diversi, con una sensibilità originale e innovativa.
L’isola delle rose racconta una storia vera del 1968, una vicenda incredibile e paradossale.
Non voglio svelare la storia divertente e talmente assurda da stentare a credere che sia vera, ma vi voglio raccontare cosa mi ha trasmesso il personaggio di Giorgio Rosa, interpretato da un superbo, come sempre, Elio Germano: gioia, una scanzonata incontenibile gioia, quella gioia infinita che mi procurano le anime vere, gli uomini di principi.
Adoro quando il protagonista è disposto a mettere in gioco tutto, a credere in qualcosa che a tutti sembra folle, a tentare l’impossibile, non per convenienza, ma per inseguire il fuoco sacro di un ideale, per quanto insensato e forse sbagliato.
Sono questo tipo di individui che fanno la storia, anche se sembrano non avere raziocinio, anche se sognano troppo in grande.
Sono quelli ti viene voglia di seguire in una missione che sembra senza speranza, quelli di cui le donne si innamorano perdutamente.
Una donna che viene amata da un Don Chisciotte, per quanto cerchi di togliersi il vestito scomodo di Dulcinea, resterà sempre legata al suo folle amore e lo seguirà nella sua vita al limite.
In fin dei conti l’importante è cambiare il mondo … o almeno provarci. ❤️
Potete trovare il film L’isola delle rose qui su Netflix