La Bastarda degli Sforza
di Carla Maria Russo
Come far amare la Storia
La Bastarda degli Sforza è un romanzo crudo eppure lieve che accompagna il lettore nella vita di Caterina Sforza, definita dagli storici “La tigre di Forlì” per aver saputo resistere nientemeno che agli inviati di Lorenzo il Magnifico, di cui divenne poi in seguito alleata.
Avviso che da qui in avanti saranno presenti diversi SPOILER…
Il libro parte dall’infanzia felice alla corte di Galeazzo Sforza, un uomo crudele e cinico, che non amava nessuno, tranne lei, la figlia ribelle e “bastarda”, Caterina, in quanto nata da una relazione anzi dalla violenza verso Lucrezia, una splendida popolana milanese, di cui rimase sempre invaghito, anche se ella era sposata e innamorata del legittimo sposo, da cui ebbe un’altra figlia.
Caterina fu cresciuta prima da Bianca Maria Visconti, sua nonna paterna, poi, dopo la strana e improvvisa dipartita della donna, dall’adorata matrigna Bona di Savoia e da Lucrezia.
Educata alla Storia, alla Filosofia e alle armi, contrariamente alle donne dell’epoca, Caterina spiccò fin da ragazza per intelligenza e audacia, rifiutando di seguire le arti femminili.
Fino a che non succederà un fatto terribile che la allontanerà per sempre dal padre, complice dell’orrido crimine nei suoi confronti (seppur dolorosamente costretto) e che la segnerà per sempre nei rapporti interpersonali, in primis con il marito, Girolamo Riario, un uomo bellissimo ma rude, violento, senza cuore, ignorante, avido, ambizioso e gretto.
Le vicissitudini storiche della giovane, bellissima e geniale Caterina sono raccontate con dovizia di particolari dall’abile mano di Carla Maria Russo, che non eccede mai nelle scene crude, permettendo al lettore di empatizzare con i drammi e le gioie di questa donna così lontana eppure così vicina a noi.
Da amante della Storia mi chiedo perché i professori non siano in grado di raccontarla in questo modo, permettendo alle studentesse e agli studenti di appassionarsi ad una materia che in fondo ci riguarda tutti/e.
Conoscere bene il passato ci aiuta a capire il presente e a rendere migliore il futuro.
Tra le parti che mi hanno colpito di più ve ne sono diverse tuttavia da donna ci terrei a sottolineare prima di tutto un evento tragico.
Avviso, prima di continuare, che parlerò di una scena particolarmente cruda.
L’evento tragico è lo stupro della stessa Caterina, l’evento che la segna per sempre.
Ho apprezzato non poco come l’autrice abbia raccontato una tale mostruosità dal punto di vista della vittima, spiegando come si possa sentire chi subisce un tale abominio.
Sono veramente stanca di scene crude in cui si vede solo e soltanto il punto di vista del carnefice.
Il pubblico deve sapere cosa si prova in certi momenti e l’unico modo per farlo è raccontare tutto dal punto di vista non filtrato della vittima, uomo o donna o bambino/a che sia.
Mentre leggevo avrei voluto abbracciare forte la piccola Caterina, stringerla a me, sperando di cacciare quel mostro di Girolamo dal suo letto e dalla sua vita.
Un’atrocità simile non può essere perdonata. E’ troppo pesante. E se penso che ancora adesso tante bambine siano vendute agli uomini per diventare le loro “spose” e quindi finiscano per subire veri e propri stupri, mi sento male.
Questa piaga indicibile delle spose bambine è ancora molto attuale e deve essere sradicata. A chi difende queste barbarie fare leggere in loop la scena dello stupro della povera Caterina.
Chissà che forse non capiscano.
Andando avanti nella storia non si può non restare ammirati dall’assedio di Castel Sant’Angelo e da come Caterina sia riuscita a tenere in scacco i vari membri del concilio, scornati al cubo per essere stati messi in in un angolo da una donna, da loro considerata inferiore.
Bello come i soldati si fidino di lei, ricordando con quanto coraggio fin da piccola combattesse con i militari della guarnigione al castello del padre.
E splendido il saluto militare finale che le fanno quando lei è costretta a lasciare, dopo la resa del marito, che l’ha pugnalata alle spalle perché incapace di combattere, troppo vigliacco per farlo.
Solo la stupidità di Riario ha impedito a Caterina di diventare padrona di Roma.
Si rifarà più avanti, diventando signora di Forlì, dopo la morte di quel demente di suo marito ma questo verrà raccontato completamente nel seguito.
Cosa ci resto di questo libro?
Moltissime cose.
La passione autentica per la Storia, la voglia di riscattare la figura di una donna, Caterina, descritta malamente in troppe leggende e maldicenze popolari e una scrittura veramente audace e non noiosa, che coinvolge lettrici e lettori dalla prima all’ultima riga.
Per chi non lo sapesse, ancora adesso, a Castrocaro, Caterina viene dipinta come una feroce mangiauomini, che, dopo essersi sollazzata con il bel giovane di turno, lo buttava dal castello, tipo vedova vera.
Ovviamente ancora adesso la gente di lì ci crede, come crede alle bugie su Lucrezia Borgia, dipinta come una feroce avvelenatrice.
Dateci più autrici così e tutti ameranno la Storia.
Trovate in vendita il romanzo di Carla Maria Sforza nei link qui sotto:
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La Bastarda degli Sforza – Ibs
La Bastarda degli Sforza – Kobo
Qui sotto invece il seguito
La Bastarda degli Sforza – I giorni dell’Amore e della Guerra
E qui le pagine ufficiali dell’autrice
Carla Maria Russo – Pagina Facebook
Carla Maria Russo Sito Ufficiale
Proprio su Instagram l’autrice ha fatto un bellissimo post sui miei pensieri riguardo al suo splendido libro
Silvietta su La Bastarda degli Sforza – Carla Maria Russo
Qui un’interessante biografia su Caterina Sforza
Disclaimer: i vari dipinti di Caterina Sforza presenti nell’articolo appartengono ai rispettivi proprietari.