Su Internet sono conosciuto come Jacob89, nella vita vera come Matteo. In entrambi le vesti ho creato e conduco il mio blog Swan Station in cui parlo di un po’ tutto dalla TV al cinema passando per musica, fumetti e attualità.
Lostalgico, nerd nel cuore, cinematograficamente legato agli anni ottanta. Cresciuto a pane, Star Wars e Ritorno al Futuro.
E ora qui a collaborare con il progetto Star Wars Reloaded per quel che riguarda Episodio V, The Empire Strikes Back o se preferite la nomenclatura da codice fiscale TESB.
Questa collaborazione è stata pubblicizzata sul mio blog legandosi a duplice mandata alla mia lunga e approfondita recensione di tutta l’esalogia.
Ma ora basta con gli incipit, coi link e via dicendo perché si parte.
La Trama in Breve
Tre anni dopo la distruzione della Morte Nera l’Alleanza Ribelle e l’Impero Galattico sono in guerra aperta: i ribelli si sono rifugiati sul ghiacciato ed isolato Hoth mentre l’Impero setaccia palmo a palmo l’intera galassia con un’imponente armata per trovare i ribelli.
Darth Vader, l’oscuro signore dei Sith, ha un obiettivo secondario e cioè stanare Luke Skywalker, colui che ha fisicamente premuto il grilletto che ha fatto saltare in aria la Morte Nera.
Su Hoth il giovane Luke sta maturando le sue qualità Jedi a dimostrazione di una capacità della Forza notevole, simile al padre e come il padre Luke sviluppa capacità Jedi anche senza un effettivo addestramento.
Ma bisogna indirizzare queste conoscenze e così lo spirito di Obi-Wan Kenobi emerge dall’aldilà per indirizzare Luke verso Dagobah dove da ormai ventidue anni si è rifugiato Yoda.
L’Impero intanto stana i ribelli e compie una marcia inarrestabile sulla Base Echo che viene bombardata pesantemente e poi invasa. Per i ribelli è una Caporetto, per l’Impero una mezza passeggiata anche se l’ammiraglio a capo di tutta la flotta viene strangolato ed ucciso da Darth Vader che lo punisce per la mossa avventata che fa saltare l’effetto sorpresa.
Non avendo potuto mettere le mani su Luke l’oscuro Sith comprende di doverlo stanare e riconosce il mercantile corelliano che tre anni prima aveva coperto l’avanzata di Luke verso la Morte Nera. Vader intuisce che ci sia un legame e sguinzaglia la flotta alla caccia del Millenium Falcon.
A bordo Han da sfoggio delle sue abilità di pilota mentre flirta in una maniera burrascosa con una guerrigliera Leia che rischia seriamente l’arresto pur di far fuggire tutti i ribelli da Hoth.
Chewbacca e C3PO aiutano nel riparare il Falcon che fra l’età e i danni subiti in quel triennio stenta a muoversi bene, soprattutto fa fatica ad effettuare il salto nell’iperspazio.
Luke intanto lascia Hoth e anziché dirigersi alle estremità della galassia per radunarsi con l’Alleanza Ribelle punta verso un altro angolo della galassia ritrovandosi sul paludoso Dagobah dove ritrova un vecchissimo Yoda che ha ormai 899 anni.
Yoda, da sempre impostato e calmo, appare come un fastidioso e irritante abitante curioso. Nel suo comportamento è possibile vedere la ferita lasciata da un antico Jedi che non seppe resistere alle emozioni e cedette al Lato Oscuro. Una ferita che emerge totalmente nel suo ostruzionismo ad addestrare Luke chiedendosi se possa davvero arrivare in fondo.
Dopo aver parlato con l’Imperatore e ucciso un altro ufficiale che lo ha deluso Vader raduna un gruppo di cacciatore di taglie per stanare il Falcon. Fra loro Boba Fett che lavora al soldo di Jabba che vuole la testa di Han su un piatto d’argento per il mancato pagamento del debito.
È proprio Fett, con cui probabilmente Solo si è ritrovato a collaborare, ad intuire le mosse del pilota corelliano che decide di trovare un porto sicuro in cui riparare il Falcon e fa rotta su Bespin dove si trova un suo vecchio amico: Lando Carlissian.
Contrabbandiere e pirata Lando negli anni ha abbandonato le attività illegali per diventare proprietario di una gigantesca stazione orbitante che estrae gas tibanna che poi viene smerciato in un piccolo commercio al di fuori delle normative imposte dall’Impero.
Consapevole di ciò Vader riesce a rivoltare Lando contro Han e farlo cadere in una trappola.
Trappola che 3PO e la sua malsana curiosità avevano già scoperto, ma il droide protocollare viene fatto a pezzi da un colpo di blaster e non riesce ad avvertire Han che vi cade trovandosi Vader seduto a capo tavola.
Le torture subite da Han turbano la Forza giungendo fino a Luke che percepisce chiaramente il dolore dei suoi amici mentre Yoda lo ammonisce sulla sua scarsa fiducia nella Forza insegnandogli cosa sia in una scena semplicemente meravigliosa:
Tuttavia Luke è impulsivo e decide di andarsene correndo il rischio di affrontare Vader in duello in cui né Obi-Wan, ormai morto, e un Yoda ormai troppo avanti con gli anni possono aiutarlo.
Quando Luke vola via Yoda è incupito rivedendo spettri di un passato non così lontano ma ancora tremendamente vicino
Su Bespin Vader ha trovato il modo di consegnare Skywalker al suo Imperatore: congelarlo nella grafite, ma Lando non ha idea se il processa possa funzionare su un uomo e pertanto si decide di sfruttare Solo come cavia.
Il processo funziona, Han rimane congelato nella graffite e viene consegnato a Boba Fett.
Nei concitati momenti finali Lando decide di aiutare Chewie e Leia a fuggire mentre R2 si unisce alla squadra ed è proprio il piccolo astrodroide di Naboo a scoprire che l’Impero ha disabilitato l’iperguida riparata.
Nel frattempo Luke e Vader incrociano le spade in un duello all’ultimo sangue. Luke ci mette tutta la sua capacità, ma Vader è troppo potente e alla fine il duello finisce per esser vinto dal sith che propone a Luke di unirsi a lui per ribaltare l’Imperatore e assumere il controllo della galassia.
Per convincerlo Vader rivela a Luke una verità devastante: è suo padre.
Distrutto dalla rivelazione e volenteroso a non cedere al Lato Oscuro Luke si lascia cadere nel vuoto rimanendo attaccato ad una specie di antenna e attraverso la Forza riesce a comunicare con Leia e farla tornare indietro potendo così essere salvato.
Il Falcon parte, ma ha alle spalle la flotta imperiale tuttavia R2 fa ripartire l’iperguida e il Falcon svanisce.
L’ammiraglio Piett rimane raggelato temendo d’essere ucciso, ma Vader invece se ne va via silenzioso.
Il perché di questo cambiamento nelle azioni di Vader è spiegato dai prequel: la richiesta che Vader fa a Luke è la stessa che fece ventidue anni prima alla moglie Unisciti a me e togliamo di mezzo Palpatine. Padmé rimase distrutta dalla richiesta rifiutando con profondo dolore il marito (Tu mi spezzi il cuore), Luke si è quasi suicidato.
E davanti a questo in Vader si apre una piccola crepa: chi sta sbagliando? Lui ad inseguire il potere assoluto o gli altri che non comprendono il potere del Lato Oscuro?
Darth Vader, la sua parte malvagia, incolpa gli altri. Ma Anakin Skywalker, la sua parte buona, lo spinge a darsi la colpa. E questa è la prima volta in 22 anni che riemerge seppur in piccolo quel poco di Anakin che è rimasto fra i circuiti dell’armatura di Vader.
Al termine del film Lando e Chewie lasciano i ribelli per poter andare a caccia di Boba Fett e liberare Han Solo.
Recensione
L’inaspettato successo del primo film prese in contropiede Lucas che si ritrovò una produzione a chiedergli un sequel che non aveva minimamente pensato.
Lucas è restio al progetto: ricorda le difficoltà nelle riprese, i problemi in post produzione, poi vuole lavorare con l’amico Spielberg al progetto di Indiana Jones.
Alla fine sono due K a prendersi in spalla il grosso del lavoro: Irvin Kershner e Lawrence Kasdan.
Il primo era uno dei professori di Lucas all’università e viene scelto come regista. L’altro viene presentato proprio dalla produzione: Kasdan era (uso il passato perché le sue recenti sparate su Star Wars mi spingono a chiedermi quanto ne sia rimasto del Kasdan di una volta) una giovane promessa molto talentuosa.
Entrambi capiscono che Star Wars ha un potenziale enorme legato ad una struttura più adulta, audace, ambiziosa e profonda pur non alterando la sua natura originale.
Il risultato è un film fatto da più mani e non dal solo Lucas, un’equazione fondamentale per la riuscita dei migliori episodi di Star Wars. Una storia che delinea bene l’avanzata dell’Impero in una trama che in fondo è e rimane Star Wars ma al tempo stesso è anche un salto di maturità.
Il taglio tridimensionale sull’Impero è qualcosa di magistrale, quelle scene in cui Vader elimina i suoi sottoposti mostrano chiaramente l’animo dittatoriale di questo governo dove chi sta in cima ha diritto di vita e di morte sui sottoposti. E solo l’Imperatore è più potente di Vader tant’è da far fare a Vader una cosa che non farà mai in altri film: inginocchiarsi.
Forse Tarkin riusciva a rendere meno spigolosi i rapporti fra Vader e il resto degli ufficiali, indimenticabile il modo in cui Tarkin mise a “cuccia” Vader nel primo film. Ma Tarkin è ormai storia passata, ora c’è solo Vader.
Williams compone la bellissima Imperial March che meglio di qualsiasi altra immagine o parola mette in chiaro l’imponenza oscura e minacciosa dell’avanzata imperiale che torna a colpire dopo aver subito una pesantissima sconfitta.
I momenti a bordo del Falcon durante la fuga sono leggendari per la simpatia di Han, l’animo perennemente polemico di 3PO nonché i mirabolanti tentativi di fuga dai caccia e dagli Star Destroyer.
Kershner ci mette tutta la sua capacità ad ampliare gli scontri e gli scenari pur coi limiti degli anni ottanta che impediscono una degna realizzazione della battaglia di Hoth e rendono la realizzazione di Yoda nell’immenso set di Dagobah una vera e propria sfida all’impossibile.
Kasdan cuce una trama intorno alla crescita di Luke e alla caccia di un Vader spietato, una figura che tocca il suo apice malvagio. Hamill non mostra molta abilità a creare empatia con una recitazione sempre abbastanza anonima così come la Fisher che soprattutto nei momenti della battaglia di Hoth non riesce a dare la stessa caparbietà di leader che saprà emanare molto meglio la Portman nella nuova trilogia.
La sceneggiatura ha delle piccole sbavature, come dei passaggi che richiedono attenzione e quei due minuti di riflessione necessari per poter capire bene perché succedono le cose come ad esempio tutta la caccia al Falcon che vista in maniera superficiale potrebbe risultare senza senso.
Han nella grafite è iconico, quella movenza finale in cui sembra volersi liberare o urlare. Il duello finale fra Luke e Vader deve molto alla voce profonda e significativa di James Earl Jones, battute brevi ed impostate unite ad un’ottima coreografia forse ancora un po’ troppo impostate ma sicuramente meglio di Obi-Wan e Vader che passeggiano toccandosi in punta di spada.
Uno degli Star Wars più cupi di sempre, con momenti quasi “horror” come ad esempio la mano che precipita fra le nuvole quando Luke cade sull’antenna. Un particolare difficile da notare, ma Kershner lo inquadra bene.
Ben scritto, con un ottimo ritmo, una struttura solida. Rafforzato dai prequel, come d’altronde tutta la trilogia originale, ma non per questo dipendente da loro ma anzi capace di andare per conto proprio in un film fatto per mostrare bene cosa sia l’Impero e preparare il terreno al gran finale che di grande ha solo la cocente delusione.
Voto pieno perché il film funziona pur avendo la sue sbavature. Suona come una contraddizione? A me no, la perfezione assoluta non esiste ma quando un film è equilibrato riuscendo a non soffrire per le sue piccole imperfezioni ha fatto centro.
10
Curiosità Mitologiche
Per curiosità mitologiche intendo tutte quelle curiosità riguardanti la mitologia di Star Wars insite nel film. In fondo, lo scopo di questo progetto è proprio di ricaricare le informazioni principale della mitologia di Star Wars.
Ringrazio il mio spirito di nerd e Wookiepedia per tutto ciò che sto per scrivere.
Si lo so, la Disney ha seccato l’intero UE per tornaconto personale per ridare vita alla saga con la nuova trilogia. Ma la mia posizione sulla faccenda è totalmente contraria: per me Star Wars finisce a Il Ritorno dello Jedi e l’UE mantiene il suo enorme valore narrativo.
Fuck the Disney sostanzialmente.
Fra Episodio IV ed Episodio V
La prima curiosità mitologica riguarda inevitabilmente il salto temporale di tre anni fra i due film: cosa è successo.
La battaglia di Yavin ha cambiato la storia in una maniera significativa. Ha messo in luce che l’Impero può sanguinare e che l’Alleanza Ribelle è qualcosa di più che uno dei tanti movimenti di protesta.
Al tempo stesso ha costretto Palpatine a mettere in luce tutta la sua crudeltà e il suo sadismo. Non che prima non lo facesse, ma la repressione sanguinaria operata dopo Yavin superava qualsiasi altra azione compiuta in passato.
A capo di un’imponente armata Vader bracca i ribelli lungo la galassia attaccandoli più volte in differenti pianeti costringendoli a fuggire e cambiare continuamente base. Ma nonostante il potere militare dell’Impero i ribelli resistono e rispondono.
Vader riesce anche a scoprire il nome del ribelle che ha distrutto la Morte Nera, ma se lo tiene per sé senza rivelarlo a Palpatine.
Una situazione che mostra l’indipendenza di Vader, testa libera ed indipendente nell’Impero sottomesso ma pronto a muoversi da solo quando l’Imperatore non ci sarà più.
La Guerra Civile Galattica infuria lungo tutta la galassia contornata da tumulti e proteste un po’ ovunque, la scelta di sciogliere il Senato si rivela alquanto infelice perché genera nemici fino a quel momento sopiti proprio grazie al mantenimento di quest’organo.
Alla fine lo scontro si conclude in un sostanziale pareggio: l’Alleanza Ribelle si nasconde su Hoth dopo aver resistito al ritorno dell’Impero che non riesce a sopire il fuoco della ribellione e più generalmente un malcontento che taglia a metà l’intera galassia.
Fra gli ufficiali imperiali in campo anche l’Ammiraglio Thrawn che diventerà molto famoso quando si porrà al comando dell’Impero dopo la morte di Palpatine.
L’Impero
La distruzione della Morte Nera è stato un contraccolpo notevole per l’Impero. In termini economici, di immagine e politici. La morte di Tarkin lascia un vuoto di potere non indifferente nonché un anello di legame fra la parte più politica e quella militare.
Il numero tre dell’Impero diventa Sate Pestage che è al fianco di Palpatine da ormai sessant’anni, fin da quando Pestage organizzò l’omicidio del senatore Vidar Kim.
Una morte che permise a Palpatine di ottenere il ruolo di senatore rappresentare e poter così iniziare la sua scalata al potere.
Palpatine se lo è tenuto vicino per assicurarsi che non parlasse dandogli sempre un ruolo e potere, Pestage non saprà mai della natura Sith di Palpatine ma gli è fedele e alla morte dell’Imperatore assumerà automaticamente il comando dell’Impero.
La sua scarsa influenza sulle forze armate però sarà la fine di Pestage che neanche un anno dopo la sua salita al potere verrà eliminato.
Mentre Vader caccia i ribelli e il Falcon lungo la galassia in gran segreto nell’orbita di Endor l’Impero sta ricostruendo la Morte Nera partendo dallo studio dei punti deboli della prima super stazione. E infatti in Episodio VI vediamo una Morte Nera priva di canaloni in cui infilare la nave e l’assenza di più bocche di scarico per una sola, molto grande ma anche molto stretta con frangiflutti per far impattare eventuali razzi sparati.
L’immensa nave grigia che si vede fra gli Star Destroyer è l’Executor che altri non è che la nave ammiraglia della flotta imperiale
Varata non da molto tempo ha una capacità di carico e una potenza di fuoco superiore agli altri incrociatori imperiali.
Al suo interno si riunisce lo stato maggiore composto dall’ammiraglio Kendall Ozzel
E dal generale Maximilian Veers
Nonché dal futuro ammiraglio Firmuss Piett
Prima della promozione per decesso del suo superiore era uno dei tanti capitani a bordo dell’Executor.
Sull’imponente ammiraglia è stata montata una camera di meditazione
L’unico luogo in cui Vader si siede, una camera a tenuta stagna in cui Vader può anche rimanere senza maschera. È la seconda che è stata prodotta, la prima si trova nel palazzo di Coruscant che Palpatine ha dato a Vader.
L’Alleanza Ribelle
Nei 19 anni di dominio Palpatine ha dovuto affrontare ben poche minacce concrete. L’unica davvero di spessore è stata la rivolta degli operai geonosiani infuriati dopo aver scoperto che il loro capo, l’Arciduca Poggle il Minore, era stato ucciso e chi aveva dato quell’ordine.
Il motivo di una galassia così “molle” è legata all’abilità politica di Palpatine di farsi passare per una vittima e non per chi ha ideato e perpetrato. Il Senato lo vede come un semplice ex cancelliere costretto dagli eventi e il grande sostegno di cui gode hanno consolidato il suo ruolo.
Solo Bail Organa sa della sua vera natura e trascina nella protesta anche l’amica Mon Mothma. I due sostengono i movimenti dissidenti ma restano sempre in ombra intimoriti dal potere militare dell’Impero e da un generale senso di non sapere più di chi fidarsi.
Organa si fidava ciecamente solo dei Jedi, durante la Guerra dei Cloni venne considerato un appestato dai suoi colleghi senatori e la sua opposizione all’ascesa di Palpatine e alla concessione dei poteri speciali lo resero un obiettivo. Una mossa sbagliata e sarebbe stata la fine.
Forse troppo timore, forse prudenza probabilmente mossa dalla presenza di Leia: e se Vader o Palpatine avessero percepito la sua natura? Sta di fatto che Organa ha sempre tirato le fila scendendo in campo solo nel presente più recente, poco tempo prima di Episodio IV.
Ma l’Alleanza Ribelle dei primi giorni mantenne un profilo talmente basso che Leia poteva muoversi su Coruscant senza problemi.
Più generalmente si vede una sostanziale assenza di organizzazione.
I piani della Morte Nera mandati sulla Tantive IV, una nave diplomatica lasciata da sola alla deriva nello spazio profondo. La gestione della battaglia di Yavin a figure che sapevano più di consiglieri di corte (Alderaan era una monarchia costituzionale) che veri e propri militari.
Solo dopo Yavin l’Alleanza Ribelle ha assunto un aspetto più militarista e infatti dentro la Base Echo vediamo un generale a comando: Carlist Rieekan
Orfano di Alderaan e amico di Bail Organa militarmente ha lo stesso curriculum di Tarkin: entrambi nella sicurezza di Coruscant, poi arruolati a bordo degli incrociatori Venator durante la Guerra dei Cloni.
Le strade dei due si dividono dopo l’ascesa dell’Impero: Tarkin fa carriera dentro l’Impero, Rieekan invece si congedò. Alla distruzione del mondo natale Rieekan era in viaggio, ma sul pianeta c’era la moglie e i figli.
Voglioso di vendetta si unì alla ribellione, la sua abilità militare gli permise di diventare in fretta generale.
Alla costituzione della Nuova Repubblica diventerà capo dell’intelligence.
All’Alleanza Ribelle hanno aderito svariati uomini e razze aliene fra cui i Mon Calamari di Dac a cui appartiene l’ammiraglio Ackbar
I Mon Calamari in Episodio V non si vedono, ma si vedono le loro navi Home Difender che servono per trasportare via gli uomini da Hoth.
Le abilità militari di Ackbar e dei Mon Calamari derivano dalla Guerra dei Cloni durante la quale più di una volta hanno dovuto difendere il proprio pianeta a fianco dei Jedi.
Le motivazioni per cui unirsi nascono da due elementi
1) I Mon Calamari, come molte altre razze aliene, vengono poste in secondo piano dall’Impero che segue una versione riveduta e corretta del culto del Pius Dea: un antico culto che poneva l’uomo come razza dominante e le razze aliene come inferiori
2) Il senatore rappresentante Mon Calamari era membro del Comitato Lealista e successivamente della Delegazione dei Duemila cioè i gruppi senatoriali guidati da Organa.
La Rogue Squad, la squadriglia di caccia, oltre ad arricchirsi di nuovi velivoli ha anche nuovi piloti e un nuovo comandante e cioè Luke. Ma dopo Episodio V il comando della squadriglia sarà dato a Wedge Antiless.
Il Falcon
Elemento ricorrente nella narrazione di Episodio V i problemi del Falcon. L’adesione di Han alla ribellione lo hanno promosso comandante e per tre anni ha affiancato la Rogue Squad nei combattimenti contro l’Impero.
Questo inevitabilmente ha portato a danni strutturali ingigantiti dall’età avanzata della nave: il Falcon ha 60 anni, è stato a lungo una nave commerciale per la Repubblica prima d’esser dismesso e passato di mano da contrabbandiere a contrabbandiere.
Oltre all’Impero Han, e questo lo dice nel film, ha dovuto fronteggiare anche dei cacciatori di taglie inviati da Jabba the Hutt che vuole la sua testa per non aver pagato il suo debito.
La tuta di Darth Vader
Il maggior time screening concesso a Vader fa si che abbiamo modo di studiare meglio la sua struttura fisica molto particolare. Lo vediamo senza casco, vediamo parare colpi di blaster con le mani bioniche.
Ma come è fatta la sua tuta?
Quando Vader venne recuperato dalle roventi spiagge di Mustafar aveva ustioni di quarto grado su tutto il corpo. Per ustioni di quarto grado si intendono danni che hanno coinvolto non solo la cute, ma lesioni profonde a muscoli e ossa.
Le ustioni erano così profonde che i droidi medici dovettero ricostruire con innesti biomedici intere zone del sistema nervoso per poter ricostituire le capacità di muoversi e parlare.
Le corde vocali furono rifatte e da qui il motivo per cui il timbro vocale di Vader è differente. Anche una spalla venne ricostruita e fu necessario addirittura sostituire alcune vertebre.
Gli fu aperto il torace, asportato lo sterno per sostituirlo con uno forato di metallo. Dai fori vennero passati cavi che si legavano a tecnologie biomediche che dovevano controllare il respiro e le attività cardiache. Il tutto legato alla pulsantiera che Vader ha sul petto, una piastra di controllo delle capacità vitali legata non al tessuto ma al petto stesso. Praticamente una continuazione del suo sterno.
I polmoni erano arsi, la capacità di ossigenazione ridotta al minimo. Da qui la necessità di chiuderlo dentro la maschera, maschera che aspira l’aria che poi una ventola fa circolare dentro la maschera dando a Vader ossigeno. Il tutto in un ambiente ermetico e protetto dal casco ornamentale.
Gli occhi della maschera sono dotati di speciali filtri per modulare la luce esterna, anche le retini furono pesantemente danneggiate dal fuoco.
L’armatura gli venne cucita addosso, era ignifuga e impermeabile così da isolare il corpo martoriato dall’esterno e permettergli di cicatrizzarsi. Intorno al collo fu messo uno spesso collare per proteggere le corde vocali e il collo profondamente danneggiato nonché creare una via attraverso cui alimentarsi grazie ad una cannula.
I guanti sono aderenti e non possono scivolare via, i pesanti stivali costruiti su misura delle protesi alle gambe.
È più una macchina ormai dirà Obi-Wan e non ha tutti i torti: di organico è rimasto ben poco, Vader è rinchiuso in una tuta circondato da fili e tecnologie biomediche che lo mantengono in vita.
Negli anni ha imparato a convivere con questa situazione, ma i primi tempi considerava tutto quello una trappola claustrofobica.
Il Cannone a Ioni
Quando i trasporti vengono fatti partire i ribelli lanciano dei colpi di un cannone a ioni: una tecnologia sperimentale che ha il potere di mandare in tilt l’intero sistema di una nave. È molto costoso ed è curioso che i ribelli siano riusciti ad averla.
Prima di loro i separatisti avevano tentato di munirsi di un’arma a ioni: il generale Grievous aveva tentato di usarla ma era stato fermato prima che potesse fare danni devastanti.
Dagobah
Yoda conosceva questo pianeta fin dalla sua giovinezza e cioè quando aveva esplorato in lungo e in largo la galassia. Il pianeta è caratterizzato da una potente aurea oscura, soprattutto in una grotta dove millenni prima un Jedi e un Sith si erano scontrati e lo spirito del Sith aveva permeato l’interno della grotta.
In generale è un pianeta dove il Lato Oscuro ha un potere enorme e da qui il motivo per cui Yoda l’ha scelto come suo esilio: in mezzo a tutto quel nero avrebbe potuto scomparire agli occhi di Palpatine.
Mi ha addestrato Yoda
Quando lo spirito di Obi-Wan emerge dall’aldilà per dire a Luke dove andare fa riferimento al fatto che lui sia stato addestrato da Yoda.
Non è un’errore di continuità e neanche un’errore perché Yoda ha effettivamente addestrato Obi-Wan: in Episodio II è possibile vedere come fosse Yoda ad occuparsi dell’addestramento primario degli youngling, dei piccoli Jedi.
Da qui il perché Obi-Wan fa quell’affermazione anche se da un punto di vista relativo Obi-Wan è stato addestrato anche da Yoda.
Curiosità Tecniche
Si sta per concludere questo percorso di riscoperta, non restano che le curiosità tecniche cioè tutti i dietro le quinte più succosi e curiosi.
Il primo e più importante è senza dubbio il cambio dell’Imperatore.
Nella versione originale del 1980 Palpatine è interpretato da Elain Baker moglie del truccatore del film. Alla donna venne messa una maschera che riproduceva le sembianze del marito e gli occhi erano stati modellati sulla forma degli occhi delle scimmie. Il doppiatore era ovviamente un uomo.
Nel 2005 durante le riprese de La Vendetta dei Sith Lucas rigirò la scena con Ian McDiarmid che venne dunque inserito nel film potendo così mantenere in via ufficiale il suo ruolo all’interno di Star Wars.
Al tempo stesso sfruttando il fatto che Vader è sempre stato ridoppiato da James Earl Jones nel 2005 Lucas riscrisse in parte i dialoghi.
Questo è quello originale del 1980
Vader: Cosa desideri, maestro?
Palpatine: Avverto una grande turbolenza nella Forza
Vader: L’avverto anche io
Palpatine: Abbiamo un nuovo nemico: Luke Skywalker
Vader: Si maestro
Palpatine: Potrebbe distruggerci
Vader: E’ solo un ragazzo, Obi-Wan non può più aiutarlo
Palpatine: La Forza è vigorosa in lui. Il figlio di Skywalker non deve diventare un Jedi
Vader: Se potessimo conquistarlo potrebbe diventare un potente alleato
Palpatine: Si, sarebbe una valida aggiunta. Si può fare?
Vader: Si unirà a noi o morirà maestro
Questo è il dialogo modificato del 2005
Vader: Cosa desideri, maestro?
Palpatine: Avverto una grande turbolenza nella Forza
Vader: L’avverto anche io
Palpatine: Abbiamo un nuovo nemico, il giovane ribelle che ha distrutto la Morte Nera. Non ho dubbi che questo ragazzo sia il figlio di Anakin Skywalker.
Vader: Com’è possibile?
Palpatine: Cerca dentro di te lord Vader, capirai che è vero
Vader: Si maestro
Palpatine: Potrebbe distruggerci
Vader: E’ solo un ragazzo, Obi-Wan non può più aiutarlo
Palpatine: La Forza è vigorosa in lui. Il figlio di Skywalker non deve diventare un Jedi
Vader: Se potessimo conquistarlo potrebbe diventare un potente alleato
Palpatine: Si, sarebbe una valida aggiunta. Si può fare?
Vader: Si unirà a noi o morirà maestro
E sempre parlando di continuity le poche battute di Boba Fett sono state ridoppiate da Temuera Morrison, l’attore che in Episodio II ed Episodio III ha interpretato Jango Fett e i suoi cloni.
Uno dei suoi cloni è Boba e giustamente gli viene data la voce che aveva Jango.
La scelta è stata, tanto per cambiare, criticata affermando che non ha senso ridoppiare Boba e non i soldati imperiali. Peccato però che i soldati imperiali non siano più cloni ma umani, il processo di clonazione è stato smantellato anni prima. Gli Star Destroyer stessi sono prodotti su Corellia e non più su Kamino.
L’attore che interpreta il generale Veers è Julian Glover e nel 1989 interpreterà Walter Donovan in Indiana Jones e L’Ultima Crociata di Spielberg.
Inizialmente il personaggio di Yoda sarebbe dovuto essere un’umanoide viola molto alto per poi diventare un piccolo essere verde alto circa 60-70 centimetri. Fu Frank Oz a concepirlo e muoverlo oltre che doppiarlo.
Le riprese di Dagobah furono infernali: Oz e i suoi collaboratori dovevano muoversi nelle intercapedine alta un metro e mezzo sotto il set per far muovere Yoda.
Oltretutto quelle riprese furono rallentate da un incendio avvenuto negli studi e da Kubrick che ci mise più tempo del dovuto a girare alcune scene di Shining.
Ma decisamente peggio fu girare in Norvegia a meno venti gradi, infatti è possibile vedere come lo spirito di Obi-Wan abbia il cappuccio sollevato anche se tecnicamente un fantasma non dovrebbe soffrire il freddo o patire la neve.
Tutto l’inizio dove Luke viene ferito da una specie di yeti fu una cosa decisa all’ultimo, obbligata dal fatto che Hamill era rimasto “sfigurato” con delle cicatrici sul volto dopo un devastante incidente in BMW poco prima dell’inizio delle riprese.
La marcia dei camminatori imperiali venne realizzata con il go motion, un’evoluzione dello stop motion per evitare il senso di “scattosità” dell’immagine.
David Prowse rese le riprese ancor più complicate quando iniziò a partecipare a raduni di fan di Star Wars.
Preoccupati che potesse rivelare il colpo di scena finale Lucas e Kasdan gli fornirono un copione riveduto dove Vader diceva Obi-Wan uccise tuo padre.
In post produzione la cosa venne corretta quando James Earl Jones ridoppiò tutte le battute di Vader.
Billy Dee Williams venne scelto solo ed esclusivamente perché era un attore di colore, Lucas temeva accuse di razzismo.
Il lo so in risposta al “ti amo” di Leia non era nel copione, fu una battuta a sorpresa decisa da Harrison Ford.
E con questo si conclude questa lunga disamina su Episodio V per ricaricare ogni informazione possibile. Ringrazio ancora una volta tutto lo staff di Over There per avermi dato la possibilità di partecipare e spero di non avervi annoiato.
Jacob89