The void è un film horror che uscirà nelle sale italiane il 30 novembre 2017, diretto da Jeremy Gillespie e Steven Kostansky. Nel cast figurano interpreti quali Aaron Poole, Kenneth Welsh, Kathleen Munroe, Ellen Wong e Daniel Fathers.
L’agente di polizia Daniel Carter soccorre un uomo ricoperto di sangue in una strada buia e isolata e lo conduce in un vicino ospedale di provincia. Lì i pazienti e l’equipe saranno minacciati da qualcosa di inumano. Il poliziotto diviene un traghettatore che guida i sopravvissuti durante un percorso tormentato lungo gli abissi sotterranei della struttura ospedaliera, un Ade più stereotipato che suggestivo, tentando di porre fine all’incubo infernale. Il binomio vita/morte, anche se probabilmente è più corretto parlare di nascita o meglio ancora di “rinascita” coinvolge alcuni personaggi che hanno perso la loro prole ed una donna in stato di gravidanza. Passato e presente si intrecciano e convergono in un ipotetico sacrificio intriso di vendetta.
La pellicola vorrebbe “forse” inserirsi, anche attraverso citazioni cinematografiche buttate qui e là a casaccio e per lo più connesse ad una sorta di operazione nostalgia atta al richiamo dei temi e stili anni ‘80, in quel genere splatter teso ad impressionare lo spettatore attraverso immagini raccapriccianti, con esiti alquanto deludenti.
In un certo senso nell’ “infinito disegno astrale”, cui si fa cenno nel film, ci si avvale di accenni esoterici, che non seguono alcuna direzione quasi a voler conferire invano un’atmosfera criptica. Non a caso si parla di “sacrificio” ed il simbolo del triangolo è ricorrente: si tratta, infatti, di una figura geometrica collegata al numero tre ed espressione del ritorno all’unità primordiale.
Se da un lato il buio e le tenebre la fanno da padroni, dall’altro manca la presenza insistente del sovrannaturale, che in teoria dovrebbe dominare le scene; ci si trova dinanzi a creature più coreografiche che mostruose e ad una lacerazione di carni che dopo un po’ stanca.
Mi chiedo di questa farsa che vorrebbe apparire “forse” apocalittica e di questo ipotetico futuro che vorrebbe “forse” apparire enigmatico mi vien voglia di saperne di più? Mi sovviene una scena in cui l’antagonista afferma: “questa non è la fine”; ecco io francamente l’ho avvertita un po’ come una minaccia! I due registi, entrambi membri del collettivo canadese Astron 6, fondato dallo stesso Gillespie e da Adam Brooks, oltre ad avvalersi di collaborazione di tutto rispetto, hanno curato effetti speciali e grafica di pellicole quali Suicide Squad e del nuovo adattamento cinematografico di It. Pur riconoscendo le loro potenzialità quest’occasione mancata si rivela, per lo più, un vuoto… a perdere.