“A riveder le stelle” – Emozioni e sensazioni
Lunedì 7 dicembre la Scala di Milano ha avuto una prima molto insolita e nel contempo evocativa.
A causa della pandemia di Sars – CoV 2 meglio noto come Covid19, infatti la prevista prima di Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti è stata annullata, anche perché senza il pubblico, anima e cuore della Scala insieme ai cantanti, all’orchestra e al direttore, non avrebbe avuto lo stesso sapore.
Si è quindi deciso di celebrare l’opera lirica con cantanti, ballerini, orchestrali e attori a cantare e presentarci varie opere sul palco, sulla platea e persino nei celebri palchetti laterali.
Un allestimento elegante e nel contempo sobrio, senza esagerazioni.
A curarne la regia la presentatrice tv Milly Carlucci e il giornalista Bruno Vespa.
A dirigere l’orchestra e il coro del Teatro alla Scala il Maestro del Coro Bruno Casoni, il Balletto il direttore Michele Gamba.
Regia di Davide Livermore.
Direttore della Scala è Riccardo Chailly, che l’anno scorso diresse con successo una meravigliosa Tosca, di cui potete rivedere alcuni video su Rai Play qui:
Oppure anche sulla pagina Facebook di Rai 5
Video Tosca 2019 – Rai 5 Pagina Facebook
Impossibile fare l’elenco di tutti i cantanti, ballerini, attori, scrittori presenti:
Roberto Bolle, Placido Domingo, Mirella Freni, Luca Salsi, Maria Grazia Solano, Francesco Meli, Caterina Murino, Massimo Popolizio, Marianne Crebassa, Vittorio Grigolo, Lisette Oropesa,Kristine Opolais, Nicoletta Manni, Martina Arduino, Virna Toppi, Timofej Andrijashenko, Claudio Coviello, Marco Agostino, Nicola Del Freo, Michela Murgia e molti altri.
Non sono capace di andare in ordine né di fare una reale recensione, vi parlerò delle mie emozioni
Elettrizzante la scena tratta dal Don Carlo, con il lirico russo Ildar Abdrazakov, che he interpreta Ella giammai m’amò dal Don Carlo. Si muove su un treno antico ed elegante, che evoca il mitico Orient Express anche per la neve e il gelo che lo ricoprono.
Straziante Ludovic Tézier, baritono francese, si cimenta in Per me giunto, sempre dal Don Carlo.
Mi veniva voglia di abbracciarlo per il suo coraggio e il suo dolore. Sentivo palpabile la sua voglia di salvare il fratello e la sua brama di vita.
Tenera e disperata è il mezzosoprano lettone Elina Garanca, sempre dal Don Carlo.
Una donna moderna, forte, risoluta eppure fragile.
Marina Rebeka ci regala Un bel dì vedremo, da Madama Butterfly, unico momento di gioia vera per la povera eroina di Giacomo Puccini.
Confesso che io sto male fisicamente a sentire Madama Butterfly, la doppia tragedia di una donna che viene prima abusata, si crede innamorata e il suo lui, ritorna sposato con un’altra, spingendola al suicidio.
Terribile e molto attuale.
Sfavillante e potente è la mezzosoprano Marianne Crebassa nel suo splendido abito color rosso, circondata da mute ed affascinanti figure maschili che domina con la sua voce, il suo sguardo e la sua forza intonando alcune arie della Carmen di Bizet.
Immensa.
Ed evocativa al massimo anche la minimale scenografia con l’acqua sul pavimento scuro, acqua che pare dar forza a tutti.
Il nostro Roberto Bolle duetta di nuovo con qualcosa di originale, stavolta con il laser, rendendolo sensuale, magnetico e leggero, come solo lui sa fare.
Ad un certo punto spunta anche una piramide che circonda Bolle. Il ballerino riesce a danzare lì “prigioniero”, dimostrando ancora una volta la forza della danza.
Il meraviglioso tenore Francesco Meli( indimenticabile e magnetico Cavaradossi della Tosca dello scorso anno) si cimenta in Forse la soglia attinse… Ma se m’è forza perderti da Un Ballo in Maschera di Giuseppe Verdi, nei panni del conte di Warwick, Riccardo, governatore di Boston.
E come sempre riesce a far vibrare le corde di ogni animo sensibile che vorrebbe farsi cullare da quella sua voce e da quegli occhi ogni sera.
Qui una sua intervista su questa prima speciale e su quanto gli manchi il calore del pubblico, soprattutto per il “suo sentire”
Tutto cangia, il finale da Guglielmo Tell di Rossini, con Eleonora Buratto, Rosa Feola, Marianne Crebassa, Juan Diego Flórez, Luca Salsi (l’immenso e diabolico Scarpia della Tosca dello scorso anno) e Mirko Palazzi chiudono una serata evento, unica e irripetibile, che ci spinge ad amare ancora di più la cultura e a usarla per ripartire dopo questo anno orribile.
La cultura è la nostra punta di diamante e i dati degli incassi, nonostante tutto, ce lo dimostrano.
Da milanese lasciatemi dire che lo stacco finale sulla nostra bella città, buia eppure luminosa mi ha messo i brividi.
Milano è bellezza, passione, anima. E’ cultura.
Ripartiamo da essa, solo così potremo riveder le stelle.
Potete gustarvi di nuovo questa incredibile Prima qui sotto
A riveder le stelle – Rai Play