Agatha Christie – Una scrittrice ancora attuale di Silvia Azzaroli
Domenica scorsa era l’anniversario della morte di Agatha Christie, per me, vera regina della letteratura e non solo del giallo.
Per “colpa” sua io fatico ad amare i gialli perché trovo che sia veramente difficile trovarne uno alla sua altezza.
Non lo faccio apposta, è un paragone che parte da solo, involontariamente, quando dopo 7 minuti di visione di un telefilm/film o 7 pagine di lettura di un libro, mi ritrovo a capire tutto.
Perdonate la presunzione.
Ho iniziato a leggere Agatha Christie a 14 anni, divoravo i suoi libri, letteralmente e mi è capitato di rileggerli, cosa per me, molto rara.
Ho iniziato da “Addio Miss Marple“, un giallo retrospettivo in cui si ha quasi l’impressione che la protagonista, Gwenda, abbia poteri paranormali. Me lo ricordo ancora.
Quando ne parlai con alcuni fan più navigati mi dissero di provare a leggere quelli con Poirot.
Ci provai. Niente per quanto scritti divinamente lui mi stava qui.
Ritornai dalla mia amata Miss Marple ma anche a storie come “Nella mia fine è il mio principio”, storia cruda, complessa, narrata da un punto di vista non comune e “Verso l’ora zero”, storia intrigante in cui la vittima predestinata non è chi si pensa oppure “Il mondo è in pericolo”, tutte prive dei famosi detective ma altrettanto emozionanti e moderni.
Con Miss Marple consiglio anche “Giochi di prestigio“, dove si finisce quasi per tifare per l’assassino grazie alla sua capacità di modificare quasi la realtà.
Da non dimenticare, con la docile vecchina, anche “Istantanea di un delitto“, dove compare, quasi come assistente, Lucy Eyelesbarrow, ragazza geniale e moderna, “Miss Marple al Beltram Hotel” che pone un interrogativo etico mica male e “Nemesi” dove di nuovo ci si trova a provare pietà per i criminali.
Ho riprovato di recente, mentre ero in ospedale, con Poirot e mi è piaciuto molto “Assassinio sul Nilo” soprattutto per la pietà che lui mostra per gli assassini.
Di recente ho scoperto che la mia amata Agatha Christie odiava Poirot tanto da insultarlo spesso e poi da ucciderlo mentre adorava miss Marple, per mille ragioni, forse perché la dolce e mite vecchietta era un’attenta osservatrice dell’umanità come lei, certo a volte un po’ troppo quadrata nell’esprimere giudizi, a volte invece capace di saper vedere le sfumature.
Ho fatto quasi pace con lui grazie al telefilm della Bbc e alla magistrale interpretazione del magnifico David Suchet, che edulcora alcuni suoi tratti irritanti.
E a proposito della Bbc per me la sola e unica Miss Marple è la meravigliosa Geraldine McEwan, nessuna, mi spiace dirlo, nemmeno la mitica Angela Lasbury, ha saputo rendere la dolcezza, la mitezza e la fine arguzia di questa tenera vecchietta quanto Geraldine McEwan.
Nessuna.
Per me Agatha Christie sapeva raccontare l’umanità come pochi, con uno sguardo attento eppure affettuoso.
E forse è anche per lei che scrivo.
È incredibile pensare quanto Agatha Christie avesse delle idee completamente diverse dalle mie su certi fronti.
Era vagamente snob, orgogliosa del suo Impero britannico, guardava alle altre etnie con una certa superiorità e in più era a favore della pena di morte.
Eppure conservava una pietas anche per alcuni criminali, provando a vedere il loro lato umano.
Era ironica, molto critica su certi lati della sua società, arguta e tutto sommato moderna, anche se non propriamente femminista.
A volte un po’ ripetitiva ma sempre al passo con i tempi ed ebbe modo di dire la sua ultima parola, beffando il pubblico esigente, che pretendeva che Poirot non morisse mai.
Una scrittrice e una donna incredibile, da cui c’è ancora da imparare.
Vi lascio con uno sceneggiato Rai, andato in onda alla radio nel 2006, in cui viene anche intervistata Lia Volpatti saggista e traduttrice della Christie. Buon ascolto.
Agatha Christie un’autrice immortale di Tatiana Coquio
Il 12 gennaio è stato l’avversario della morte di Agatha Christie, 44 anni dopo la sua scomparsa rimane la regina del giallo, forte di un successo fuori dal tempo.
Agatha Christie ed Arthur Conan Doyle sono stati i miei punti di riferimento del genere.
Il mio primo approccio alla Christie fu a 13 anni con Assassinio sull’Oriente Express, seguirono Assassinio sul Nilo e Corpi al sole, per poi leggere tutta le serie su Hercule Poirot. Personalmente preferisco il detective belga e le sue cellule grigie, anche se in alcuni casi ho apprezzato alcuni racconti di Miss Marple.
La Christie è stata una scrittrice molto prolifica, i suoi romanzi sono caratterizzati da una struttura narrativa che utilizzava gli elementi caratteristici del giallo, ma che ha permesso al lettore di scoprire vizi e virtù della società inglese del periodo e in cui viveva, oltre all’assassino di turno. Attraverso le figure diametralmente opposte dell’investigatore Hercule Poirot e l’attenta Miss Marple.
Anche se per molti il ricordo della Christie è legato a questi due personaggi bisogna ricordare anche i vari romanzi originali o le raccolte di racconti come Tommy e Tuppence: in due s’indaga meglio o Parker Pyne indaga.
Uno dei punti che più mi intriga di più della sua biografia è quel periodo della sua vita in cui lei scomparve, un mistero che poteva essere benissimo d’ispirazione per la trama di un dei libri che scriveva. Nel film “Il segreto di Agatha Christie” si cerca di riscostruire quel periodo con una misteriosa e malinconica Vanessa Redgrave ad interpretare la scrittrice.
Non solo film e serie TV per gli adattamenti delle sue opere, ma anche teatro e tra i suoi lavori più in voga in scena troviamo 10 piccoli indiani e trappola per topi, due piccole perle da gustarsi tra le prime file oppure da leggere con una tazza di tè al proprio fianco.
Se siete fan o semplici curiosi o state facendo un giro a Londra consiglio di andare a vedere in Cranbourn Street il suo memoriale dedicato.
In qualsiasi modo ci si avvicini alle sue opere che sia leggere un suo libro, vedere un film o andare teatro, si vedrà sempre questa grande donna che ha saputo dare nuova linfa al genere dietro i suoi personaggi.