Più di ogni altra cosa, più delle vedute spaziali, più delle esercitazioni sott’acqua o in volo, quel che resta nel cuore è il suo sorriso. Perenne. Luminoso, come il sorgere del sole ammirato a quattrocento chilometri di altezza.
La calda voce di Giancarlo Giannini incornicia ed abbraccia il racconto. I minuti passano, le immagini scorrono sul grande schermo, e tu vorresti che la narrazione non finisse mai, per continuare a volare anche solo con il cuore.
Astrosamantha, il film documentario, ci mostra la lunga preparazione di Samantha Cristoforetti per la missione Futura, che le ha permesso di conseguire il record europeo di permanenza nello spazio.
Mesi di lavoro intenso, di studio, di esercitazioni, ma anche momenti di relax e di divertimento: è davvero incredibile il lungo cammino di addestramento cui gli astronauti si sottopongono per poter andare in orbita. Il regista Gianluca Cerasola ha spaziato il più possibile, dalle esercitazioni a piccoli attimi di vita privata, per poter regalare al pubblico una visione ampia che però non mai è caduta in difficili tecnicismi, ma si è sempre mantenuta con la leggerezza tipica dell’assenza di gravità ed al tempo stesso ha donato agli spettatori un’incredibile atmosfera di familiarità, che ha fatto percepire AstroSamantha quasi come un’amica, o una sorella, di cui andare incredibilmente fieri.
Il lavoro dell’astronauta, a chi ne osserva solo la parte finale, ovvero quella simpaticamente fluttuante nella Stazione Spaziale Internazionale, sembra quasi una specie di magia, ed effettivamente è una stupenda sfida dell’uomo per conoscere, oltrepassare i propri limiti e trarne benefici una moltitudine di persone: non è solo “volare”, ma anche fare esperimenti scientifici, molto spesso usando se stessi come cavia.
E poi le piccole curiosità, quelle che molti di noi appassionati di social network hanno imparato a conoscere nei mesi passati grazie ai video dallo spazio, ma che non tutti avevano potuto gustare: ecco allora un tipico pranzo spaziale, con le buste – fluttuanti – di cibo liofilizzato preparato anche con suggerimenti dell’astronauta, per venire meglio incontro ai suoi gusti personali. Oppure il piccolo spazio personale di Samantha, una minuscola cuccetta verticale per dormire a gravità zero. Sono chicche che non possono non far sorridere.
A proposito di sorrisi, quello raggiante di Astrosamantha ci ha accompagnato per tutta la durata del film. Durante le esercitazioni più dure ed impegnative, durante le spiegazioni più tecniche, nei momenti a gravità zero, quel sorriso c’è sempre stato. Era la consapevolezza di aver raggiunto il proprio sogno, conquistato con fatica e tenacia, ed al tempo stesso era cognizione di poter compiere una ricerca scientifica utile e preziosa per i tempi avvenire.
Alla faccia di chi sostiene che Samantha Cristoforetti non sarebbe un esempio da seguire, questo docu-film sarà presto messo a disposizione delle scuole di ogni ordine e grado.
Per insegnare a bambini e ragazzi che volare, con mente, corpo e cuore, è possibile.