Mentre la maggior parte della gente sta facendo il conto alla rovescia per il nuovo film di Star Wars, io invece vado contro corrente e ne faccio un altro. Il 6 ottobre 2017 arriva sugli schermi Blade Runner 2049. Il seguito della celeberrima pellicola di fantascienza di Ridley Scott.
Quando ho sentito che avrebbero fatto un seguito del film Blade Runner… devo ammetterlo, ho tremato di paura. Generalmente i seguiti non vengono mai bene – purtroppo non ne è esente nemmeno Terminator che, dopo un buon secondo film, e un terzo che riapriva la storia in maniera tutto sommato interessante, sono crollati miseramente con la pellicola successiva.
Chiunque mi conosce sa che Blade Runner è il mio film preferito in assoluto.
L’ho visto così tante volte che ormai lo so a memoria. L’ho visto in tutte e tre le versioni (con il voice off, director’s cut, final cut.) in originale con i sottotitoli, ma a me non servivano, e doppiato. Ho visto anche lo splendido film che parla di come è stato creato: Dangerous Days. Conosco tutte le vicissitudini dietro alla colonna sonora che non è uscita quando è arrivato nelle sale il film. Per molto tempo hanno spacciato come colonna sonora ufficiale un disco con i brani eseguiti da New American Orchestra. Bisognerà aspettare i giorni nostri per averne una versione definitiva.
Come sono a conoscenza del fatto che la prima visione del film non è piaciuta ai produttori, tanto che a Scott è stato chiesto di fare un lieto fine, che è esattamente quello che si vede nell’edizione con la voce di Deckard che racconta le vicende. Scott che ormai aveva speso l’ultimo centesimo che aveva a disposizione per terminare il film, non aveva più risorse per creare il finale richiesto. Fortunatamente per lui Stanley Kubrick stava per iniziare le riprese del suo famoso Shining. Avete presente la scena del viaggio iniziale all’Overlook Hotel? Ecco alcune delle riprese che non sono finite in quel film, sono state gentilmente donate per creare quel lieto fine. Con il senno di poi e una doppia visione del film, credo di aver capito perché non è piaciuta la prima versione. Gli esseri umani vi fanno una figura non proprio esemplare.
Questo ampio preambolo per dirvi quanto questo film è amato e venerato da me. Ora veniamo al dunque.
Premesso che vi ho spiegato perché temevo l’arrivo del seguito ci sono tutta una serie di elementi che invece mi fanno ben sperare.
Il primo su tutti. Il regista in questione è tale Denis Villeneuve. Ha al suo attivo film come Arrival e molti altri.
Io ho profondamente amato Arrival e la concezione su cui ruota tutto il film. Se non è per la prima volta, ho assistito ad uno dei rari casi in cui viene affermato che il linguaggio ha una sua importanza vitale nel ricalibrare il modo in cui noi percepiamo la realtà stessa. Se un regista riesce a dare l’idea di un film così profondamente umano, allora forse potrebbe anche riuscire a riprendere gli eventi da dove eravamo rimasti nel primo film.
La seconda: L’estetica. Sono riusciti a ricreare un’estetica pari a quella del primo film (lo vedrete voi stessi nelle immagini che posterò in tutto l’articolo) senza scimmiottare troppo. Ci sono dei palesi rimandi, come se effettivamente si parlasse di un’evoluzione di 30 anni di una città. Da quel poco che si vede una costante rimane: la Terra devastata e la continua pioggia. La novità sta nel mostrarci anche i prototipi.
Terzo: la storia. O meglio quello che si intravede della storia nei vari trailer che sono venuti fuori. Sono stati girati dei cortometraggi che spiegano cosa è successo da quando si è chiuso Blade Runner fino al 2049. Il primo di questi, ambientato nel 2036, vede protagonista Niander Wallace che ha rilevato le azioni della Tyrell Corporation interamente e ne è diventato il padrone. Da quel che si capisce ha proseguito il cammino di Tyrell creando i Nexus 9, nonostante il fatto stia violando la legge.
La prima caratteristica che si nota prepotentemente è il fatto che Wallace è cieco e questo, per usare le sue stesse parole nel corto “rende difficili gli spostamenti.” Mi riesce difficile immaginare un mondo in cui sia possibile creare un replicante identico ad un essere umano e non sia possibile restituire la vista a un cieco a meno che Wallace abbia voluto di proposito rimanere in quella condizione. Nel cortometraggio si trova di fronte a dei giudici per discutere sull’opportunità di utilizzare di nuovo i suoi prototipi. Ovviamente gli fanno presente che non è legale perché i replicanti sono instabili e queste norme sono immutabili dal giorno del black out. Wallace invece fa un discorso sull’evoluzione umana, su come il genere sia destinato ad estinguersi.
Presenta la sua creazione come “an angel” un angelo. Complesso di dio? Credo proprio di si. Vuole dimostrare loro che i suoi replicanti fanno esattamente quello che gli si dice di fare. Wallace chiede al suo “angelo” di decidere autonomamente quale vita sia più importante: la sua o quella di Wallace. Il replicante non mostra esitazione e si uccide di fronte allo sguardo inorridito dei tre esaminatori.
Non vorrei che si equivocasse su questo personaggio di cui, già da queste poche sequenze, si evince la sua complessità. Nel corto lo vediamo indossare gli abiti di un uomo d’affari ma nei trailer ha la postura e il tipo di abbigliamento di un monaco zen. Probabilmente riusciremo a vederlo solo a ottobre nella sua interezza.
Inoltre abbiamo di nuovo un altro agente di cui si conosce solo una lettera: K. Molti elementi nel trailer ufficiale mi portano a pensare che K, interpretato da Ryan Gosling, sia un replicante come lo era stato Deckard. A proposito di quest’ultimo: K incontra un Deckard invecchiato pronto a difendersi con le unghie e con i denti. E’ stato inseguito. Perché è fuggito con Rachel? Forse ma ciò che si vede nel trailer, che può essere tutto e niente, induce a pensare che le cose non siano così semplici. E il black out di cui parlano con così tanta insistenza: che cosa è davvero successo? Perché il superiore di K, interpretato dalla meravigliosa Robyn Wright, ha paura che il muro divisorio tra umani e replicanti cada e possa far scoppiare una guerra? E’ quello che Wallace vuole? E’ per questo che si sta costruendo un esercito? In fondo le sue parole in questo sono chiare: “le civiltà si sono costruite sull’impalcatura di una grande forza guerriera” ma lamenta anche che non riesce a creare tutti i replicanti che sarebbero necessari.
Come ben vedete la carne sul fuoco è davvero tanta.
Vi lascio alla fine dell’articolo il trailer così potete farvi un’idea. Da una parte temo la delusione, anche se già mi aspetto che non avrà su di me lo stesso impatto che il primo film ha avuto (in fondo si tratta di una me 12enne contro la me di ora. Qualcosa è decisamente cambiato da allora) ma spero che quello che vedrò mi lascerà senza fiato.