Maria Antonietta –
La sovrana più bistrattata della Storia
Maria Antonia Giuseppa Giovanna d’Asburgo – Lorena, nota semplicemente come Maria Antonietta, nacque a Vienna il 2 novembre 1755 e morì a Parigi, ghigliottinata, il 16 ottobre 1793. Antonia, questo il nome con cui venne cresciuta da bambina, aveva il destino già segnato fin da piccola. O sarebbe finita a fare la regina di Francia oppure del Regno delle due Sicilie.
Di lei è stato detto di tutto e di più, ma fu un cartone animato o meglio un anime, a farle uno dei primi ritratti umani e realistici, sto parlando di Lady Oscar, il cui titolo originale era “Versailles No Bara”, il cui significato è “Le Tre Rose di Versailles”.
Le tre rose erano Jeanne Valois- la Rosa Nera, Lady Oscar – la Rosa Bianca e appunto Maria Antonietta – la Rosa Rosa.
L’autrice di questo anime/manga, Riyoko Ikeda, fece un lavoro certosino, per trovare la verità storica in mezzo a tanti pettegolezzi e maldicenze.
Nel manga, ovvero il fumetto, ci sono diversi pezzi in più sulla sua storia d’amore con Fersen e appare anche nel seguito L’Eroica, dedicato a Napoleone, in svariati flash-back.
E proprio sull’anime/manga della Ikeda, che Sofia Coppola, nel 2006, creò quel piccolo gioiellino chiamato “Marie Antoinette”, interpretata da una divina Kirsten Dunst, raccontando la storia della regina dal suo punto di vista, risparmiandoci, per fortuna, l’ultimo travagliato periodo.
E’ paradossale che siano serviti degli stranieri, una giapponese e una statunitense, per restituirci la verità su questa donna.
Chi era dunque Marie Antoinette?
Era prima di tutto la figlia della celebre imperatrice Maria Teresa D’Austria, a cui, malgrado le grosse differenze caratteriali, rimase molto legata.
L’energica imperatrice usò la figlia per creare un’alleanza con la Francia, alleanza che non portò molti frutti, bisogna dirlo, come si deve sottolineare che Maria Teresa abbia davvero amato Maria Antonietta.
In fondo non fece niente di più di quello che facevano molti altri sovrani: usare i figli per stringere alleanze.
Quando Antonia si fidanzò con il delfino di Francia, il futuro Luigi XVI, aveva solo quattordici anni, ma lui non era molto più grande ed era stato educato ad odiare l’impero austriaco e qualsiasi cosa proveniente da quel paese, così il loro matrimonio non iniziò proprio con i migliori auspici.
Luigi, infatti, si dimostrava freddo e distante con la giovane moglie e arrivava a canzonarla con i suoi amici, durante le battute di caccia.
Maria Antonietta, che era arrivata in Francia piena di sogni, si ritrovò totalmente sola in un ambiente a lei ostile, con regole di etichetta persino peggiori di quelle della sua corte, fu così che cominciò a giocare d’azzardo e a circondarsi di amici di dubbia fama e moralità.
Non si può dire che fosse cattiva, anzi, il suo problema era proprio l’opposto: era troppo buona, troppo fragile, troppo ingenua.
Non era sicuramente adatta a fare la regina, non nei primi anni almeno.
Quando finalmente divenne madre, riversò sui figli tutto l’affetto che le era mancato nei lunghi anni di solitudine, sdegnata nel suo stesso letto matrimoniale, fu una madre esemplare e arrivò ad accusarsi della malattia del figlio, il primogenito, pensando di aver causato la malattia con la sua condotta dissoluta nel primo periodo del suo matrimonio con Luigi.
A Maria Antonietta furono attribuite tante relazioni e tante maldicenze, tuttavia a conti fatti l’unica vera relazione extraconiugale comprovata, fu con il celeberrimo conte Hans Axel von Fersen, peraltro non è provato storicamente che i due abbiano realmente consumato, anche se i dubbi sono davvero pochi in tal senso. Io, per prima, non ne ho.
Maria Antonietta supportò il sovrano in molte delle sue decisioni a favore della gente povera, fece tanta beneficienza e fu sempre magnanima nei confronti del popolo. Prima che la propaganda rivoluzionaria la dipingesse come una frivola sgualdrina intenta a bere e a partecipare a orge tutto il giorno (lei, che era astemia ed estremamente pudica), era molto amata dal popolo. Da delfina si dimostrò più volte estremamente generosa, tanto che quando nel Dicembre del 1770 il prezzo del pane venne abbassato, tra le strade di Parigi la gente diceva che era stata certamente la delfina a chiedere questo favore per il popolo.
I figli, comunque, erano indubbiamente del marito, il test del dna, fatto di recente sui resti, lo prova, nonostante i pettegolezzi continuino.
Dopo la nascita dei figli, Maria Antonietta si ritirò per diverso tempo al Petit Trianon, dove vestiva e mangiava in maniera molto semplice (tra i suoi piatti preferiti vi era la zuppa d’avena!), seguendo le idee del filosofo Rousseau. Lontano dalla corte, sembrò ritrovare un po’ se stessa, arrivando ad aiutare giovani artisti ad affermarsi e dando offerte generose alle persone in miseria, malgrado questo i pettegolezzi contro di lei continuavano.
Perversa, egoista, crudele.
Celebre la frase: “Se non hanno più pane dategli le brioche!”
Bugia terrificante, attribuita, di volta in volta, alla regina straniera di turno: anche la nostra Caterina De Medici fu accusata di averla detta! Era solo una diceria risalente al Medioevo!
La Regina non si difese mai, convinta che il silenzio fosse la migliore arma contro le maldicenze, ma purtroppo la gente continuava a credere a queste bugie.
Perché?
Probabilmente perché faceva comodo trovare un capro espiatorio nella regina straniera, invece di ammettere che a dilapidare le casse del Regno furono prima il Re Sole, con le sue troppe guerre poi il di lui nipote e infine lo stesso Luigi XVI, che ebbe le grande pensata di finanziare la rivoluzione americana, solo per fare dispetto agli inglesi.
E’ ben noto che a decidere le sorti di quest’ultimo conflitto fu il generale Gilbert du Motier de La Fayette, che, al suo ritorno, dimostrò di avere molta stima di Maria Antonietta e quindi fu accusato di essere uno dei suoi amanti.
Tra le altre cose le vennero attribuite pure relazioni lesbiche, anche con la famigerata contessa Polignac, che non era affatto come la dipinse l’anime della Ikeda, fu è vero una donna ambiziosa e scaltra, usò l’ascendente che aveva sulla regina per fare carriera e per farla fare al marito, ma l’affetto che provò per Maria Antonietta era sincero. Prova ne sia che quando seppe della morte dell’amica, cadde in una forte depressione da cui non ne uscì più. Tuttavia a lei andò abbastanza bene, fu la principessa Lambard a subire una sorte terrificante, uccisa in maniera atroce e la cui testa fu usata per terrorizzare Maria Antonietta ormai prigioniera.
Dicevo prima che era troppo buona e troppo ingenua, va aggiunto che era anche troppo legata alla sua educazione e non poteva ammettere una monarchia diversa da quella assoluta. Tentò una mediazione con i rivoluzionari grazie a Mirabeau e Olympe De Gouges, ma la morte prematura del primo e tutta una serie di errori fatali, tra cui la tentata fuga, la condannarono definitivamente.
Il processo contro di lei fu una vera farsa, organizzato da Robespierre, principalmente per cercare di risollevare la sua popolarità, già in declino. Il regime del terrore, difatti, non piaceva a nessuno principalmente perché i più colpiti erano i popolani, colpevoli di chiedere una vera uguaglianza e c’era già chi rimpiangeva i sovrani.
Tra le accuse che vennero mosse alla Regina, ci fu anche quella di pedofilia nei confronti del figlio, plagiato e poi abbandonato a se stesso in uno stanzino, dove ebbe una morte atroce.
Tale accusa cadde e fu l’ultimo trionfo di Maria Antonietta, che ebbe la forza di ribattere, con grande dignità, arrivando a farsi osannare dalla folla.
Gli ultimi mesi per lei furono un inferno, costretta a vivere in una stanza umida, fredda e gocciolante, poteva coprirsi solo con un lenzuolo, quando chiese una coperta le fu proibita dal comitato di Salute Pubblica (e meno male che era di salute pubblica), si ammalò gravemente, forse per un tumore, aveva forti emorragie e arrivò al patibolo bianca, emaciata e inappetente da tempo. Ma dimostrò una dignità incredibile, arrivando a scusarsi con il boia che stava per ucciderla, per avergli colpito accidentalmente il piede.
Commise sicuramente molti errori e non era adatta a fare la regina, ma ammise di averli fatti e provò anche a porvi rimedio.
La famosa scena in cui si scusa sotto la pioggia, che si vede in Lady Oscar, non fu un’invenzione.
Probabilmente il suo periodo più felice fu al Trianon, dove si poté godere i suoi amati figli (e forse anche Fersen) senza le vacuità della corte.
Vi lascio con queste parole di Napoleone:
« Una donna che non aveva se non gli onori senza il potere;
una principessa straniera, il più sacro degli ostaggi;
trascinarla dal trono al patibolo, attraverso ogni sorta d’oltraggi…
Vi è in ciò qualcosa di peggio del regicidio. »
Sotto il trailer di Marie Antoinette di Sofia Coppola, film che è possibile vedere su Prime Video
Sotto il trailer di Addio Mia regina (Sito ufficiale qui), pellicola che è visibile su Prime Video
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