Flow – Un Mondo da Salvare
Potremmo definire la storia di questo film “Una favola vera”, citando il mitico Giovannino Guareschi, creatore dell’altrettanto mitico “Don Camillo.
Diretto da Gints Zilbalodis, che ha anche scritto la sceneggiatura insieme a Matīss Kaža.
Flow è una co-produzione francese, lettone e belga ed è costato 3,5 milioni di dollari, compresa la pubblicità, fatta dal passaparola della gente.
Ha vinto il Golden Globe come miglior film d’animazione e ha ricevuto due candidature ai prossimi Oscar: una come miglior film straniero, in rappresentanza della Lettonia – e sarebbe la prima vittoria – e uno come miglior film di animazione.
Siamo di fronte a Cenerentola contro le sorellastre invidiose, che nonostante tutti i loro soldi non riescono ad equiparare la bellezza e l’innocenza della sorella povera.
Flow questo è, nonostante il tema in apparenza duro e “peso” come si direbbe dalle mie parti.
Un delizioso micio nero – che a me ricorda tanto il mio Jiji panterino per movenze, miagolii e borbotii, recentemente scomparso – si ritrova solo in un mondo dove l’umanità è scomparsa, vive nella casa che condivideva con il suo umano.
Un uomo o una donna? Non si sa. Sappiamo solo che questo umano era appassionato di arte e di gatti e ha riempito la sua casa di disegni di mici, così come il suo giardino di statue gigantesche, sempre di gatti.
Il gattino nero lo attende invano per giorni, nel loro letto ma l’umano non arriverà più e intanto il mondo si fa sempre più cupo.
Piove spesso e sono piogge sempre più forti, somigliano a tempeste ed uragani, tanto che il mondo sta diventando una gigantesca pozza d’acqua.
Il tenero e coraggioso panterino cerca aiuto, tra flutti d’acqua, miagoli, cervi spaventati, barche alla deriva e un cagnolone, un curioso lemure, una capibara e un serpentario.
I cinque animali si ritroveranno a diventare alleati e poi amici in mezzo alle mille tempeste – chiaramente provocate dai cambiamenti climatici – cercando di aiutarsi a vicenda, governando la barca, procurandosi il cibo ( che di solito procura proprio il panterino) e osservando ammaliati sia la bellezza delle città abbandonate sia i volteggi di un grande cetaceo.
La storia è semplice, qualcuno potrebbe definirla banale, eppure colpisce al cuore come pochi film anche grazie alle musiche dello stesso regista e di Rihards Zaļupe.
Musiche delicate e profonde ti martellano l’anima come un’arpa triste e gioiosa, che riesce a farti vedere tutta la magia di questo piccolo gioiello.
Le animazioni di Léo Silly-Pélissier in 3D dall’effetto morbido, sinuoso e verosimile completano il resto.
Naturalmente non ci sono dialoghi.
Anzi per meglio dire gli animali parlano con il loro linguaggio.
Sono animali con i loro versi, i loro giochi, i loro dispetti e persino i loro sogni.
Noi di Over There tifiamo per Flow anche perché ci insegna che solo unendoci tutti insieme, anche e soprattutto con chi è diverso da noi, riusciremo a salvare questo nostro amato mondo.
Dopotutto siamo animali anche noi umani e Flow ci fa vedere quanto sappia essere meravigliosa l’umanità attraverso l’arte.
Forza Flow!
Forza Lettonia!
Forza Panterino!
Facci sognare!
Facci volare!
P.s: Ho visto Flow due volte. Sempre al cinema. La prima con il mio amico Lorenzo Mattia, nostro collaboratore, di cui pubblicheremo presto il primo articolo e Lorenzo si emozionò quanto me nel vederlo.
Flow – Il canale ufficiale del regista