IL MISTERO DELLA PIETRA MOLTRASINA svelato da tre artisti

Un pittore, Sergio Casalbore, per raccontare i vecchi centri storici delle rive lariane, disegnati secoli fa nella pietra locale; un architetto, Stefano Ceresa, per proporre il recupero funzionale ed estetico delle antiche case in sasso e legno; uno scultore, Bruno Luzzani, per illustrare il mistero stesso della pietra moltrasina, vera protagonista di questa mostra a sei mani.

“Artigiani della pietra”,  appena conclusasi, era allestita nella chiesa sconsacrata di San Pietro in Atrio a Como si proponeva come una riflessione e un confronto tra diverse discipline con alla base una poetica comune, che ha le sue radici nella tradizione artigiana.

Sergio Casalbore, nato in Spagna nel 1982 e diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera, vive e lavora a Como come pittore; in esposizione presentava paesaggi e scorci di mura realizzati per lo più a matita su cartoncino, ispirati dal grigio mutevole e dalle linee sfaldate della pietra.

disegni di Sergio Casalbore
disegni di Sergio Casalbore

Stefano Ceresa, nato a Como nel 1988 e laureato all’Accademia di Architettura di Mendrisio, vive a Palanzo di Faggeto Lario e lavora come architetto a Como città; la sua sezione della mostra, fatta di progetti e fotografie, recava titoli suggestivi: “Architettare il tempo”, “La casa del ricordo”, “Non toccare”.

antiche case restaurate da Stefano Ceresa
antiche case restaurate da Stefano Ceresa

Bruno Luzzani, nato a Pognana Lario nel 1949 e diplomato alla Scuola d’Arte G. Castellini di Como, vive e lavora come scultore nella stessa Pognana, che reca le tracce di suoi molteplici interventi artistici anche come restauratore e mecenate (un amico gli rimprovera sempre bonariamente “A forza di regalare tutto, non lascerai a tua moglie neanche i soldi per farti il funerale”).

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A lui il compito di sviscerare tutte le potenzialità di questo calcare “esfoliante” cavato sul lago, attualmente in prevalenza nella cava di Faggeto Lario (le storiche cave di Moltrasio sono chiuse da tempo), e anticamente usato come pietra da costruzione. Emblematica la quasi millenaria chiesa parrocchiale di S. Giacomo in Borgo di Bellagio che mostra in parte la trasformazione della pietra operata dagli agenti atmosferici: grigio chiaro e dorato all’esterno, grigio scuro all’interno. Ma con vari arnesi e diversi metodi di lavorazione essa può diventare del tutto diversa: i tasselli dimostrativi in esposizione vanno dalla pietra grezza appena sbozzata fino a quella tirata a lucido come il marmo, passando per consistenze granulose o ad effetto tattile quasi gelatinoso. In mani esperte questo stesso sasso usato per i muri a secco degli orti può assumere la lucentezza levigata dell’onice o venire traforato come un merletto leggerissimo (vedi l’ostensorio in mostra); colonne di sasso sbozzato e scanalato diventano tastiere da cui ricavare sonorità come su un pianoforte; da pieghe e venature affiorano stelle e pianeti, come nella grande meridiana visibile a Pognana Lario.

Un mistero, quasi una magia.

g.fo.

 

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1 commento

  1. Devo ammettere che l’articolo è veramente interessante.
    – Ilenia Leonardini, la Sognatrice Scrittrice –

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