Il mio ricordo di Ettore Scola
di Romana Russello
Non sono una critica cinematografica, una giornalista o qualsiasi altra professione che mi “conceda l’onore” di scrivere due parole su un grande maestro quale Ettore Scola. Sono solo una appassionata di cinema, innamorata del suo modo di girare una scena e mostrarci la bellezza dietro ogni singola inquadratura.
Il suo lavoro come sceneggiatore e regista è immenso. In più di 50 anni ci ha raccontato la storia italiana. Ci ha narrato come è cambiata la nostra società con i suoi pregi e i suoi difetti. Ma, come dicevo, non sono un critico quindi mi limiterò a raccontarvi il mio Scola. Umilmente.
Il primo “incontro” è stato con “Una giornata particolare” avrò avuto una decina di anni, a metà degli anni 80, e mio padre voleva farci conoscere i film più belli o famosi del cinema italiano (che per me ancora oggi rimane quello della “commedia all’italiana”). In mezzo ai vari De Sica, Antonioni, Fellini, Gassman, Totò, Manfredi, Rossellini, c’era questo gioiellino con Loren e Mastroianni.
Una storia semplice e delicata che aveva come sfondo la visita di Hitler a Roma. Una critica al fascismo raccontata dal punto di vista di due solitudini. Quella di una donna ignorante, moglie e madre, sottomessa e plagiata, considerata buona solo per mantenere la casa e fare figli. E quella di un uomo colto, omosessuale, antifascista, licenziato per questo e destinato al confino e deciso a suicidarsi.
Negli anni l’ho rivisto più volte perchè a 10 anni non potevo cogliere tutte le sfumature della storia ma quello che il mio occhio aveva colto era una maestria tecnica, una leggiadria stilistica e dei virtuosismi “camuffati” da inquadrature semplici. Mi ero innamorata della sua regia. E’ stato il primo regista a farmi emozionare in quel modo, a farmi vedere i film con occhi diversi.
Così ho recuperato “C’eravamo tanto amati” che percorre 30 anni della storia italiana omaggiando tantissimi maestri del cinema italiano, soprattutto De Sica, “Brutti, sporchi e cattivi” una rivisitazione delle periferie romane raccontate da Pasolini (che ho scoperto grazie a lui!) e “La terrazza” bilancio amaro di un gruppo di intellettuali di sinistra in crisi. In quegli anni usciva “La famiglia” commedia che ripercorre 80 anni di storia italiana (e probabilmente ero l’unica undicenne che stava al cinema di sua spontanea volontà e felice di esserci). Un altro film corale è la “La cena” vite, storie, disagi raccontate tra i tavoli di un ristorante.
Tutti i più grandi attori hanno lavorato con lui.
Scola non ha mai fatto mistero del suo orientamento politico di sinistra e quando Berlusconi salì al governo lui dichiarò che non avrebbe fatto più film. Infatti dopo “Concorrenza sleale” (2001) si dedicò prettamente a documentari.
Nel novembre del 2015 le figlie Paola e Silvia hanno presentato al Festival del Cinema di Roma il documentario “Ridendo e scherzando” un viaggio nella vita e nella carriera del padre.
“Ho orrore delle sicurezze, della mancanza di dubbi, dell’autostima… se l’Italia partisse dai propri limiti invece che dalle proprie virtù, andrebbe meglio” con queste parole di Ettore Scola inizia il documentario.
In occasione della presentazione il grande maestro aveva detto: “Il cinema è un lavoro duro ma si può, ridendo e scherzando, mandare qualche messaggetto, qualche cartolina postale con le proprie osservazione sul mondo. Il cinema è come un faretto che illumina le cose della vita”.
(Permettetemi questa confidenza)
E tu, caro Ettore, sei stato un faro che con il tuo cinema hai illuminato le cose della vita. Anche della mia. Grazie.
Addio maestro.
Il mio omaggio ad Ettore Scola
di Roberta Marani
In questi giorni abbiamo omaggiato grandi uomini della musica e del cinema; in questo caso rendo omaggio ad uno dei registi che aveva cominciato negli anni 50 come sceneggiatore e aveva sempre mostrato l’Italia facendone non un ritratto spietato come Risi (Il sorpasso; ad esempio) ma mostrandone a modo di farsa i modi di una società che voleva cambiare, ma ahi noi era cambiata in peggio. Dramma della Gelosia è una farsa, ma “C’eravamo tanto amati” passa dal periodo della resistenza vissuta in prima linea da un gruppo di amici al fatto che loro, le stesse persone non lo erano più. Finiti gli ideali, conta fare parte della nuova società.
Il Gran bel film per cui tutti ricordano Scola è il meraviglioso ” Una giornata particolare ” dove Sophia Loren e Marcello Mastroianni vivono una giornata particolare appunto, dove lei è madre e moglie-una dimessa Sophia Loren nel look ma all’altezza del personaggio- e uno splendido Marcello Mastroianni, “colpevole” di essere omossessuale. Il film vinse parecchi premi e mancò per un pelo l’Oscar.
Seguono film come la Terrazza, Il Romanzo di un giovane povero, la Famiglia, per parlare di Un mondo Nuovo dove però ci sono tanti personaggi a cui cambiare non serve e non è utile, tra dissacratorio, presa in giro, e dramma. Piccolo particolare: nel film I Nuovi mostri, episodio dal titolo “Elogio Funebre” Alberto Sordi e altri attori fanno un elogio funebre al collega morto. Solo che l’elogio comincia tra le lacrime e finisce con una scena felliniana di girotondo attorno alla lapide.
Lascia un buon cinema, fatto da tutti professionisti o quasi.