Over There vi regala un’intervista ad una giovane e promettente cantautrice folk, Alis Pompeo, in occasione dell’uscita del suo nuovo Ep, Resonance.
Sappiamo che è una domanda classica ma ci vorresti raccontare l’idea che ti ha portato a chiamarlo in questo modo?
Risonanza come amplificatore delle emozioni e della voce. Quest’ultima è, infatti, il vero motore da cui tutto parte, insieme alla chitarra acustica, lo strumento con cui mi accompagno da sempre e che, in questo disco, ricopre un ruolo decisivo. Mi piaceva l’idea di avere una parola che racchiudesse il concept di questo disco e trovo che Resonance sia perfetta.
Il brano a cui sei più legata di questa nuova opera qual è e perché l’hai scelta?
Sono naturalmente legata a tutti i brani del disco, in particolare a YOU. L’ho scritta 4 anni fa ed è sicuramente il brano più intimista di Resonance, anche se contiene una grande carica rock che esplode all’improvviso dopo un’introduzione totalmente acustica. Mi emoziona, e tanto. Tra l’altro, questo è stato anche il primo brano che ho registrato per questo disco e quello che ha colpito immediatamente il mio produttore artistico, Andrea Palumbo.
Abbiamo sentito che hai fatto un tour in America: ci vuoi raccontare le esperienze più belle e quelle meno positive a cui sei andata incontro?
Il tour negli Stati Uniti è stato, indubbiamente, una delle esperienze più belle della mia vita. Non solo perché ho avuto la possibilità di esibirmi, per la prima volta, di fronte ad un pubblico statunitense, ma ho sentito soprattutto il grande rispetto nei confronti della musica. Mi sono sentita a casa e completamente a mio agio e credo questa sia una delle cose più importanti per un musicista che esporta la propria arte all’estero. L’unica nota meno positiva è stato il fatto che mi sono presa una bella febbre che mi ha tenuta ferma per 4 giorni, ma appena passata, sono tornata subito a cantare!
Hai già iniziato il tuo tour in Italia con la prima data ad Aprilia, la tua città. Com’è andato?
Sono trascorse 24 ore dal concerto e ancora mi sento adrenalinica. E’ stato bellissimo. Pubblico favoloso, location fantastica e atmosfera elettrizzante. Forse uno dei concerti più belli che ho fatto! In tour con me c’è la mia band, composta da: Andrea Palumbo alla chitarra elettrica, Giuliano Quattrini alla chitarra acustica e Fabrizio Locicero alla batteria. Sabato 9 maggio sarò a Roma, e poi a Latina, Foligno, Napoli, Nettuno…
Altra domanda forse un po’ classica: hai iniziato a cantare fin da piccola?
Diciamo che la musica c’è sempre stata, ma ho iniziato a suonare la chitarra molto prima che a cantare. La mia voce l’ho scoperta “solo” a 14 anni, mentre la chitarra già la suonavo all’età di 7 e proprio durante l’adolescenza ho iniziato anche a comporre i miei primi brani.
Come è nato il tuo amore per la musica? C’è qualche artista a cui ti ispiri?
L’amore per la musica c’è da quando ne ho memoria. E’ nato ascoltando vecchie cassette di cantautori nostrani anni ’70. Fortunatamente ho avuto la possibilità di approfondire lo studio della chitarra e del canto di pari passo con la composizione dei miei brani e quella che inizialmente era una passione, si è poi trasformata in lavoro. Sono diversi gli artisti a cui mi ispiro, ma di amori ce ne sono pochi: Fleetwood Mac e Stevie Nicks, Tori Amos, e Joan Baez. Ognuno di loro rappresenta una tappa fondamentale nel mio percorso di crescita artistica e non solo.
Sappiamo che sei tu a scrivere i tuoi brani. E’ raro che ci siano cantautrici in questo periodo in Italia. Ci sono una miriade di cantanti che fanno cover, non solo nel nostro paese, e raramente scrivono le proprie canzoni. Questo ti ha ostacolato od aiutato?
Non è facile proporre musica inedita in Italia, soprattutto in questo particolare momento storico. Indubbiamente gli ostacoli sono molti ma la voglia di far ascoltare la mia musica è tanta e non mi fa arrendere.
Le tue canzoni spaziano dal genere folk al country in maniera personale. Come mai hai fatto questa scelta così particolare, soprattutto in un mercato chiuso alle novità come quello italiano?
Provengo musicalmente dal mondo del folk (Joan Baez, Simon & Garfunkel, Joni Mitchell, Ani DiFranco) ma mi piace sperimentare e fondere generi apparentemente distanti tra loro ed anche se in Italia il “mercato dei grandi numeri” punta quasi esclusivamente ad un tipo di musica commerciale, Resonance ha un respiro più internazionale, essendo cantato in inglese, quindi guarda non solo al territorio nazionale, ma anche un importante riscontro con l’estero.
Quando crei le tue canzoni ascolti qualcosa o ti metti a suonare oppure nascono da ispirazioni improvvise?
Le canzoni possono nascere in qualunque momento, in qualunque posto a qualunque ora del giorno. Sicuramente devo essere sempre fortemente ispirata da qualcosa che ho vissuto direttamente o indirettamente e che mi ha colpita nel profondo. Di solito la musica viene prima e dopo scrivo il testo, ma non c’è mai una regola fissa. E’ tutto molto improvviso ed è giusto che sia così.
Un’ultima domanda: potresti descrivere il tuo EP con poche parole per far capire, a chi magari non ti ha mai ascoltato, di cosa si tratta?
Un EP dall’anima folk country rock. Non si tratta però del solito country o del solito folk. Resonance è un disco che miscela elettronica, rock, pop, acustico, country e folk insieme, mantenendo però al tempo stesso un’identità ed una personalità forti e decise.
Vi lasciamo con il video di 20 Steps sempre da Resonance:
Si ringrazia la pagina ufficiale di Alis Pompeo per le foto
E vi ricordiamo che potete trovare Resonance su iTunes, CD Baby Mobile e Spotify
Intervista redatta da Simona Ingrassia e Silvia Azzaroli