Godzillate tante quante se piovesse. Effetti speciali a non finire. La trama dell’ultimo film del franchise di Jurassic Park, ovvero Jurassic World – Il regno distrutto, di Juan Antonio Bayona, non beneficia di chissà quali picchi di originalità. A dirla tutta non si raggiungono i livelli del prequel diretto nel 2015 da Colin Trevorrow, il quale, co-sceneggiatore insieme a Dereck Connolly e produttore insieme a Steven Spielberg di questo quinto capitolo, curerà la regia del sesto lungometraggio della saga d’azione, la cui uscita è prevista per l’11 giugno 2021.
A Isla Nublar accadono cose e nello specifico il risveglio di un vulcano minaccia le creature sopravvissute al suo interno, così al fine di salvaguardare quest’ultime Owen Grady (Chris Pratt) e Claire Dearin (Bryce Dallas Howard) partono in missione. La lava non rappresenta, però, l’unico pericolo: macchinazioni a scopi speculativi,infatti, insidiano l’intero pianeta.
Non ci si discosta molto da alcuni cliché “archeo-fantascientifici” già profusi in precedenza, tuttavia, in mezzo al fracasso e al fumo è comunque possibile rintracciare un bel po’ di arrosto: vuoi per l’amorevole sintonia avventurosa tra l’uomo che sussurra ai dinosauri Owen Grady e la coraggiosa Claire Dearing; vuoi per il fascino rievocativo suscitato dall’inserimento di creature esistite, con le dovute differenze, in un passato remoto, in un contesto tecnologicamente avanzato, bensì poco progredito a livello umano o vuoi, infine, per lo spettacolo derivante dal magico connubio di ere in cui l’uomo da sempre assetato di potere si scontra con la quasi impossibilità di dominare l’ingovernabile. L’imprevedibile.
A quale pubblico è destinato il film di Bayona? Potrebbe trattarsi di un’avventura destinata ad un pubblico variegato e in particolare famiglie e amanti del genere? Così “sembrerebbe”. Ultimamente, però, si parla di ipotetiche censure, scene “ripulite dal sangue”, da “fotogrammi violenti” al fine di evitare traumi al pubblico più giovane. L’ipotesi di differenti distribuzioni nei vari mercati per mano della Universal Pictures non è confermata. Poco importa se, soprattutto nelle fasce pomeridiane, la cronaca nera viene propinata in modalità poco rispettose ed eccessivamente morbose? Poco importa se alcuni odierni Cartoni rasentano una banalità (a voler esser buoni) sconcertante? Adattarsi alle minacce di una nuova Era è una sfida, che in alcuni casi si scontra con una Selezione “non proprio Naturale”. È, dunque, logico intercettare violenza nel Mondo Giurassico e non altrove?