Per uno come me, che segue il basket da quando aveva sette anni, la figura di Kobe Bryant rappresenta una favola bellissima e reale, ma dal triste epilogo, nato a Filadelfia ma cresciuto nei pressi di Reggio Emilia(e a Pistoia, Rieti, Reggio Calabria) mentre il padre Joe giocava nella Pallacanestro Reggiana sponzorizzata Cantine Riunite, ha mosso i primi passi cestistici proprio nelle giovanili della squadra reggiana.
La formazione avuta in Italia ne ha fatto un cestista americano assolutamente devastante nell’impatto statunitense. Anche quando ha giocato nelle competizioni nazionali con la maglia USA a cui ha sempre voluto rispondere in giovane età ed anche da vera e propria stella NBA la formazione avuta in Italia ha fatto la differenza rispetto ai suoi compagni. Lui ha sempre dichiarato che in Italia ha imparato a giocare e soprattutto a difendere, ed anche l’approccio alla regola del “passi” è sempre stato migliore nelle competizioni internazionali rispetto ai suoi compagni statunitensi.
Affermatosi nell’NBA con la canotta dei Los Angeles Lakers è diventato uno dei primi cannonieri del campionato professionistico americano durante la sua permanenza nella compagine gialloviola, ed è una vera ironia della sorte il fatto che, dopo aver lasciato il basket giocato, Lebron l’abbia superato pochi giorni prima dell’incidente mortale con l’elicottero in cui è scomparso assieme alla figlia Gianna ed altre vittime. Aveva sempre dichiarato inoltre che avrebbe voluto aiutare il movimento cestistico italiano, collaborando con la federazione italiana, fondando una scuola di basket per i giovani italiani. Purtroppo una sorte imprevista gli ha impedito di portare a compimento questo suo desiderio, maturato durante le sue visite solitarie ai luoghi del reggiano che ha visto muovere i suoi primi passi da bambino e da cestista.
Il basket, gli U.S.A. e l’Italia piangono questo uomo che ha costituito un ponte ideale tra il mondo professionistico del basket americano e l’Italia. Da stigmatizzare il comportamento della Federazione Calcio Italiana che ha respinto l’idea lanciata dal Milan, di cui Bryant era un tifoso, di un minuto di silenzio in ricordo del campione.
La città di Reggio Emilia, invece, intende intitolargli una piazza e oggi Novak Djokovic gli ha dedicato la vittoria all’Australian Open