LE TOMBE DIMENTICATE DEI GRANDI DELLA DANZA SUL LARIO 3 I TAGLIONI

FILIPPO E MARIA TAGLIONI

Tra i pochi rappresentanti del mondo della danza citati da guide e manuali a proposito del Lago di Como c’è Maria Taglioni, forse la più famosa ballerina dell’800, colei che portò la tecnica delle “punte” da artificio virtuosistico a reale strumento espressivo.

I Taglioni però furono una vera e propria dinastia di ballerini e artisti: danzavano anche il padre di Maria, Filippo, il fratello Paolo, il nonno Carlo, lo zio Salvatore e le zie Giuseppina e Luisa; Salvatore fu padre di una ballerina e di un compositore; Paolo fu padre a sua volta di un’attrice e di una ballerina conosciuta come Maria Taglioni “la Giovane”.

Filippo Taglioni
Filippo Taglioni

Filippo Taglioni nasce a Milano il 5 novembre 1777, studia con Carlo Blasis e debutta diciassettenne a Pisa con le sorelle, in una parte femminile; dopo esibizioni in varie città italiane si perfeziona a Parigi e diventa ballerino all’Opéra. Lì la situazione è dominata da “mostri sacri” come Pierre Gardel e Auguste Vestris, per cui Filippo non potendo emergere accetta il posto di maître de ballet a Stoccolma, dove sposa Sophie Karsten, figlia di un cantante lirico svedese e di un’attrice polacca. Lì nasce Mariana Sophie, poi detta Marie (23 aprile 1804).

La famiglia si trasferirà, a Vienna, in Germania (dove nel 1808 nasce Paul), quindi a Parigi in seguito alle guerre napoleoniche. Filippo continua a girare l’Europa come danzatore e come coreografo, quando si trova a lavorare di nuovo a Vienna per il Teatro Karntnertor chiama con sé la figlia Maria che sta studiando danza a Parigi: rendendosi conto della sua carente preparazione la sottopone a estenuanti lezioni (si dice, fino a farla cadere svenuta…) con la sua tecnica impeccabile, facendole acquisire quello stile leggero ed etereo che la renderà famosa. In particolare insisterà sui salti e sull’uso delle scarpette da punta, che all’epoca non erano un accessorio “obbligato”.Taglioni1

Maria debutta nel 1822, ma sarà “La Sylphide” del 1832 (su musica di Schneitzhoffer) a Parigi a far entrare padre e figlia nella storia. Quella sera nasce il balletto “romantico”. Da allora il prototipo della ballerina sarà la figura evanescente avvolta in candidi veli, possibilmente con alucce alle spalle e acconciatura a bandeaux sulle orecchie, che volteggia aerea sulle punte.

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Filippo continua a creare danze per opere liriche e interi balletti, alcuni tuttora noti, come “Il dio e la bayadera”, “La figlia del Danubio”, “La Gitana” ecc., viaggiando per l’Europa con la figlia; tra l’altro dirigerà il corpo di ballo di Varsavia dal 1843 al 1853. Tuttavia dopo la morte della moglie nel 1862 la sua salute mentale vacilla, diventa eccentrico, si imbarca in speculazioni azzardate dilapidando il patrimonio della figlia (costituito dai proventi degli ingaggi e dai generosi doni degli ammiratori…). Muore l’11 febbraio (qualche testo riporta settembre, forse per una difficile lettura dei certificati manoscritti: le abbreviazioni feb e sep sono molto simili) 1871, ufficialmente a Como, più probabilmente nella sua villa sul lago, a Blevio.

Su Maria aggiungiamo che nel 1832 sposò il conte Alfred Gilbert des Voisins ma il matrimonio non fu felice, fra il 1837 e il 1839 fu la diva di San Pietroburgo dove divenne oggetto di una vera venerazione maniacale, tanto che le sue scarpette ridotte in salsa venivano consumate a cena dagli sfegatati (è il caso di dirlo) ammiratori… Continuò a danzare fino a un’età non più verde, nel 1848, coreografò un solo balletto (Le Papillon), perduto il suo patrimonio si ridusse a insegnare danze di società e buone maniere a Londra e a Marsiglia, dove morì ottantenne il 22 aprile 1884.

TRE VILLE E TRE TOMBE

Le ville di Blevio legate a Maria Taglioni sono in realtà tre: Villa Maria Taglioni e Villa Serena, che ora fanno parte del complesso di Villa Usuelli, a fianco dell’antica parrocchiale dei SS. Gordiano ed Epimaco, e un po’ distante la Villa Troubetzkoy.2015-03-30 19.30.58

La prima villa dei Taglioni era chiamata la Florida, o anche Ca’ dell’Imperatore perché nel 1769 ospitò Giuseppe II d’Austria; la figlia della Taglioni la vendette al pittore Michele Riccardi, la proprietà poi passò a Teresio Usuelli figlio di Celestino “il milanese volante”, alpinista e costruttore di dirigibili. Attualmente la tenuta, ricca di sette acri di giardino, viene affittata per soggiorni e vacanze. Qualche anno fa avrebbe dovuto accogliere il segretario delle Nazioni Unite, ma per motivi di sicurezza (legati alla strada troppo angusta) la location fu scartata a favore di Villa Ronconi a Griante.

Villa Troubetzkoy, nota anche come Villa Pozzi o “la casa dei sette nani” per la forma a chalet, fu costruita attorno al 1850 da un principe russo; le guide turistiche alle prime armi vengono indottrinate con la storia che il principe era fuggito dalla Russia dopo la Congiura dei Decabristi, che fu soprannominato per assonanza “principe Turbascogli” in quanto fece saltare parte della riva rocciosa per edificare, e che era marito della figlia di Maria Taglioni. Una discendente dei Troubetzkoy ha recentemente appurato che non si trattava del decabrista principe Sergej, sposato con Ekaterina di Laval e che in quegli anni non lasciò la Russia, bensì di Alexander Troubetzkoy, uno dei più appassionati “fan” della Taglioni, colui che le regalò la famigerata (si ritiene porti sfortuna) Ca’ d’Oro di Venezia, persa dalla diva col resto delle sue sostanze. Dopo aver probabilmente goduto per anni delle grazie della ballerina, Alexander ne sposò nel 1852 la figlia diciassettenne Marie Eugénie Hedda (Jadwiga in russo, 1835-1901), che risulta “adottata” dal marito conte des Voisins (come “riconosciuto” risulta il figlio maschio Georges Philippe detto Youri, 1843-1897; le genealogie francesi registrano un terzo figlio, Jean-Pierre, “caduto per la Francia” nella battaglia di Razonville, ma per alcune fonti italiane sarebbe solo un omonimo e la diva accorsa alla notizia della morte avrebbe trovato il vero figlio all’ospedale da campo, ferito ma vivo). Insomma, l’interprete di personaggi spirituali e ingenui (come “Natalia la lattaia svizzera”, coreografato dal padre Filippo) ebbe una vita tutt’altro che virtuosa.2015-03-30 19.09.14

Di Maria Taglioni esistono ben tre tombe, reali o attribuite: la sua prima sepoltura a Marsiglia, la tomba vera al cimitero del Père-Lachaise a Parigi dove la fece traslare il figlio nella cappella di famiglia, e un sepolcro al cimitero di Montmartre dove tuttora si ammucchiano fiori e scarpette lasciate dalle giovani ballerine ma che appartiene alla madre, Sophie Karsten (sulla lapide si legge chiaramente “Marie Taglioni à sa mère”).

Non so ancora dove sia la tomba di Filippo, sarebbe logico fosse accanto a quella della moglie, di sicuro non è nel suggestivo camposanto di Blevio in riva al lago, dove spiccano invece altre due sepolture degne di nota: la monumentale cappella della soprano Giuditta Pasta (che aveva casa vicino a quella della Taglioni) e la tomba severa di Enrico Caronti, partigiano martire per la libertà.

g.fo.

si ringrazia:

la signora Maria dell’ufficio APT di Como

il Comune di Blevio, anagrafe e cimiteri

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