Pubblicizzata come “la prima serie teen ambientalista italiana”, “Never Too Late” ha debuttato il 19 ottobre scorso ad Alice nella Città, la sezione del Festival del Cinema di Roma dedicata ai giovani, ed è disponibile in esclusiva su RaiPlay.
Dieci episodi (circa mezz’ora ciascuno) girati tra la Sardegna e Roma, è una storia fantascientifica (ma non troppo) e avventurosa, con un po’ di thriller e anche di love story, e gira attorno a un gruppo di teen-ager che vivono fuori dalla foresta di Nur; “fuori” proprio nel senso di fuori dai confini, fuori dal muro che la cinge per proteggerla dagli esseri umani.
Siamo nel 2049 e da alcuni anni è in vigore il Green Lockdown, imposto dalle Milizie Verdi, corpo paramilitare il cui logo è un albero dalle ampie radici che formano il disegno dei polmoni umani… La temperatura va aumentando e soprattutto l’ossigeno è sempre più scarso a causa della distruzione delle foreste e degli altri comportamenti irresponsabili degli esseri umani, e quindi le poche aree verdi vanno difese ad ogni costo. Idea geniale o dittatura? Perché ciò comprende il divieto di vivere nelle aree selvagge, di fare un bagno in mare, di tenere animali domestici (che vengono abbattuti senza pietà perché consumano prezioso ossigeno), perfino di coltivare perché si spreca acqua e così vediamo i protagonisti cibarsi di cubetti gelatinosi dai colori improponibili…
A soffrire maggiormente del cambiamento climatico tra i ragazzi è Jacopo che ha un solo polmone; è il classico nerd geniale ma inizialmente bistrattato dai compagni più piacenti e arroganti, che però poi si inchineranno alle sue capacità tecnologiche: inventa, tanto per cominciare, un modo per disattivare i chip impiantati loro nella nuca, attraverso i quali vengono sorvegliati dagli onnipresenti droni. Sua amica è Maria, figlia di un comandante delle Milizie Verdi e desiderosa di entrare anche lei nella milizia contro il volere della madre, che minaccia l’ex marito di rivelare un segreto oscuro del suo passato. Per cui quando il padre di Jacopo e la madre di Maria vengono uccisi, la ragazza avrà l’orribile sospetto che sia stato proprio il padre a eliminarli.

C’è di mezzo un poco chiaro furto e contrabbando di ossigeno e non sono solo gli ex allevatori di bestiame ad acquistarne per i loro animali nascosti; ci sono misteriosi episodi di autocombustione di alberi nella foresta; i ricatti del viscido generale contro la scienziata Damiana, madre di Caterina (e qui c’è un buco di sceneggiatura: perché lo mostrano con uno sfogo cutaneo assai sospetto, che però nella scena successiva non ha più?); affari loschi portati avanti dai genitori della raffinata Alex che sono ricchi e influenti, perché anche sotto il Green Lockdown “tutti i cittadini sono uguali ma alcuni sono più uguali di altri” come direbbe Orwell. Per chi ama il lato romantico, sottolineiamo che Jacopo ama Maria ma lei inizialmente non lo corrisponde, mentre Arturo tradisce Caterina con l’esotica Benny.
Per me i momenti più strazianti sono l’uccisione del cane e il rimpianto di un’anziana signora per Marcel, il suo amato micio al quale aveva dato il nome dello scrittore Proust. C’è un chiaro conflitto generazionale tra i ragazzi, che vorrebbero solo vivere come ogni adolescente avrebbe il diritto di fare, in sicurezza e nella gioia, e i loro genitori: chi integrato nel regime, chi nell’opposizione armata, e chi approfitta e basta della situazione.
Un contrasto che emerge anche nelle ambientazioni, dagli squallidi villaggi inariditi ai panorami mozzafiato del mare sardo.

Il tratto più avventuroso? La fuga attraverso i cunicoli delle miniere, che terminano in uno strapiombo sul mare. E naturalmente la finale corsa contro il tempo per salvare sia la foresta sia una dei ragazzi che vi è tenuta prigioniera.
Fino all’ultimo c’è il dubbio di come potrà andare a finire, perché come spesso accade nella realtà, il torto non sta tutto da una parte sola e nemmeno la ragione. Sarà ad esempio la comandante delle Milizie di Cagliari a salvare la sorellina di Alex dai suoi stessi genitori, e l’aiuto di Giorgio (il padre di Maria) sarà determinante per i sei amici.
La speranza, tra la dittatura degli affari (perché di questo si tratta in fondo) e quella dell’irresponsabilità, è il buon senso, il giusto mezzo, il rispetto per la Natura e per le persone: e non siamo (ancora) in ritardo per mettere questo in pratica.
Never Too Late è una serie direi godibile ed è anche una produzione eco-friendly con pratiche per ridurre l’impatto inquinante del set in tutte le fasi della lavorazione (trasporti, consumo energetico, scelta dei materiali, ristorazione, rifiuti). Coprodotta da Rai Fiction e Propaganda Italia, è scritta da Camilla Paternò, Federica Pontremoli e Simona Coppini in collaborazione con Salvatore de Chirico. I protagonisti sono Arianna Becheroni (“Bang Bang Baby”) e Roberto Nocchi (“Tutto può succedere”, “Mio fratello rincorre i dinosauri”). Nel cast anche Roberta Mattei (“Anna” di Niccolò Ammaniti), Elena Cucci (“A casa tutti bene” di Gabriele Muccino), Matteo Taranto (“La macchinazione”, “Razzabastarda”), Mikaela Neaze Silva (“Roma Blues”), Dana Giuliano (“Più buio di mezzanotte”), Elisa Pierdominici (“I bastardi di Pizzofalcone”, “Dante” di Pupi Avati e “Notte fantasma”), Manuel Rossi, Jacqueline Luna Di Giacomo, Antonio Gargiulo e altri.
Una coproduzione Rai Fiction-Propaganda Italia, prodotta da Marina Marzotto e Mattia Oddone, con il sostegno di Creative Europe Media. Direttore della fotografia Paolo Bellan, scenografia di Marta Marrone, costumi di Marta Genovese, suono di presa diretta Giuseppe Manfré, montaggio Manuel Grieco, musiche di Dario Lanzellotti, supervisore degli effetti speciali Erik Caretta.
Trovate questa serie su Raiplay:
Never Too Late
https://www.sardegnaturismo.it/it/miniere-sedotte-e-poi-abbandonate