“Papà Marilyn” di Clara Cerri è un romanzo di formazione che narra le vicende del giovane disegnatore Roy Peter Cerri , alla ricerca della sua identità, non solo come pittore ma anche soprattutto come essere umano.
Vi avviso che da qui in avanti ci saranno diversi SPOILER.
Roy, ispirato fisicamente ad un giovane Joshua Jackson, ha un rapporto di amore/odio con il padre perché l’uomo fa spesso dei discorsi molto strani, come se non avesse mai il coraggio di dire fino in fondo ciò che pensa e cosa prova, a sua volta il ragazzo, in piena crisi adolescenziale è perso nel suo mondo di ragazzo e non sa quale appiglio trovare per avvicinarsi a lui.
Tra i due si crea in parte un vuoto e in parte un solido legame, come se, malgrado tutto, i due riuscissero a capirsi e amarsi, perché non sempre c’è bisogno di sapere tutto per voler bene a qualcuno.
Roy scoprirà molto più avanti i segreti del padre, in un periodo per lui molto difficile, sia perché il liceo sta finendo e si spalanca a lui l’ignoto. Non sembra essere sicuro di ciò che farà, soprattutto alla luce di un lutto e di un difficile rapporto amoroso che lo segneranno per sempre.
Affascinato dal cinema e dalla letteratura horror, Roy ha uno stile particolare, ama l’arte gotica, tutto ciò che è antico e misterioso, dai vecchi edifici di Boston in ristrutturazione alla magia di Roma, descritta con una patina di dolce malinconia che affascina, senza banalità.
Il lutto che lo colpisce è la morte del padre, morto probabilmente suicida, divorato dalla depressione e dalla sua incapacità di accettarsi.
Papà Marilyn è lui infatti. Un uomo che in passato aveva dei lati non consoni, si era travestito da donna, in particolare proprio da Marilyn Monroe, a cui lo accomuna la grande intelligenza, la depressione e la dolcezza.
Roy lo scopre appunto diverso tempo dopo, tramite una foto del padre travestito e questo lo aiuterà a capire chi è. Roy ha una tormentata storia d’amore con Bob, un ragazzo più grande, che è fortemente attratto dalla sua bellezza e dalla sua grande intelligenza e nel contempo pare averne paura, come se temesse di scottarsi. Alla fine i due finiranno per lasciarsi perché dopo il tradimento di Bob, Roy sarà incapace di lasciarsi andare con lui, incapace di perdonarlo totalmente. Da come si stavano mettendo le cose forse Roy ci sarebbe riuscito, la pretesa di Bob di averlo totalmente non ha aiutato il loro rapporto, ha però aiutato Roy a capire che non è bello sentirsi dalla parte di chi è costretto ad avere un rapporto sessuale, altrimenti la storia finisce.
Dopo il viaggio a Roma, Roy si avvicina alla sua amica del cuore, che da tempo gli dà ripetizioni e è innamorata di lui.
Per temi e parte della trama è accostabile al cult di Guadagnino “Chiamami con il tuo nome”, il romanzo di Clara Cerri ha un’ispirazione originale e fresca, anche perché l’autrice non ha mai visto il film o letto il libro da cui è tratto.
Tuttavia mi tocca far notare alcuni dubbi sul modo di affrontare l’ateismo, in maniera un po’ troppo frettolosa, troppo incentrata sulla giusta rabbia Roy, non si fa capire che l’ateismo può e deve avere sfumature molto più complesse di quanto possa credere un credente.
Questo tema lo riprenderemo più avanti in una nuova intervista all’autrice, per un progetto che abbiamo in comune.
Libro da leggere e da capire, sia per gli adulti, che trovano difficile comprendere i giovani, sia per gli adolescenti, non solo se in crisi con i genitori ma anche per provare a dialogare.
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