Patrizia Facchetti – Intervista alla proprietaria di Bar Pizzeria Sport a Vailate
1- Ciao Patrizia grazie di aver accettato di rispondere alle nostre domande. Vorremmo sapere, prima di tutto, da quanto tempo gestisci la tua bella trattoria e chi la creò.
La pizzeria trattoria è nata nel lontano 1980, cioè quarant’anni fa da un’idea di mio padre e un suo amico. Pochi mesi dopo però il socio costretto da un imprevisto lasciò a mio padre l’intera gestione. All’inizio lavoravamo solo io, mio padre e Paolo, il pizzaiolo mentre mia madre continuava a fare la pendolare.
2 – Cara Patrizia sappiamo, per esperienza diretta, che di solito avete sempre il locale pieno perché avete piatti genuini e gustosi, oltre ad un servizio con la clientela eccellente, per prezzi e gentilezza. Come avete vissuto questa crisi? Sappiamo che siete partiti con il servizio da trasporto. Come sta andando?
Vero, con gli anni e molto lavoro avevamo raggiunto una certa notorietà e i clienti amano venire da noi perché in fondo eravamo – siamo una famiglia e questo concetto abbiamo sempre cercato di trasmetterlo ai nostri clienti che, come tu sai, si sentono a casa.
Purtroppo questa epidemia ci ha costretti prima alla chiusura totale per più di un mese e mezzo e poi, stanchi di aspettare un’apertura che non arrivava (giustamente), abbiamo iniziato con una per noi nuova esperienza: il servizio a domicilio prima e, dal 4 maggio, abbiamo aggiunto anche l’asporto.
Devo dire che non va male, però manca il contatto diretto con i clienti.
Non ho ancora deciso se chiedere un aiuto al Governo ma se continua e le restrizioni sono quelle di oggi dovrò anch’io adattarmi. Troppe spese per adeguare il locale e proteggere noi e la clientela.
3- domanda un po’ piccante cara Patrizia. Avete avuto bisogno degli aiuti promessi dal governo? Se sì sono arrivati?
Silvia cara, il ristoratore, il pizzaiolo, e tutti i negozianti dopo mesi di stop non hanno forza economica per attuare tutte queste restrizioni che ci stanno imponendo.
Capisco il malumore e la preoccupazione, molti purtroppo non riapriranno. Alla già grave disoccupazione si sommerà anche quella dei commercianti artigiani la piccola impresa.
4- abbiamo letto delle proteste dei tuoi colleghi, cara Patrizia, che sostengono di non poter aprire con le attuali misure anti covid. Voi che siete nel settore potreste spiegarci quali sono i problemi creati da dette misure e cosa proporreste al loro posto per tutelare la sicurezza dei cittadini e nel contempo non perderci voi?
Soluzioni? Non sono un’esperta ma posso dirti che nel mio piccolo per poter aprire devo diminuire i posti a sedere da cento a 25; ogni cliente deve avere 4 metri di distanza;
i tavoli devono essere a 2 metri; niente menù cartacei;
sanificare e igienizzare ogni volta bagni sedie tavoli; devo misurare loro la temperatura e controllare, se sono una famiglia, se hanno l’autocertificazione… l’entrata e l’uscita;
i vari gel significanti sparsi per tutto il locale;
l’entrata del cliente uno prevista e a un metro quindi se entra una famiglia di 4 persone ci vogliono come minimo 20 minuti per poterli fare accomodare…tu mi capisci che oltre che pizzaiola, devo essere carabiniere, infermiera e donna delle pulizie, è un po’ troppo no?
Assumere altro personale in questo momento critico è impensabile.
Soluzioni? Non ne vedo molte.
Proposte? Non riesco a trovarne.
Il virus non è stato sconfitto e fa ancora vittime e quindi provo a mettermi nei panni di chi deve prenderne decisioni che riguardano la salute di un’intera nazione…
Grazie Patrizia