SALA PIENA PER LA FRACCI
COMO.- Era come prevedibile esaurita la sala dell’Unione Industriali per l’incontro con Carla Fracci, la più grande stella italiana della danza degli ultimi sessant’anni. La splendida serata dal titolo “La mia vita da artista” si è tenuta lunedi 12 ottobre, con la partecipazione anche della giornalista Aurora Marsotto, poiché contestualmente all’autobiografia della Fracci “Passo dopo passo. La mia storia” (Mondadori) veniva presentato anche il nuovo romanzo per ragazzi della Marsotto “Il ritorno dell’étoile” (Piemme, Il battello a vapore). Una simpatica chiacchierata con contorno di suggestive proiezioni tra cui spezzoni di “Giselle”, che si potrebbe definire “il balletto dei balletti”. Raccontando la sua vita la Fracci non ha tralasciato qualche frecciata polemica: “In Italia per tagliare e tagliare hanno tagliato eventi come il Festival di Nervi, hanno sciolto quasi tutte le compagnie di balletto tranne tre o quattro, col risultato che i nostri talenti sono costretti ad andare all’estero perché qui non c’è lavoro… e di talenti ce ne sono tanti, anche nelle scuole di provincia”. Racconta che le sarebbe piaciuto diventare “coach di étoiles” come nel romanzo di Aurora Marsotto “Il ritorno dell’étoile” in cui compare quale personaggio, e insegnare alle giovani leve “la sensibilità, la passione, l’interpretazione…” quando le moderne dive internazionali primeggiano soprattutto per la tecnica ma non sempre hanno la finezza di creare uno stile che contraddistingue ogni singolo personaggio dei grandi titoli del repertorio (da Giulietta a Medea…). “Non è stato possibile: facciamo i nonni, e siamo felici”.
Non è mancato un breve ricordo di Como: “A Como ho fatto Coppelia sul balcone a 15 anni” (mima le movenze della bambola meccanica), “Era tutto bello, eravamo giovani…”
Esilaranti poi i botta e risposta col marito, il regista Beppe Menegatti che interveniva spesso dalla platea. Il maestro Menegatti si è mostrato molto interessato alla ricerca sui grandi della danza vissuti sul Lago di Como, pubblicata dal Settimanale della Diocesi di Como, soffermandosi soprattutto sul maestro Nicola Guerra recentemente insignito del Premio Albo d’Oro Città di Cernobbio alla memoria (“Lo conosco benissimo”) e su Carlo Blasis, il ‘padre’ della danza classica, che ha paragonato a Michelangelo. Si è perfino congedato dalla cronista con un galante baciamano ringraziandola “per avermi raccontato queste belle cose” e l’invito: “Lei ricerchi, ricerchi!”. Si è poi intrattenuto a lungo con un’altra scrittrice e ricercatrice comasca, la dott. Grazia Lissi (foto).
E ci sono state giovani (e meno giovani) ballerine che alla fine della serata non sapevano staccarsi dalla figura sempre “mitica” della grande ballerina ormai ottantenne e sempre bellissima, finché non è salita in auto per tornare ai suoi affetti familiari.
g.fo.