Il mio amico Sauro e altri blogger hanno deciso di lanciare un’iniziativa molto carina, ovvero scegliere 5 film che vorresti aver diretto.
Attenzione non è detto che siano necessariamente i propri film del cuore, anche perché magari ci sono film che amiamo moltissimo ma non rientrano nel nostro genere preferito e nelle nostre corde e che quindi non potremmo mai essere in grado di “girarli”. Oppure film che potremmo fare se noi fossimo quei registi.
Noi di Over There abbiamo voluto proseguire questo gioco, creando ognuno la nostra lista.
Cominciamo dalla prima, poi via via ci saranno le altre:
- Incontri ravvicinati del Terzo Tipo
(di Steven Spielberg, Usa 1978)
Perché è un film meraviglioso, che svela l’animo sognatore di Spielberg, senza però scendere nella melassa, anzi facendoci incontrare gli alieni attraverso la musica, in un dialogo musicale che fa venire i brividi lungo la schiena.
2) La Fortuna di Cookie.
(di Robert Altman, Usa 1999)
E’ un film “cattivo” che esplora la natura umana senza sconti, senza misericordia, senza regole, mostrando il sud degli Stati Uniti, nudo e crudo, con una colonna sonora da urlo, come solo Altman sapeva fare e un cast in formissima.
3) Lady Hawke
(di Richard Donner, Usa 1985)
Un film romantico anche per i non romantici, che mescola abilmente fantasy, avventura e amore appassionato grazie ad una sceneggiatura perfetta, mai forzata, mai sopra le righe.
Per un giorno senza la notte e una notte senza un giorno.
4) Una storia vera
(di David Lynch, Usa 1999)
Questa pellicola di Lynch ha il potere di riconciliarti con il mondo, di far riscoprire la bellezza dell’animo umano, della lentezza, della natura, della famiglia e di tutto il creato.
Un road movie lento al passo con il suo strepitoso protagonista.
Un Lynch diverso ma non così diverso che dimostra di amare la provincia americana, facendoci questo dono perché, come ha detto qualcuno nel blog di Sauro, se non ti commuovi per questo film non sei umano.
5) Miracolo a Milano
(di Vittorio de Sica, Italia 1951)
Uno dei film più teneri e ottimisti di De Sica, dove si fa denuncia sociale, anche feroce, senza però rinunciare all’ottimismo e alla voglia di sognare un mondo migliore, un modo pieno di fantasia e gioia.
Qui sotto trovate gli altri blogger che partecipano all’iniziativa:
E ovviamente Solaris
Silvia Azzaroli.
1) Blade Runner (Ridley Scott, Usa, 1982)
E’ il film perfetto. Un film incentrato su cosa davvero ci rende umani. Nella versione del regista gli esseri umani si dimostrano meschini confrontati con i replicanti. Loro hanno esattamente gli stessi dubbi e la stessa paura di noi umani.
“Padre, voglio più vita” afferma Roy Batty. Non è in fondo quello che desidera l’uomo da quando esiste?
2) Inception (Christopher Nolan, Usa, 2011 )
Sono appassionata da sempre di interpretazione dei sogni. Ho letto molti libri in materia e ho cercato di trovare un accesso in questo ambito della mente, a mio avviso, poco considerato dalla scienza. E’ naturale pensare che se avessi scelto di girare un film dedicato a questo mondo probabilmente sarebbe stato questo. Finora è la rappresentazione più fedele che abbia trovato del linguaggio onirico.
3) Inland Empire (David Lynch, Usa, 2006 )
Prima ancora di sapere che Lynch fosse dedito alla meditazione trascendentale, ho pensato che questo film fosse una trasposizione di quello che accade quando una persona decide di dedicarsi a quella pratica. E’ un viaggio nei meandri della mente, con una logica che non ha nulla a che vedere con quella normale di tutti i giorni.
4) Predestination (F.lli Spierig, Usa, 2014)
Libero arbitrio vs destino. Cosa fareste se sapeste esattamente qual è il vostro destino? Cerchereste di disinnescarlo oppure fareste in modo per portarlo a compimento.
Questo è uno dei tanti temi che mi hanno sempre interessato e intrigato. Io sono più una fautrice dell’illusione del libero arbitrio ma ho apprezzato molto il fatto che i registi hanno deciso di non rispondere alla domanda.
5) The fall Tarsem Singh E’ nello stesso tempo un film sul cinema e sul potere della narrazione. Ci mostra che cosa cerchiamo tutti noi che ci muoviamo a vedere un film. La storia. E’ la sola cosa che conti. Io ho sempre creduto nel potere della parola…
Simona Ingrassia
Se io fossi regista, che film potrei dirigere?
E’ una domanda che non mi ero mai posta prima di ieri. Trovare la risposta è stato un lavoro più arduo di quanto credessi, poiché ho dovuto fare la sostanziale differenza tra ciò che più mi piace vedere e ciò che vorrei dirigere: le due cose, infatti, non sempre coincidono.
Da amante della fantascienza, del fantasy e dei film d’avventura mi sono resa conto che però vorrei dirigere tutt’altro.
Ecco la mia lista.
1) La marcia dei pinguini, di Luc Jacquet, 2005.
Più che un film vero e proprio è un documentario, ma vista la mia passione smisurata per questi animali tanto buffi quanto incredibilmente tenaci, non esito ad inserirlo al primo posto. Non mi sarebbe importato nulla del freddo, della notte antartica, delle tempeste di neve: seguire da vicino e per svariati mesi la vita dei pinguini rimane un desidero che vorrei realizzare.
2) Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, di Mel Stuart, 1971.
Trama molto godibile, trovate fantastiche (chi di voi non vorrebbe potersi dissetare ad una cascata di cioccolato finissimo, per esempio?), canzoni che rimangono in mente per un lungo periodo e soprattutto Umpa Lumpa! Questo film è come un sogno ad occhi aperti, con una bella lezioncina morale per ognuno ed atmosfere indimenticabili. Purtroppo non mi sento di poter dire altrettanto del celebre remake di qualche anno fa.
3) La Tosca, di Luigi Magni, 1973.
Monica Vitti, Gigi Proietti e Vittorio Gassman. C’è da aggiungere altro?
Tre mostri sacri del cinema italiano, una trama che parla di passioni, di rivoluzione, di amore e di morte e sullo sfondo Roma, la città eterna.
Il momento più emozionante per me è la canzone “Nun je da’ retta Roma”, cantata da Cavaradossi/Gigi Proietti.
4) Canone inverso è un film del 2000 diretto da Ricky Tognazzi, tratto dall’omonimo romanzo del 1996 di Paolo Maurensig.
Credo che sia uno di quei rarissimi casi in cui il film è decisamente più bello del libro da cui è tratto, complice sicuramente la superba colonna sonora di Ennio Morricone.
La passione per la musica è il filo conduttore di una trama forse semplice ma sicuramente d’effetto, anche perché essa gioca a spostarsi su due momenti temporali diversi, quello del film e quello della narrazione nella narrazione. La profonda amicizia tra due ragazzi, l’aristocratico David Blau e l’adottato Jeno Varga, accomunati dal grandissimo talento musicale e da qualcosa di più grande, che s’intuisce man mano che ci si inoltra nel racconto. Sullo sfondo la tragedia del nazismo regala atmosfere cupe ed un finale da fazzoletti a portata di mano.
5) Stelle sulla terra, 2007 diretto da Aamir Khan. Prodotto di Bollywood, racconta la storia di un bambino di nove anni che soffre di dislessia, non conosciuta dai genitori ed anzi letta come sinonimo di stupidità e pigrizia, identificata invece da un insegnante che diventerà non solo una guida educativa, ma un vero e proprio mentore di vita. Raccontato con garbo e molta cura, non esita a farci vedere il mondo con gli occhi di un bimbo dislessico. Il percorso del piccolo e del suo insegnante è un arco narrativo che stringe il cuore, il finale è da sciogliersi di tenerezza. Da vedere insieme ai bambini.
Chiara Liberti
Se fossi regista quali film avrei voluto dirigere? L’ho sognato talmente tante volte che citarne 5 è veramente difficile. Avrei una lista di un migliaio di film, dai grandi classici ai più moderni, dai pluripremiati agli snobbati dall’Academy e da ogni altro festival o giuria. Perchè se un film mi piace, mi piace. Indipendentemente dal nome del regista o degli attori. Sta tutto in ciò che mi trasmette. Anche con qualche mancanza stilistica. Quindi ecco la mia lista “sentimentale”.
1. Una giornata particolare
Prendendo come spunto un fatto storico, la visita di Hitler a Roma nel 38, il film narra l’incontro/confronto tra due realtà lontane ma avvicinate dalla sofferenza provocata dal regime: una casalinga ingenua ed ignorante considerata importante solo per “produrre” figli ed un ex radiocronista, intellettuale antifascista impotente di fronte allo strapotere squadrista, omosessuale, condannato al confino, deciso a suicidarsi.
Dialoghi delicati ed intelligenti.
Il lunghissimo piano sequenza iniziale della descrizione della palazzina semideserta è la perfezione.
2. Al di là delle nuvole
Diretto da Antonioni con la collaborazione di Wim Wenders.
E potrei anche fermarmi qui.
Ma aggiungo John Malkovich, Fanny Ardant, Kim Rossi Stuart, Jean Reno, Sophie Marceau, Irène Jacob, Marcello Mastroianni, Peter Weller e Inés Sastre. Non basta? Il tutto accompagnato da un’ottima colonna sonora (U2, Van Morrison, Lucio Dalla) e da luoghi incantevoli (Ferrara, Parigi, Aix en Provence, Portofino).
Tralasciando tutti questi nomi per me questo film è AMORE.
C’è tutto: passione, erotismo, desiderio, appagamento, delusione, rifiuto. In tutte le sue forme: delicato, crudo, vorace, dolce.
Il film trasuda romanticismo in ogni scena, in ogni inquadratura.
3. Mulholland Drive
Adoro Lynch per la sua capacità di catapultarci in una narrazione onirica, narrazione dell’inconscio, in cui bisogna abbandonare la razionalità e approcciarsi solo emotivamente.
Bisogna prestare attenzione ad ogni scena, ad ogni inquadratura. Qual è la realtà? Qual è il sogno? Cosa vorrà dire veramente? Tutto è studiato, niente è messo li per caso. E, a volte, può essere d’aiuto a capire la storia. Si, perchè diciamocelo uno pensa di aver capito tutto ma poi, alla fine, rimane sempre il dubbio e allora perchè non rivederlo? E trovare altri nuovi particolari che insinuano nuovi dubbi. E va bene lasciarli anche irrisolti. Con Lynch non è necessario trovare una risposta razionale.
4. Le ragazze del Coyote Ugly
Non storcete il naso. So benissimo che la storia è semplice, forse anche banale, e la regia non è sicuramente da Oscar ma per me questo film rappresenta la determinazione. Avere un sogno, volerlo realizzare a qualunque costo, anche allontanandosi dagli affetti, ricominciare in un’altra città tra mille difficoltà. Per un sogno si fanno sacrifici, si affrontano rischi, si prendono porte in faccia, si cade e ci si rialza. Più forti e grintosi di prima. Con una buona dose di solidarietà femminile. Leggero con una splendida colonna sonora.
Da rivedere ogni volta che si è giù di morale.
5. Hugo Cabret
Avventuroso, storico, fantastico, drammatico.
Tra citazioni di film e personaggi famosi di altre arti ma legati al cinema, scene tratte da film e scene ispirate da film, i protagonisti si muovono nella città in cui nacque il cinema grazie all’escamotage di un mistero da risolvere.
Questo film è un omaggio al cinema di Méliès. Ma più in generale è un omaggio al cinema!
E’ il film dei film.
Romana Russello
Prima parte
Ci sono capolavori cinematografici talmente grandi che non è possibile neanche pensare di eguagliare. I più antichi, come “Il Monello” di Chaplin, “La Ciociara” di De Sica e “Roma Città Aperta” di Rossellini, hanno narrato la dolcezza e la tragedia del loro tempo, emozionando fino alle lacrime. E poi ci sono i capolavori del nostro tempo. Grandiosi, colorati e tecnicamente perfetti, questi ultimi fanno parte del vissuto recente di ciascuno, e a mio avviso hanno rappresentato l’evolversi della civiltà moderna attraverso le storie avventurose a cui temi sociali, morali e politici incredibilmente attuali hanno fatto da sfondo e sottofondo. Partendo dall’assunto che da sempre i romanzi, le fiabe e le favole hanno avuto una importante valenza didattica nella formazione degli individui, ho selezionato i cinque film (ma sarebbe più corretto dire LE 5 EPOPEE) che sento fortemente miei e che avrei amato poter dirigere.
1) STAR WARS: La Saga.
Ammiro incondizionatamente George Lucas: per il suo coraggio da filmaker sperimentale sempre all’avanguardia, per il suo talento sconfinato nel creare l’universo straordinario della Galassia Lontana Lontana di STAR WARS, e soprattutto per le sue imperfezioni di uomo e di scrittore che lo pongono tra gli autori contemporanei più geniali dal nostra epoca. La sua epopea sulla Dinastia Skywalker è un abile fusione di generi amatissimi: epica, fiaba, favola, fantascienza e romantica avventura di frontiera, che ha saputo conquistare il mondo con ritmi mozzafiato ed effetti sartoriali strabilianti; un’epopea che il 16 Dicembre 2015 torna sugli schermi di tutto il mondo promettendo di reincantare i sognatori di ogni età con la Trilogia dei Sequel in prossima uscita.
LA TRILOGIA CLASSICA: • Episode IV: “Una Nuova Speranza” (1977) è il film che impone George Lucas all’attenzione del mondo e lo trasforma da timido regista sperimentale a potente produttore capace di trasformare in oro il brand STAR WARS. La trama del film è semplice. Sullo sfondo di una guerra civile esplosa contro il malvagio Impero Galattico, due giovani eroi-per-caso, un vecchio Generale con un passato da Cavaliere Jedi e due droidi dalla spiccata personalità e tempi comici impeccabili, accolgono la richiesta di aiuto di una principessa ribelle in pericolo e attraversano la frontiera di una galassia lontana per recapitare informazioni vitali alla sopravvivenza della ribellione. Con una buona dose di fortuna ed il favore della Forza che accompagna l’inconsapevole Luke Skywalker, gli eroi liberano la principessa Leila ed assestano per mano di Luke (e con l’aiuto di Ian Solo) un colpo devastante all’arroganza militare dell’Impero. Film travolgente, tecnicamente complesso per l’epoca e visivamente strabiliante, “Star Wars” (nel 1977 si chiamava così) segna una svolta importantissima nella storia del cinema e innesca una rivoluzione stilistica così potente tra i giovani filmakers dell’epoca da essersi propagata indenne attraverso quasi quarant’anni di cinema. James Cameron, Ridley Scott e Peter Jackson sono tra i grandi nomi del cinema che hanno cavalcato l’onda lunga di STAR WARS attingendo a piene mani dal suo stile narrativo per affermarsi su scala globale. Oggi STAR WARS è La Saga: un capolavoro d’ingegno e genialità che continua ad influenzare i registi del futuro, ben lieti di poter sperimentare sul campo le loro capacità professionali. Talenti come JJ Abrams, Rian Johnson e Gareth Edwards sono i giovani filmakers direttamente impegnati sui set delle due Trilogie STAR WARS attualmente in lavorazione: la Trilogia dei Sequel e la Trilogia non seriale degli Anthology. Come non desiderare di poter dirigere questo film, nato tra set pionieristici, uno stato di anarchia latente e gli sfottò degli attori protagonisti ?… Onore dunque alla tenacia di Lucas, che si prenderà la soddisfazione di vedere il suo film in vetta alla classifica degli incassi milionari; soldi coi quali finanzierà i successivi due episodi. Un’unico appunto: la scena di Solo nella taverna su Tatooine non l’avrei cambiata.
- Drammaticamente superbo, inaspettatamente cupo e romanticamente intenso, Episode V “L’Impero Colpisce Ancora” (1980) di Irwin Kershner, prodotto da George Lucas che per questo film sfiora il fallimento, è stato lo schiaffo in faccia ai fans ancora intenti a crogiolarsi nel ricordo del bel finale da “… E Vissero Felici E Contenti…” di Episode IV. La drammatica caccia scatenata da Lord Darth Fener contro i ribelli dopo la distruzione della Morte Nera a Yavin, col segreto intento di catturare il giovane Luke Skywalker e attirarlo a se’ contro l’Imperatore, tiene banco per tutto il film e si consuma nel duello su Cloud City tra Luke e Fener… durante il quale il Sith sconvolge Luke e gli spettatori con la storica rivelazione: “Io Sono Tuo Padre.” Fa da contraltare ad dramma del giovane Skywalker la vivace storia d’amore tra l’ex mercenario Ian Solo (ora coraggioso Comandante ribelle) e l’algida Principessa Leila; la sfacciata dichiarazione di Ian alla fanciulla leader dell’Alleanza, che nega i propri sentimenti anche di fronte all’evidenza, sfocia nel loro primo bacio a bordo di un Millennium Falcon perennemente in avaria e protagonista assoluto ai comandi di Solo di una fuga al cardiopalma davanti al superstardestroyer di Fener, tra la flotta Imperiale e in mezzo ad un terrificante campo di asteroidi. La cattura del Falcon in avaria su Cloud City porterà i due innamorati della camera di congelamento dove Leila dichiarerà il suo amore a Ian, prossimo all’ibernazione, nella famosa scena del “… Ti Amo / Lo So…” Un capolavoro scritto a quattro mani da George Lucas e Lawrence Kasdann . Un film di guerra dal finale devastante al quale potrei approcciarmi con reverenziale umiltà sapendo di non poter fare di meglio… Magari un pizzico di sofferto dramma in più durante la fuga di Leila da Cloud City… Lucas permettendo !….
- Episode VI “Il Ritorno Dello Jedi” (1983) di Richard Marquand. Il film della resa dei conti tra Alleanza ed Impero svela al mondo la malvagità estrema dell’Imperatore e narra il cercarsi continuo e segreto tra Luke e suo padre mentre incombe lo scontro finale. S’intuisce che il giovane Skywalker è ormai un Jedi completo grazie all’attuazione del piano per portare Jabba allo scoperto e batterlo fuori dalla sua fortezza, dov’è più vulnerabile, per liberare gli amici fraterni Ian e Leila armato della nuova spadalaser che presumibilmente si è costruito da solo; sarà poi lo stesso Yoda ormai morente ad investirlo formalmente Cavaliere Jedi. Ma incredibilmente il film di Marquand non centra l’obbiettivo di consacrare la grandezza di Luke Skywalker Jedi e stratega; la tecnica del Non Detto & Non Mostrato applicata da Kershner alla storia d’amore tra Ian e Leila nel film precedente non funziona per Luke, che resta agli occhi di troppi fans intrappolato in una condizione di Jedi incompleto !!! Il film si perde invece in lungaggini nel Palazzo di Jabba e in divagazioni fiabesche tra i boschi di Endor e i suoi buffi abitanti indigeni, omettendo importanti fasi belliche di preparazione sul campo a Tatooine ed a Endor. Poderosa la grande battaglia finale con il Falcon ( senza Solo ai suoi comandi !!!…) alla testa dell’attacco ribelle che porterà alla distruzione della Morte Nera II. Immenso e straziante il duello tra Luke e Fener nella cupa Sala del Trono a bordo della Morte Nera II. Davanti ad un Imperatore al culmine della malvagità ed incapace di provare amore, Luke compie il suo capolavoro: usa il Lato Oscuro per ingannare Palpatine, aggrappandosi alla luce e all’amore attraverso cui aiuta suo padre Anakin a rinnegare il Sith e riemergere da Jedi. Avrei potuto da regista riuscire a fare meglio di Marquand ?… Immagino di no: nemmeno Harrison Ford in questo film riuscì a spuntarla sullo sceneggiatore e produttore Lucas in merito a dialoghi, situazioni e destino di Solo… Ma in ogni caso ci avrei provato.
Seconda parte
LA TRILOGIA DEI PREQUEL:
Episode I “La Minaccia Fantasma” (1999) di George Lucas. Nel 1997 I’ormai grande produttore George Lucas decide di rimettersi in gioco e torna dietro alla macchina da presa per consegnarci nel 1999 la prima parte della storia romantica e tragica di Anakin Skywalker. Diversamente dalla Trilogia Classica, ambientata nella frontiera selvaggia di una galassia sconvolta dalla guerra civile, la nuova Trilogia descrive il tempo sofisticato e gentile della Repubblica, nell’epoca in cui i Jedi erano guardiani di Pace e Giustizia nella Galassia e dimoravano nel cuore delle Istituzioni a Coruscant. Sono gli anni che precedono il crollo della Repubblica, e Lucas narra quest’epoca direttamente dal centro nevralgico del Potere: i Palazzi della Politica, il Senato Galattico ed il Tempio Jedi. Qui la giovane Regina Amidala giunge da Naboo: il pacifico mondo sotto assedio delle droidi armate della Federazione dei Mercanti, scontenta a causa della Legge sulla Tassazione delle Rotte Commerciali approvata dal Senato, ma segretamente manovrata dall’Oscuro Lord Sidious. La Sovrana, scortata dal Maestro Jedi Qui-Gon Jinn e dal suo padawan Obi-Wan Kenobi, viene accolta dal Cancelliere Valorum al termine di un viaggio disperato e dopo un attracco forzato su Tatooine, dove il piccolo Anakin Skywalker vince per lei (credendola un’umile ancella) la pericolosa corsa di sgusci a Bonta Eve ed il danaro che serve per riparare la nave in avaria; guadagnandosi la libertà grazie all’intervento del Maestro Jinn. A Coruscant la Regina confida di poter ottenere l’aiuto e la condanna del Senato contro l’invasione Federale alla Sovranità di Naboo; ma la sua missione si scontrerà con l’indifferenza dei senatori deputati alla tutela del bene comune e fallirà, obbligandola a prendere atto della corruzione devastante in seno alle Istituzioni. Si percepisce un pericolo strisciante tra le sedi del Potere a Coruscant. Il Consiglio Jedi non gradisce gli allarmismi di Qui-Gon Jinn, contempla a malapena la sua teoria di un ritorno dei Sith e rigetta la sua richiesta di far addestrare nel Tempio il piccolo Anakin: portatore di un nebuloso futuro malgrado la Forza scorra potente in lui. Il Senatore Palpatine di Naboo si rivela invece scaltro e fine stratega… indirizzando gli atti politici di Amidala fino a causare la destituzione del Cancelliere Supremo Valorun e la propria elezione alla prestigiosa Carica. Il rientro repentino di Amidala a Naboo con in progetto un’alleanza strategica con l’indigeno popolo anfibio dei guerrieri Gungan costituirà l’elemento di disturbo che metterà in crisi i piani di Sidious muovendo gli eventi che grazie ad Anakin porteranno alla disfatta degli aggressori. Film sontuoso dalla trama complessa ed intrisa di complotti politici, il che la rende più ostica da seguire ma assai più affascinante, “La Minaccia Fantasma” resta l’episodio più incompreso della controversa Trilogia dei Prequel ; soffre la priorità data da Lucas al merchandising e si perde negli sbrodolamenti del faccione di Boss Nass, nella troppo lunga corsa di sgusci con tanto di improbabili pupazzetti in gara, e nella morte diversamente eroica di Qui-Gon. Ma avrei amato immensamente dirigerlo, se non altro per provare a dare il giusto risalto ad Amidala e convincere Lucas che non si vive di solo merchandising.
- Episode II “L’Attacco dei Cloni” (2002) di George Lucas. Secondo la critica del tempo “… Il film vive dei palpiti dell’amore proibito tra Anakin Skywalker e Padmè Amidala…” Descrizione suggestiva ma incompleta, perché anche stavolta non tiene conto delle cospirazioni politiche alla base della storia; cosa che aiuterà a lasciare i fans e spettatori l’errata sensazione di aver assistito ad un film vagamente melenso. La storia d’amore in realtà non intralcia il film; anzi lo motiva ulteriormente, e resta comunque racchiusa nelle brevi sequenze su Naboo: quasi che il luogo rappresenti lo scrigno di una felicità impossibile da esprimersi altrove. Ma il film è molto di più. L’attentato fallito alla Senatrice Amidala di Naboo, che rientra a Coruscant per votare contro il Decreto di Fondazione di un Esercito della Repubblica che contrasti gli attacchi dei Separatisti scatenando una guerra fratricida, introduce la nuova crisi in atto dieci anni dopo i fatti di Naboo. L’Oscuro Sidious latita, ma tra i focolai di rivolta accesi in tutta la galassia si riconosce il disegno di colui che li ha alimentati… forte della deriva sensoriale dei Jedi sempre più confusi e in difficoltà. In mezzo a tanta incertezza la Senatrice Amidala accusa lucidamente dell’attentato alla sua persona un ex Jedi di nobile lignaggio, il Conte Dooku; ma si scontra con la perplessità del Consiglio Jedi riunito nell’ufficio di Palpatine per ascoltarla…. Senza un indizio concreto da cui cominciare, e conoscendo la di lei avversione per la presenza limitante delle scorte, il Cancelliere Supremo la prega di accettare temporaneamente la protezione dei Jedi indicando un amico di vecchia data: il Maestro Kenobi. Quando il Jedi si presenta a lei assieme al giovane padawan Anakin Skywalker, sfacciatamente bello e irriverente, il dialogo di sguardi interrotto dieci anni prima tra i due giovani si riaccende come per magia sotto gli occhi di Jar-Jar Binks, ora Delegato di Naboo al fianco di Amidala. Ma in Anakin riemergono anche antichi atteggiamenti al limite dell’arroganza. Quel suo contestare il mandato non indagativo del Consiglio Jedi per mettersi in mostra agli occhi di Padmè; il piglio saccente atto a dimostrare al Maestro Kenobi che le proprie percezioni sono più affinate delle sue, solo un istante prima che un nuovo attentato alla vita della Senatrice rischi di ucciderla nel sonno; la caccia al cardiopalma nella notte di Coruscant per mettere le mani sul cacciatore che ha osato minacciare Padmè e che a sua volta viene ucciso da un committente insoddisfatto, lasciando ai Jedi solo il cadavere di una mutaforma colpita a morte da un dardo avvelenato di fattura sconosciuta. L’irruenza di Anakin preoccupa non poco Kenobi; ma piace a Palpatine, che lo lusinga esaltando ciò che i Jedi tentano di smorzare e gli affida la protezione esclusiva di Amidala ordinandogli di scortare la Senatrice lontano da Coruscant, a Naboo; separandolo di fatto dalla guida saggia di Obi-Wan, al quale invece il Consiglio Jedi affida l’indagine sugli attentati. Ma il ragazzo non è pronto ad assumersi in prima persona una responsabilità così grande; il volto preoccupato di Obi-Wan al momento del distacco dal suo Padawan non lascia dubbi al riguardo: Anakin è turbato da sogni premonitori che gli mostrano sua madre in punto di morte. e la bellissima Senatrice non è un politico qualunque, ma l’angelica fanciulla a cui il giovane pensa incessantemente da anni. Il timore che lui possa compiere qualche sciocchezza per lei, o che Amidala faccia altrettanto per lui, non abbandona il Jedi. Lo stesso Anakin ha paura per quell’incarico e non ne fa mistero con Padmè, scoprendo che anche lei è spaventata. È in un’atmosfera di timore sussurrato e strisciante che osserviamo i due giovani imbarcarsi da soli su un trasporto di linea in partenza per Naboo, col solo conforto della presenza di R2 a rassicurarli. Da questo momento le strade di Maestro e allievo si dividono procedendo su binari paralleli; si ritroveranno solo dopo che il percorso di Anakin verso la deriva oscura sarà stato fatalmente intrapreso. Le indagini di Kenobi sulle tracce del misterioso dardo avvelenato lo condurranno fino a Kamino: il remoto pianeta dei clonatori, dove trova ad attenderlo la cortesia del Primo Ministro e un impressionante esercito di cloni misteriosamente commissionato per la Repubblica dal defunto Maestro Jedi Syfo-Dyas. Ma non è tutto: i cloni hanno una matrice, ed è il pericoloso cacciatore di taglie Jango Fett, che lì vive agiatamente assieme al figlio-clone Boba e che Kenobi percepisce essere l’assassino della mutaforma a Coruscant; ma il suo tentativo di portarlo davanti al Consiglio Jedi per essere interrogato sugli attentati ad Amidala, sfocia in un violento confronto fisico tra i due, e culmina nella fuga del sospettato. Kenobi lo inseguirà fino a Geonosis, dove trova la prova che Fett è parte del complotto separatista ordito contro la Repubblica da finanziatori eccellenti tra cui la Federazione dei Mercanti ( mandante degli attentati ad Amidala ), il Clan Bancario e il Conte Dooku.
Il soggiorno forzato a Naboo riserva invece ad Anakin momenti di assoluta serenità accanto a Padmè. Il loro arrivo a Theed ricevuti dalla Regina Jamilia, il rifugio romantico nella Regione dei Laghi. Anakin è sopraffatto dalla bellezza dei luoghi e dalla ritrovata complicità con Padmè; la corteggia, le ruba un casto quanto audace bacio e le presenta una dichiarazione d’amore in piena regola ( in stile talmente shakespeariano da risultate davvero sdolcinato !); ma invece di essere ricambiato riceve il rifiuto responsabile della fanciulla, che nega questo amore nel nome dei rispettivi impegni istituzionali, prefigurando lo scandalo che deriverebbe da una loro eventuale storia. Il ragazzo non può che accettare frustrato la decisione di Padmè; e intanto vecchi incubi tornano a tormentare il suo sonno; visioni di sua madre sofferente che non può più ignorare. Senza la presenza ferma e rassicurante di Kenobi al suo fianco, Anakin fa ciò che a un Jedi non è concesso: abbandona la missione su Naboo per accogliere il grido di dolore di sua madre, e parte per Tatooine a bordo del vascello senatoriale di Amidala, che imprudentemente lo accompagna nell’impresa per impedire che il giovane venga punito dai Jedi. I due ragazzi si muovono con prudenza, ma sembrano del tutto inconsapevoli del pericolo a cui la vistosa nave argentea di Amidala li espone a Tatooine. Si rivolgono a Watto, dal quale apprendono che Shmì è stata liberata da un certo Clieg Lars, che poi l’ha sposata portandola a vivere dalle parti di Mos Eisley. L’arrivo di Anakin e Padmè alla fattoria dei Lars fa loro ritrovare un C-3PO ormai completamente assemblato, ma una volta fatta la conoscenza di Clieg, di suo figlio Owen e della di lui fidanzata Beru, apprendono della tragedia di Shmì, amata moglie rapita dai predoni Tusken; molti tentativi sono stati fatti inutilmente dai coloni per liberarla, e il prezzo in vite umane è stato alto. Clieg ora la piange morta, ma Anakin sente la sua presenza viva, e si avventura verso il Mare delle Dune dove le comunità nomadi dei Jawas lo indirizzano verso il campo Tusken. Il Jedi ritroverà sua madre in una delle tende, tenuta in vita al prezzo d’interminabili supplizi. Shmì spira appagata tra le braccia di suo figlio, dopo averlo rivisto per l’ennesima ultima volta. L’evento ha conseguenze immediate per il fragile Anakin, che devastato dal dolore cede all’ira e affronta i Tusken. Più tardi, al suo mesto rientro dai Lars per riportare a casa il cadavere della madre, Anakin confessa a Padmè il peccato di cui si è macchiato: lo sterminio della tribù Tusken. Ma per i Jedi il tempo del dolore privato non può essere contemplato; e immediatamente dopo il funerale, una richiesta di soccorso di Kenobi raggiunge Anakin. Il suo Maestro ha trovato il covo dei Separatisti su Geonosis e gli chiede di ritrasmettere il messaggio alla Casa Degli Anziani nel Tempio Jedi a Coruscant; ma durante la registrazione viene attaccato e presumibilmente catturato. Ancora una volta i sentimenti di Padmè la spingono a mettere da parte la sicurezza personale per aiutare Anakin a tentare il salvataggio di Kenobi. Ella dunque lo accompagnerà su Geonosis, dove ritiene di poter anche trovare una soluzione diplomatica alla chiusura del conflitto coi Separatisti. Sfortunatamente la Senatrice finirà dritta nelle mani dei suoi attentatori Neimoidian capitanati dal Conte Dooku, e verrà condannata a morire nell’arena assieme ai due Jedi che avrebbero dovuto proteggerla. Ci vorrà l’intervento di una guarnigione di Jedi agli ordini di Mace Windu e l’arrivo risolutore dell’esercito di Cloni agli ordini di Yoda per salvare i tre prigionieri ed assestare un duro colpo ai Separatisti. Ma l’Happy End apparente nasconde trionfi occulti. Sfuggito alla cattura su Geonosis, Dooku rientra a Coruscant annunciando soddisfatto a Darth Sidious che la guerra è cominciata. E mentre Yoda rimprovera se’ stesso e l’Ordine Jedi per non aver saputo scongiurare l’inizio delle Guerre dei Cloni, Anakin scorta Padmè Amidala su Naboo e la sposa in una cerimonia segreta davanti ai droidi R2-D2 e C-3PO tirati a lucido per l’occasione. Se un punto debole si deve trovare a questo film, ritengo che esso stia nella cancellazione delle scene politiche di Amidala tanto in Senato ( subito dopo il primo attentato) quanto a Geonosis ( il suo tentativo di mediare il rilascio di Kenobi ); nella inaccettabile inconsapevolezza del Consiglio Jedi di fronte alla pericolosa separazione di Anakin dal suo Maestro; e soprattutto nel l’accettazione scatola chiusa di un esercito di cloni apparso praticamente dal nulla. Nel mio sogno di dirigerlo sarebbe compreso un confronto a quattr’occhi con Lucas per tentare di rimediare a queste piccole pecche.
Episode III “La Vendetta Dei Sith” (2005) di George Lucas. È la storia della discesa agli inferi di Anakin Skywalker. Tutto ciò che è stato narrato da Episode I in poi è servito a costruire questo momento; tutto quanto verrà mostrato nel film sarà il canto del cigno di un eroe che, ingannato, volontariamente rinnegherà ciò per cui ha lottato; libertà, lealtà, giustizia. Tutto sarà sacrificato al suo bisogno di controllo per impedire a chi ama di morire e morire dentro a sua volta diventando l’abominio che causerà la corruzione di ogni speranza nella galassia. La guerra coi Separatisti è giunta fino a Coruscant, nei cui cieli si lotta contro le armate del Generale Grievous, che ha rapito il cancelliere Palpatine per conto di Dooku. Affrontato dai Jedi Obi-Wan Kenobi ed Anakin Skywalker davanti al Cancelliere prigioniero, il Conte mette fuori combattimento Kenobi ma non la spunta contro Skywalker; che lo batte in duello mozzandogli le mani e viene istigato da Palpatine ad ucciderlo. Anakin obbedisce, sapendo di aver compiuto un atto che va contro gli insegnamenti Jedi. Ma le lusinghe del Cancelliere suo grande amico e mentore sono per lui importantissime; porta in salvo Palpatine e Kenobi scegliendo consapevolmente di tacere l’accaduto al suo Maestro. La discesa agi inferi di Anakin comincia esattamente da qui, e continua al rientro su Coruscant, dove una preoccupata Padmè lo abbraccia nell’ombra, quasi suggerendo un cattivo presagio, e gli annuncia di aspettare un bImbo. La gioia di Anakin è palese, ma il suo matrimonio segreto rende tutto complicato; in più c’è la preoccupazione dei Jedi per i poteri che Palpatine ha accentrato su di se’ negli anni della crisi e che malgrado la sconfitta di Grievous non accenna ancora a rimettere nelle mani del Senato. La speranza è che questo avvenga non appena Grievous verra catturato; ma nel frattempo parte l’azione di diffidente monitoraggio intrapresa da Palpatine contro i Jedi. Il Cancelliere nomina Anakin suo osservatore e lo impone in seno al Consiglio Jedi;
I Jedi a loro volta chiedono ad Anakin tramite Kenobi di riferire i movimenti politicamente rilevanti di Palpatine. Messo in mezzo, Skywalker si sente stritolare. In più sono ripresi i sogni angoscianti che stavolta gli mostrano Padmè morire di parto. Il giovane si rivolge a Yoda per chiedere che lo aiuti a scongiurare le premonizioni, ma il grande Maestro lo invita a distaccarsi dai legami terreni; lasciandolo solo con la sua disperazione. Proprio in questi momenti Palpatine induce Anakin a sospettare della buona fede dei Jedi e gli serve su un piatto d’argento la conquista del Sith Darth Plagueis che riusciva ad impedire ai suoi affetti di morire, ma non riuscì salvare se’ stesso dal suo apprendista. Quando finalmente Grievous viene localizzato su Utapau, Kenobi si congeda dal suo ex allievo; come tutti gli altri Jedi parte col grado di Generale alla testa di una guarnigione di cloni per fermare definitivamente i Separatisti; la sua missione è proprio quella catturare Grievous. È l’ultimo saluto tra i due da amici fraterni. Rimasto solo, in preda alle sue paure, agli incubi su Padmè e alle angosce a causa dell’improvvisa inimicizia tra il Consiglio Jedi e Palpatine, Anakin identifica proprio nel Cancelliere il Sith che i Jedi cercano da anni. O meglio, è il Sith che si manifesta a lui Palpatine tenta di circuirlo, prospettandogli la possibilità attraverso il Lato Oscuro di salvare Padmè, sua moglie. Anakin non cede; anzi si affretta al Tempio Jedi denunciando il Cancelliere davanti al Maestro Windu; obbedisce quando Mace gli ordina di non seguirlo nella missione che immediatamente il Jedi si appresta a compiere per arrestare Palpatine. Ma improvvisamente tutto il veleno fattogli assumere negli anni dal Sith comincia a fare il suo effetto; sulla bilancia la lealtà di Anakin verso i Jedi viene messa in discussione dalle loro presunte debolezze, l’incapacità di comprendere l’amore esclusivo, il possesso esclusivo. L’incapacità di Yoda a comprendere il suo bisogno di aiutare qualcuno che non vuole perdere. Nella sua mente il tarlo di un Sith onnipotente che non pone limiti al suo potere ed impedisce a chi ama di morire comincia a scavare cunicoli moralmente devianti. Improvvisamente comprende che la vita di Padmè gli è più preziosa della Repubblica e della galassia intera. Vuole che lei viva, ed è pronto a sacrificare qualunque cosa per lei e suo figlio. Anakin prende questa decisione tra le lacrime, improvvisamente consapevole che il Potere di salvare Padmè e dominare la galassia dopo aver tolto di mezzo Palpatine vale il prezzo della sua corruzione al Lato Oscuro. Per questo disobbedisce a Windu e lo raggiunge nell’ufficio di Palpatine al Senato, impedendogli fisicamente di ucciderlo; perché ad Anakin quel Sith serve vivo, o non potrà carpirgli i segreti del Lato Oscuro. Fatalmente il suo intervento permette a Palpatine di uccidere Windu a tradimento. Trasfigurato dalla lotta il Signore Oscuro Darth Sidious mostra al giovane il suo volto mostruoso; ed Anakin, sconvolto da quanto facilmente l’oscurità lo ha avvolto, s’inginocchia riconoscendo nel Sith il suo Maestro. Il giovane uomo rinasce per mano di Sidious come Darth Fener. Sotto questo nome accetta di compiere il massacro al Tempio Jedi e a Mustafar, mentendo a Padmè sul tradimento dei Jedi verso Palpatine proprio mentre il Sith lancia l’Ordine 66 con cui i cloni attuano lo sterminio di tutti i Jedi. All’alba di un giorno oscuro per la democrazia l’epurazione è compiuta. La Repubblica muore davanti agli applausi scroscianti dei Delegati nella sede del Senato: che ne avalla la trasformazione in Impero voluta da uno sfigurato Palpatine, e accoglie la sua condanna di morte contro i Jedi colpevoli di tradimento. Si salvano dall’epurazione solo Kenobi e Yoda, che trovano rifugio a bordo della Tantive IV: la nave diplomatica del Senatore Baill Organa. Per i due Jedi è giunto il tempo della resa dei conti coi Sith. Ma il dolore per la perdita totale dell’Ordine è troppo grande, e Yoda fallisce nel compito di uccidere Sidious. Kenobi trova Anakin seguendo Padmè. La Senatrice viene respinta dal marito a Mustafar, quando cerca di ricondurlo alla ragione, e subisce da lui il soffocamento Sith che la lascia priva di sensi ma viva. Davanti a tanta malvagità Obi-Wan non può più esitare. Affronta Anakin in un duello drammatico e devastante; le loro forze si equivalgono; e malgrado la potenza nella Forza sia favorevole al Sith, la calma imperturbabile di Kenobi ha la meglio sulla furia irabonda del potentissimo Prescelto. In un fine duello che ricorda nell’impostazione quello vinto contro Darth Maul di Episode I, Kenobi mutila di entrambe le gambe e un braccio il suo antico allievo; ma non ha il coraggio di ucciderlo, e dunque lo lascia agonizzante sulla riva di un fiume di lava nella speranza che l’amico fraterno ritrovi in punto di morte la ragione. Porta via con se’ soltanto la spadalaser di Anakin, in ricordo di un’amicizia preziosa e perduta. Sarà Kenobi a prendersi cura di Padmè, devastata dal dolore e prossima al parto. Il Jedi riparerà a Polis Massa, dove trova ad attenderlo Yoda e Organa; e dove Padmè da alla luce due gemelli, maschio e femmina, morendo subito dopo aver imposto loro i nomi che ritroveremo in Episode IV; mentre a Coruscant Anakin rinasce nella maschera terrificante di Fener. Il film si chiude su un finale multiplo: lo straziante funerale di Padmè a Naboo, Fener che prende il suo posto al fianco dell’Imperatore e i neonati che raggiungono le loro famiglie adottive ad Alderaan e a Tatooine… suggerendo che la speranza non è morta. La regia di questo film è perfetta. Lucas rivela la parte più oscura di se’ e commuove il mondo con una tragedia devastante, per quanto annunciata. È un’opera che richiede grande maturità in chi dirige; e da regista proverei a convincere Lucas a lasciarmi presentare il film completo di tutte le scene tagliate che riguardano l’adesione clandestina di Amidala al Movimento della nascente Alleanza Ribelle. Inoltre sconsiglierei di rivelare il nome dei gemelli, per non rovinare la sorpresa a chi vedrà La Saga per la prima volta e in ordine cronologico. Lo so che è chiedere troppo, ma un tentativo lo farei.
- 2) MATRIX: dei fratelli Wachowski. • “MATRIX” (1999). L’originalissima saga di Neo, esperto haker ed informatico che sceglie di visitare la tana del bianconiglio e scopre che la vita umana è una finzione creata da MATRIX, l’Entità Informatica che si è impossessata del nostro pianeta riducendo gli umani a semplici pile, porta una nuova rivoluzione nel modo di concepire i film con trama di genere informatica. Innovativo e perfetto. • Il seguito, caotico ma emozionante, è “MATRIX RELODED” (2003), film in cui si delineano le mille sfaccettature della Macchina MATRIX e i suoi metodi incredibilmente umani di gestione dei programmi ad essa sottomessi o ribelli. Spicca tra tutti Il Merovingio: programma in stile Padrino a cui si accompagna la nostra Monica Bellucci fatalmente colpita da improvvisa fascinazione per il bel Neo e lo aiuterà in cambio di un bacio a sottrarre al Merovingio colui che detiene la custodia delle chiavi della memoria più segreta di MATRIX. Perennemente inseguito da in sempre più frustrato Agente Smith, Neo aprirà le porte che gli faranno scoprire il suo destino in MATRIX: causare l’ennesima distruzione di Zion, l’ultima roccaforte umana a cui MATRIX permette di esistere avendo cura di epurarla quando la ribellione alle macchine si fa troppo aggressiva. Con queste informazioni in suo possesso, Neo torna a Zion deciso ad organizzare la rivolta definitiva contro le macchine, ma mentre respinge gli inseguitori crolla su se stesso e non riprende conoscenza. I ribelli si ritirano inseguiti dalle sentinelle di MATRIX. I fratelli Wachowski generano un bel po’ di caos; ma è divertente e lo dirigerei con entusiasmo. MATRIX REVOLUTIONS (2003): Premesso che ritengo sia un delitto tenere Neo cosi a lungo frustrato e immobile sul binario senza uscita ne’ entrata di una metropolitana fittizia in cui lo ha confinato il Merovingio, REVOLUTIONS è un epilogo diversamente perfetto per l’epopea di Neo. Si perde spesso in teorie filosofiche tediose e soffre di un eccesso di combattimenti ( anche cruenti) che denota una certa mancanza di idee per la conclusione della trilogia. Alla fine Neo porta equilibrio tra umani e macchine tornando ad occupare il suo posto in MATRIX. In vista di una nuova guerra ?Dirigerei il film solo se potessi renderlo più accattivante.
- 3) IL SIGNORE DEGLI ANELLI: la trasposizione cinematografica del romanzo di Tolkien. La trilogia di Peter Jackson narra il viaggio dello Hobbit Frodo verso il Monte Fato, nella cui lava deve gettare L’Unico Anello dotato di poteri maligni, affinché venga distrutto. Meravigliosamente poetico il primo film “La Compagnia Dell’Anello” (2001), avvincente il secondo “Le Due Torri” (2002), estremamente cupo e virile il terzo “Il Ritorno Del Re” (2003) La Trilogia soffre di un’imbarazzante assenza femminile, specialmente in “Il Ritorno Del Re” dove Eowin combatte per metà film in un’armatura maschile. Ecco perché ritengo che proprio in questo film le presenza sofisticate di Galadriel ed Arwen avrebbero giovato non poco, è da regista mi sarei assicurata di dare al film questa gentile sfumatura di rosa.
- 4) I PIRATI DEI CARAIBI: di Gore Verbinsky. Come non desiderare di poter dirigere una trilogia così ? Sprizza praticamente allegria da tutti i pori la storia del pirata Jack Sparrow, maldestro imbroglione con un debole non corrisposto per Elizabeth Swann, alla quale però antepone sempre la caccia a tesori e manufatti dotati di poteri ultraterreni e il comando della Perla Nera. Spassosissimi i raggiri di Sparrow ai danni del nemico di turno e anche di ciurma ed amici fidati. Per quanto riguarda “Ai Confini Del Mare”: simpatici i duetti con Barbossa e la Cruz, ma tutto il resto non va. Riscriverei il film.
- 5) INDIANA JONES: di Steven Spielberg. Difficilmente riuscirei a fare meglio di questo Genio della macchina da presa. È in assoluto il mio regista preferito. Adoro il suo modo di raccontare il film, quei movimenti di macchina che non hanno eguali al mondo e che avrei amato trovare anche solo come cameo in tutti gli episodi di STAR WARS. Affascinante. Le avventure dell’archeologo Hanry “Indiana” Jones, timido professore universitario ed affascinante avventuriero a caccia di tesori perduti nella notte dei tempi, dall’etica professionale integerrima e l’aplomb da sciupafemmine maldestro che fa tanto 007, nascono dalla collaborazione di Spielberg col Genio creativo di George Lucas, e cavalcano il successo personale ottenuto proprio in quegli anni da Harrison Ford in STAR WARS. Grandioso “I Predatori Dell’Arca Perduta” (1981), cupo “Il Tempio Maledetto” (1883), geniale e spassosissimo “L’Ultima Crociata” (1989) con un esilarante Sean Connety, banale “Il Regno Del Teschio Di Cristallo”, la serie di film su Indiana Jones è puro divertimento ma non è esente da difetti che andrebbero smussati. Se solo avessi potuto fare una chiacchierata con Spielberg a proposito del del Tempio Maledetto e del Teschio di Cristallo.
- 0 ) MENZIONE SPECIALE per “Via Col Vento” (1939): di Victor Fleming, George Cukor, Sam Wood; tratto dal romanzo omonimo di Margaret Mitchell, vincitore del Premio Pulitzer nel 1937. Film drammatico la cui ambientazione illustra come in un affresco il periodo storico a cavallo della grande Guerra di Seccessione americana, “Via Col Vento” è il kolossal a cui spetta il titolo di Primo Successo Planetario nella storia del cinema. 240 minuti di emozioni forti e contrastanti in cui si narra della capricciosa, testarda e coraggiosa Rossella O’Hara: infatuata dell’insipido Ashley ma innamorata contro la propria volontà dell’avventuriero Rhet Butler. La loro storia d’amore iniziata all’alba della guerra tra nordisti e sudisti terrà banco con risvolti tanto comici quanto appassionanti fino alla fine del conflitto, evolvendosi in un matrimonio ostentatamente ricco per poi spezzarsi drammaticamente in seguito alla morte dell’unica piccola figlia nata dal loro appassionato amore. Nel bene e nel male “Via Col Vento” influenzerà il cinema del suo tempo, che vedrà un fiorire improvviso di giovani eroine del Sud più o meno civettuole e capricciose, ma ben lontane dalla forza inarrestabile di Rossella. Inaspettatamente l’influenza di “Via Col Vento” attraverserà la seconda Guerra Mondiale e i movimenti di contestazione giovanile del 1968 per giungere a noi attraverso un giovane regista e sceneggiatore che tra il 1977 e il 1981 consegnerà al monto la più straordinaria epopea stellare mai vista su uno schermo cinematografico. Il regista è George Lucas, l’epopea è quella di STAR WARS. Tracce di “Via Col Vento” sono sparse ovunque in questi film: la ribellione e la fuga sullo sfondo di una guerra fratricida, la coraggiosa eroina leader di una compagnia di combattenti che s’innamora dell’affascinante avventuriero e lo respinge; impossibile non riconoscere nello sbocciare dell’amore litigioso tra Leia Organa e Han Solo il vivace gioco di attrarsi e respingersi che nel 1939 accese la passione tra Rossella O’Hara e Rhet Butler, e fece innamorare il mondo di “Via Col Vento’. Grandiosa la prima parte del film, più opaca la seconda ed opprimente la seconda parte. Veramente indigesta la sequenza in cui Rossella, sommersa dalle tasse su Tara nel periodo del post conflitto, cerca Ashley nella legnaia e lo supplica di fuggire con lei dichiarandogli apertamente il suo amore, identificandola palesemente come sgualdrina. Da regista sento che non avrei mai potuto fare a Rossella un torto simile. Inarrivabile resta la sarcastica proposta di matrimonio fatta da Rhet a Rossella subito dopo la di lei seconda vedovanza. Capolavoro.
Maria Pia Leone