Tanto tempo fa, lontano lontano, una giovane principessa cadde tra le grinfie di un uomo molto cattivo ed aveva un disperato bisogno di essere salvata. Inviò così un messaggio di aiuto e, dopo svariate vicissitudini, tale messaggio giunse ad un giovane ragazzo che poco sapeva del mondo ed ignorava le proprie origini. Il destino lo portò da un vecchio, un uomo molto saggio con un misterioso passato alle spalle, il quale rivelò al ragazzo la straordinarietà delle sue origini e gli diede in dono un oggetto molto speciale, un’arma che egli avrebbe potuto maneggiare solo apprendendo le vie di un sapere passato e quasi dimenticato da molti. L’uomo si offrì per fare da mentore al giovane ed insieme ad un fuorilegge essi corsero in aiuto della principessa, rinchiusa in una fortezza terrificante ed in apparenza inespugnabile. Il salvataggio avvenne con successo ma il mentore si sacrificò per tutti, permettendo ai nostri di scappare e di organizzare una spedizione contro la fortezza del cattivo della situazione. Alla fine dell’avventura il giovane ragazzo, imparando ad usare quel sapere magico e guidato dallo spirito del suo mentore, divenne l’eroe della situazione, sconfiggendo i cattivi ed entrando così nel mondo degli adulti.
Quando l’allora Guerre Stellari uscì nelle sale cinematografiche di tutto il mondo in pochi riuscirono a vedere in esso la più classica delle fiabe, oltre gli spettacolari inseguimenti tra le stelle, oltre i soldati imperiali ed il coraggio dei nostri eroi. Eppure, nei suoi tratti essenziali, Star Wars ricalca la trama di questo celebre genere letterario fin nei minimi dettagli.
La genialità di George Lucas sta nell’aver trasposto le sue caratteristiche non tanto in un Paese di fantasia, quanto piuttosto in una galassia lontana, allargando a dismisura il campo d’azione dei personaggi.
Attenzione, però, a non cadere nel tranello che ha ingannato molti: Star Wars non è niente affatto qualcosa di semplice e riservato a chi non abbia voglia di un film impegnato. Riprova è il fatto che esso è stato uno spartiacque nella storia del cinema e che da allora le sue citazioni, nel grande e nel piccolo schermo, sono state incalcolabili. Pur adottando uno schema di narrazione classico, il mondo di Star Wars è un intero mondo inventato, complesso, particolare e incredibilmente sfaccettato: in sostanza a tutto tondo.
La fiaba ed i suoi personaggi:
Luke Skywalker, giovane ingenuo di un pianeta di periferia, sogna da sempre qualcosa di più grande, fino a quando non gli si presenta l’occasione. E’ il protagonista della nostra storia e, come spesso accade nella fiaba, il punto da cui parte è un mondo semplice, che ancora non lo ha messo dinanzi alle difficoltà della vita: è il mondo dell’infanzia, racchiuso nella sfera protettiva dei suoi zii. Quando si allontana alla ricerca di R2 (o C1 nell’adattamento italiano) fa il primo passo in autonomia, che va inteso sia in senso fisico che metaforico: sta iniziando a crescere, si sta preparando il suo distacco dall’ambiente famigliare, che avverrà in seguito alla morte tragica dei Lars. Il secondo grande balzo lo fa quando lascia il suo pianeta “natale” (le virgolette sono d’obbligo per chi conosce tutta l’esalogia): dalla piccola realtà del suo deserto al salto nella galassia. Il terzo e definitivo passaggio (bravo, Lucas, anche la numerologia hai rispettato nella sua canonicità! Le prove, in tutte le fiabe, sono sempre tre) è quello tragico e non voluto: la morte del suo mentore, Obi-Wan Kenobi. Morte necessaria, affinché il giovane sia definitivamente autonomo ed in grado di diventare un eroe.
Obi-Wan Kenobi: il saggio che forma il protagonista e che lo porta a conoscere una realtà più grande e complessa di quella apparente. Ha anche la tipica barba bianca del mentore, in apparenza vecchio ed innocuo, ma dotato di grandi e misteriosi poteri e la sua figura s’inserisce pienamente tra le altre sue simili, cinematograficamente parlando: Gandalf, Silente, il Merlino de La Spada nella Roccia… e gli esempi potrebbero continuare.
(Obi-Wan Kenobi, Gandalf, Silente, Merlino: chi vorreste come vostro mentore in un’avventura?)
Obi-Wan è depositario di un sapere quasi magico ed anche ora lo schema della fiaba è rispettato, solo che Lucas qui dimostra tutto il suo genio introducendo qualcosa di storicamente antico ed al tempo stesso completamente rinnovato da diventare Mito: la Forza, i Cavalieri Jedi e la Lightsaber. Ne parlerò tra non molto, per ora concentriamoci sull’oggetto magico, la lightsaber o spada laser nell’adattamento italiano. Essa è quel qualcosa che fa la differenza e rende speciale chi la possiede e sa farne uso.
Il donare a Luke la lighsaber del padre è un’investitura a tutti gli effetti, è promessa di un futuro particolare precluso ai più.
Obi-Wan racconta, insegna non solo a parole ma soprattutto con le sue azioni ed alla fine, con uno sguardo di speranza verso il giovane di cui si è preso carico, si lascia annientare, consapevole che quella apparente sconfitta sarà la molla necessaria per aiutare il ragazzo a crescere.
Leia: principessa per rango, ma non certo nei modi, è l’anti-Mary Sue per eccellenza, creata da Lucas per svincolarsi del tutto dallo stereotipo delle principesse degli anni ’70. Necessita di essere salvata, ma dimostra anche nel pericolo estremo di saper badare a se stessa e di saper proteggere la causa per cui combatte. Risponde a tono a Tarkin e Darth Vader, resiste tenacemente contro la terribile sonda mentale e perfino quando il suo pianeta, Alderaan, viene distrutto, ha l’acume necessario per proteggere i ribelli, dando false informazioni.
C’è un passo del libro, scritto da George Lucas e basato sulla sceneggiatura del film, che rende perfettamente l’epicità di questa figura: per evitare (purtroppo inutilmente) la tragedia della distruzione di Alderaan, Leia rivela dati inesatti sulla collocazione dei ribelli, ma arriva il momento in cui gli ufficiali mettono al corrente i nostri cattivi. Ed ecco che all’improvviso:
“Nessuno vide il sorriso dietro la maschera di Vader”.
E’ un complimento, un’attestazione di grandezza, che purtroppo sul grande schermo non si è potuta vedere, ma che nel testo scritto è evidente. Perfino il suo antagonista le concede l’elogio della grandezza, seppur nel privato della propria maschera.
L’essere liberata dai buoni non la relega a personaggio secondario, ma le dà l’occasione per dimostrare il suo spirito di intraprendenza.
Con il personaggio della principessa Lucas ha saputo giocare sugli stereotipi più che con ogni altro, mostrando al mondo come ispirarsi e saper creare qualcosa di completamente nuovo, cosa che non tutti i registi sanno fare, sia nel grande che nel piccolo schermo.
Darth Vader, il nemico.
Nella fiaba sarebbe il cattivo che alla fine viene punito o ucciso per le sue azioni malvage, ma anche qui, come per la principessa, Lucas si ispira e si rinnova completamente.
Vero protagonista dell’intera saga (ma il pubblico ancora non poteva saperlo), anch’egli è detentore della Forza, come Obi-Wan. Quando maestro ed allievo combattono sembra di assistere al classico scontro tra bene e male tipico del momento clou delle fiabe, invece qui siamo solo al punto di partenza, perché il vero scontro sarà più tardi, tra le stelle, tra lui e Luke.
Tra i due sarà un incontro a distanza, ma soprattutto sarà un incredibile distacco dallo schema della fiaba per gettare le basi dello sviluppo futuro di questo personaggio: Vader non riesce ad uccidere Luke, esita. Lo insegue, mettendolo in seria difficoltà e creando la giusta suspance, ma al momento decisivo il solito cattivo che cerca di fare fuori l’eroe non c’è. Troviamo invece qualcosa di inaspettato: l’ammirazione nei confronti del ragazzo e della presenza della Forza in lui. Una virata di incredibile potenza, uno spiraglio di luce tra le ombre di Vader che non tutti gli spettatori hanno saputo cogliere (ma Luke sì e saprà ricordare a Vader questo episodio al momento giusto).
Questi i personaggi principali, la fiaba antica trasposta in chiave moderna e… stellare.
Il Mito: Forza, Cavalieri Jedi e Lightsaber.
Quando negli anni ’70 il pubblico sentì nominare la Forza, un’energia che permea tutto ciò che ci circonda e che permette cose apparentemente impossibili, ai più sembrò di sentire un concetto vecchio eppure completamente rinnovato nei suoi aspetti.
La Forza è una via di mezzo tra religione e filosofia. Non fu un’invenzione di sana pianta: Lucas ha attinto a piene mani dalla storia dell’Oriente e dell’Occidente, ma ha saputo mescolarle in maniera tale da creare un’idea unica. Quali siano le fonti da cui egli si è ispirato lo vedremo in modo più dettagliato nei prossimi articoli, quando ci saremo inoltrati abbastanza nell’esalogia da conoscere meglio i detentori di tale potere, cioè i Jedi.
Quel che è certo è che essa viene usata sia nel bene che nel male. Lucas è un genio anche e soprattutto negli accostamenti e ci mostra, in due sequenze poco distanti l’una dall’altra, cosa è possibile farci. Se Obi-Wan Kenobi la usa per manipolare la mente del soldato imperiale e per un fine nobile, Darth Vader non si farà scrupolo a ricorrere ad essa per prevaricare chi non è d’accordo con lui, fino a rasentare l’uccisione del suo sottoposto. Per lo spettatore disattento questi possono sembrare solo passaggi volti ad accrescere la tensione e lo spettacolo durante il film, ma per chi presta attenzione il messaggio è chiaro ed evidente: la Forza non è una magia che viene in aiuto dei buoni di turno, è qualcosa di più potente capace di aiutare o annientare, a seconda delle intenzioni. In questo primo film che apre la strada all’esalogia Lucas ci mostra già dove portano le scelte personali dei personaggi e le loro conseguenze, donando qualcosa di più profondo alla trama e che rende la saga di Star Wars una narrazione a tutto tondo.
Lo stesso si può dire per la Lightsaber. Arma nobile, oggetto che appartiene a chi sa fare uso della Forza, la possiedono sia Obi-Wan che Darth Vader, due facce della stessa medaglia.
“Lama di luce”, questo il significato del nome originale, è l’arma incredibile destinata a pochi eletti. Il doppiaggio italiano fece come poté con il termine “spada laser” e fece comunque bene, perché di fatto quell’arma era una spada a tutti gli effetti, nel disegno e nell’uso.
Ed ancora ecco la genialità di Lucas.
Attinse nuovamente da miti ed antiche credenze e li fece diventare qualcosa di sorprendentemente nuovo ed originale, donando loro quell’alone di mistero necessario.
Dalla Excalibur di re Artù, alla Durlindana di Orlando, alle katane dei samurai, la spada è l’arma simbolo di cavalieri coraggiosi. Diversamente da altre armi essa prevede uno scontro diretto con l’avversario, in cui abilità, forza ed astuzia devono essere mescolate insieme per la riuscita di uno scontro. La lightsaber possiede quell’aura magica delle celebri spade dei cicli medievali ed al tempo stesso è molto più simile nell’uso e nell’impugnatura alle katane, piuttosto che alle grandi e pesanti armi europee; di contro, è differente dalle prime perché non è un oggetto “fatato” che viene donato, ma è qualcosa che appartiene strettamente al jedi che la costruisce, legata all’identità del suo proprietario e quindi speciale. Questo tuttavia è un concetto che scopriremo solamente più avanti nella vecchia trilogia, per ora qui abbiamo il timore reverenziale di Luke nello stringere tra le mani un’arma mistica e preziosa anche perché appartenuta ad un padre che non ha mai conosciuto: come detto sopra, in questo caso è un dono che è un’investitura, ma non è l’arma risolutiva del nostro eroe e lo si vedrà sia qui che in Episodio VI. Il vero cavaliere jedi sa far uso anche di altre abilità. Non è l’arma che fa il Cavaliere, ma è l’esatto contrario: la lightsaber è speciale perché lo è il suo detentore (siamo agli antipodi del mondo magico, in cui “è la bacchetta che sceglie il mago”).
Come combattono i Cavalieri Jedi lo vediamo nello scontro tra Obi-Wan e Darth Vader. Per chi, come me, ama moltissimo tutta l’esalogia e si è commossa durante i prequel, l’incontro tra il vecchio jedi ed il malvagio dalla maschera nera è sempre un tuffo al cuore. Pur non essendo il massimo come combattimento (ammettiamolo, in quanto a tecnica lascia parecchio a desiderare, soprattutto alla luce degli episodi successivi) è comunque uno scontro epico che ha fatto storia e che fa comprendere l’incredibilità che circonda chi dispone della Forza.
Fiaba, mitologia, religione, e poi combattimenti, inseguimenti tra le stelle, salvataggi. Tutta l’esalogia è racchiusa qui, ha in questo film il suo punto di partenza ed il suo immenso potenziale da sviluppare.
Star Wars, Episodio IV: è l’alba di un nuovo mito nella storia del cinema.