Questa settimana abbiamo fatto quattro chiacchiere con quei geniacci di Taffo Funeral Services, artefici di un’incredibile campagna pubblicitaria, che ci permette di ridere anche della morte.
1- Chi ha avuto l’idea geniale di questa geniale campagna pubblicitaria?
In realtà debbo ammettere che non l’abbiamo ideata noi.
Non abbiamo iniziato noi questo tipo di comunicazione ma era già stata fatta nel 2012 sulla cartellonistica sempre da parte di Taffo.
E’ partito tutto sui cartelloni per Roma e successivamente, dall’anno scorso, l’abbiamo portata sui social network.
2- Una bella idea comunque. Avete avuto di riscontri positivi, se sì quanti, se si può sapere…
Allora a livello di social i riscontri li abbiamo come numeri ogni volta che mettiamo un post chiaramente.
A livello di visibilità, attraverso i like, commenti e recensioni. E’ molto di impatto. Come numerico. Poi il riscontro si vede anche quando le persone ci chiamano per i servizi perché beh non è una cosa immediata chiaramente.
L’importante, per ora, è far girare il nome dell’azienda. Si tratta di pubblicità chiamata branding ovvero fa ricordare il nome quando poi all’occorrenza ce ne sarà bisogno.
Speriamo il più tardi possibile, insomma.
3-Sappiamo che avete un rivale omonimo. Come vi relazionate con loro?
In realtà non è proprio un rivale perché sono parte della stessa famiglia però sono due aziende diverse. Perché prima era solo un’azienda. Poi si sono separati.
Questo tipo di campagna però l’ha ideata la Taffo di Roma che poi quando parliamo di Taffo di Roma è riduttivo perché hanno varie sedi anche a Nettuno, Anzio, Latina e in Abruzzo stesso. Quindi sì in Abruzzo sì sono rivali ma l’azienda principale, la Taffo Funeral Service, ha quella di Roma. E l’idea è stata di Taffo Roma o meglio della ditta pubblicitaria iniziale che ha curato la campagna per Taffo e poi l’abbiamo ripresa con la nostra agenzia e l’abbiamo usata sui social che hanno un diverso tipo di linguaggio. E quindi abbiamo adattato, di volta in volta, quel tipo di ironia a quella dei social.
4- In qualche modo ha risposto alla domanda successiva. Allora la crisi finanziaria ha colpito tutti, lo sappiamo. Questo ha determinato un nuovo modo di fare pubblicità, secondo voi?
Diciamo che non è stato causato dalla crisi l’idea di fare questo tipo di pubblicità.
E’ stato più un modo per differenziarsi dalla concorrenza, dove è molto piatto, in questo settore, il livello pubblicitario. E quindi per differenziarci ci hanno fatto questo tipo di comunicazione, che poi non si limita alla cartellonistica o ai social ma arriva anche ad altre ale pubblicitarie, ad esempio gli eventi e ai direct marketing. E quindi regaliamo dei gadget a chi collabora con noi sui social. Insomma facciamo varie cose.
5-Qualcuno si è mai lamentato faccia a faccia o anche sui social?
Lamentato sui social per questo tipo di comunicazione sì.
Qualche commento, sicuramente, c’è sempre.
C’è anche chi non apprezza.
Però è anche vero che far contenti tutti è difficilissimo in qualsiasi tipo di azienda, quindi tanto vale far contentissimi alcuni e purtroppo far scontenti altri.
In questo modo ti fai una fetta di pubblico che è iperfidelizzata e se anche due o tre non apprezzano non c’è problema.
6- Sono d’accordo con voi. Anche noi è successo di ricevere commenti un po’ surreali. Lasciamo stare. Questa è una domanda un po’ strana.
Se doveste dedicare una campagna ai vostri rivali omonimi come la fareste?
Spesso ci confondono. Ma temo che di base sarebbe stupido dire che siamo meglio noi.
Andiamo al di fuori.
7- Come voi, altri imprenditore del settore, ne fanno un grande uso di ironia, la percezione del trapasso si affievolisce e perde la sua drammaticità.
Come vivete questo grande successo mediatico? Bene? Male?
E’ un successo “ricercato” e quando finiamo sui giornali, per interviste, è dato dal fatto che i post diventano virali. E quindi diventano parte del trending del giorno.
Anche perché quando facciamo instant marketing parliamo proprio dell’argomento del giorno, quelli scottanti che possono essere i vaccini o le giornate mondiali, di fatto diciamo la nostra opinione su questi argomenti. Oggi i social sono fatti apposta per dire la propria opinione e questo funziona anche per le aziende.
8-Se mi ricordo bene voi avete fatto quel post meraviglioso su Abid.
Abbiamo avuto delle reazioni controverse su quel post. Alcuni dicevano che era troppo forte, altri invece hanno apprezzato, in realtà poi abbiamo spiegato in un commento cosa volevamo comunicare con quel post. Non certo auguravamo la morte ma volevamo farlo ragionare su quello che ha detto. Lui si doveva aspettare una risposta alle sue parole in qualche modo altrimenti non le pubblicava su un social network.
9-L’ho detto su facebook ma ci tengo particolarmente a dirlo a voce: vi devo fare i complimenti perché siete tra i pochi che si sono immedesimati nella vittima, che avete dato loro voce. Il fatto di essere chiusi in una bara da vivi è esattamente quello che provano le vittime di questi atti e vi devo davvero ringraziare. E’ quello che molta gente non vuole capire, secondo me.
Molta gente pensava che il nostro messaggio incitasse l’odio contro Abid, contro chiunque, che fosse un messaggio razzista e non era quello che noi volevamo e non abbiamo parlato dello stupro ma solo delle parole. Perché noi non interveniamo quando ci sono delle tragedie.. Non siamo intervenuti nelle ultime alluvioni visto che ci sono stati sei morti. Noi non scherziamo quando ci può essere una reale possibilità di offendere qualcuno. Non siamo entrati nel merito dello stupro ma solo intervenuti sulle parole dette da qualcuno.
10-Nella città di una mia amica sono nate nuove Agenzie insediate in pieno centro, con vetrine accattivanti che solo uno sguardo attento collega alle Onoranze Funebri.
Secondo te è un bene che il dolore, come la gioia, venga sottratto ai pesanti rituali antichi per essere esposto e vissuto in modo più distaccato e organizzato ?
In realtà noi vogliamo comunicare la gioia di vivere dato che la morte fa parte della vita, scherzare su una parte della vita pensiamo che sia buono ad ottenere un vissuto più rilassato nel vivere la vita. Se gli altri fanno lo stesso percorso bisogna vedere a) come lo fanno e b) se gli porta del vantaggio. E questo modo di comunicare, con l’ironia, si può adattare in qualsiasi ambito e non solo in quello funebre. Infatti questo tipo di comunicazione la usiamo anche con altre aziende.
11-Oltre che giornalista sono anche scrittrice e penso che, anche nei momenti drammatici, la risata e l’ironia ci vogliano, siano necessari. Se pensiamo anche che ridevano e scherzavano persino i soldati in trincea.
Poi ai funerali è ovvio che non si ride perché il comportamento dell’azienda è iperprofessionale ma poi a livello comunicativo hanno fatto questa scelta. E comunque hanno sempre cercato di fare anche con il logo qualcosa che catturi l’attenzione proprio quando c’è bisogno.
Ogni settimana ci sono persone che ci scrivono sulla pagina di temi anche non centrano con la morte e si è creato una sorta di community.
Se avete bisogno, speriamo il più tardi possibile, li trovate qui:
Domande redatte da Chiara Liberti, Maria Pia Leone, Sara Canini e Silvia Azzaroli.
Disclaimer: tutte le immagini sono prese dalla pagina facebook ufficiale della Taffo Funeral Service.