Anticipiamo subito il giudizio, The strain 4×02: The blood tax è un episodio appena più che sufficiente, certamente inferiore alla premiere di stagione.
Che è successo nell’episodio
Grande spazio agli assenti della scorsa settimana, Gus Elizalde e Dutch. Come al solito chiarisco che questo non è un recap punto per punto, chiaro che le storyline si intrecciano, io per comodità le affronto sempre separatamente.
Dutch non ha perso i contatti con i nostri dopo l’esplosione, ma solo da tre mesi, quindi se non erro sei mesi dopo l’esplosione, era in giro col professore, sono stati arrestati e separati, lei è finita in una fattoria dove fanno figliare le donne che hanno gruppo sanguigno B+ per avere in futuro nuovi donatori del gruppo di cui gli strigoi vanno ghiotti, il Maestro ha davvero pianificato un sistema pensato per durare. Attira l’attenzione (per la capacità di leadership) del collaborazionista che dirige tutta la sanità della Partnership che la vorrebbe come suo tramite con le prigioniere, ma non accetta.
Gus si è dato al mercato nero e razziando un centro della Partnership prima mette in pericolo suo cugino che vi lavora, poi per dare ospitalità al cugino ormai bruciato litiga con il suo socio in affari, il gangster che vendette il Lumen al professore.
Eph in questa puntata da un lato dice a quelli della resistenza che la lotta è vana, dall’altro dimostra loro quanto è più esperto di loro nel combattere, più intelligente, più stratega e miglior conoscitore degli strigoi, tanto che la puntata finisce con la leader della cellula della resistenza che gli dice “ok facciamo a modo tuo”, sottinteso: purché ci guidi.
Recensione
In questo episodio il parallelismo tra le occupazioni (in primis quella nazista) e il nuovo ordine viene esplicitato come mai in precedenza, i riferimenti a quei momenti bui della storia non sono mai mancati e non è casuale che Eichorst sia un (ex)nazista e Setrakian un ebreo sopravvissuto alla shoa, oltre che alla lotta col Maestro il che è ancora più rimarchevole. Non sono antisemita, anzi sono persino moderatamente filo israeliano quindi non ho pregiudizi negativi sulla cosa, ma nemmeno positivi, ne prendo atto, non è che mi entusiasmi, sono neutro al riguardo. Dal punto di vista narrativo questo episodio sembra sia servito più alla descrizione di questo mondo occupato che all’avanzamento della trama, tra la tassa del sangue e la fattoria delle donne e la filosofia di mr. Desai (il capo della sanità) abbiamo un campionario abbastanza didascalico dei comportamenti sotto occupazione, dai collaborazionisti di basso livello a quelli che si raccontano che è il meglio si possa fare per il bene di tutti, a chi resiste, a chi cerca solo di sopravvivere, a chi vive ai margini col mercato nero traendo profitto dalla situazione.
Recensione: cosa non mi è piaciuto dell’episodio
Premetto che la parte di Eph e quella di Dutch non mi sono dispiaciute, ma se un episodio di The Strain finisce facendomi pensare che Eph è stato il più figo (non a caso tutte le foto sono dalla sua storyline tranne una riservata a Dutch che è sempre un bel vedere e una riservate a mr. Desai perchè da fan di The Expanse non potevo non inserire Cas Anvar, inutile dire che lo preferisco nei panni del simpatico pilota marziano Alez Kamal piuttosto che in quelli del collaborazionista, comunque ottimo attore) vuol dire che qualcosa non va.
_ niente Fet e Quinlan, c’è poco da fare non penso di essere il più cerebroleso dei fan che vuole solo personaggi cool ma quei due funzionano, sia per lo humour che per la figaggine, l’altra volta hanno fatto loro l’episodio;
_ quindici minuti circa per sapere che era successo a Dutch, ora ci dovranno mostrare, suppongo, come fuggì il professore, ne farei a meno, a che scopo iniziare nove mesi dopo se poi ci devono fare tutti questi flashback? considerato che è la stagione finale non apprezzo questa struttura narrativa;
_ Gus: come ha detto Setrakian “potrebbe fare molto di più” io vedo un’involuzione pazzesca nel suo personaggio, dopo il rapporto con Angel, avergli dimostrato che tutto sommato forse era degno della sua protetta (ma ve la ricordate la bella ragazza indiana del ristorante?) che cosa fa? si dà al mercato nero, meglio allora fosse fuggito lontano se non se la sentiva di combattere per vendetta, e si che avrebbe da vendicare la madre ed Angel;
_ ci sarebbe un’altra cosa: a proposito di quanto scritto sopra, sulla possibilità di fuggirsene lontano da New York, io mi chiedo: ma quanto è assurda questa situazione in cui New York è il regno del maestro e il resto del mondo non fa niente? come cazzo è possibile che non atomizzino New York incenerendo tutto quanto contiene? ma questa gliela perdono come premessa necessaria alla storia e la ascrivo a richiesta di sospensione dell’incredulità da concedere.
In conclusione come ho detto un episodio un po’ moscio, non pessimo, nemmeno mediocre per me che amo questa serie, ma fra la delusione per la storyline di Gus, il già visto di quella di Dutch, la eccessiva didascalità e quindi prevedibilità del mondo della partnership, devo solo ringraziare che a me Eph tutto sommato non dispiaccia e quindi ho potuto apprezzare la sua parte, so che molti non lo amano, credo che quelli avranno detestato questo episodio.