“Un eroe del nostro tempo”: Il balletto totale al Bolshoi

“Un eroe del nostro tempo”: il balletto totale al Bolshoi

Parla di principesse e soldati, amori e tradimenti, ma decisamente NON è né “Giselle” né “Il Lago dei Cigni”. Il nuovo stile di balletto classico del Teatro Bolshoi di Mosca è piuttosto simile a un’ “opera d’arte totale”, con musicisti e cantanti solisti in scena, e pare stia furoreggiando tra i giovani, almeno con questo titolo “Un eroe del nostro tempo” donato dal teatro più famoso di Russia al popolo di internet in occasione del lockdown Covid.

La versione cinematografica registrata in occasione dello spettacolo del 9 aprile 2017 è stata resa disponibile sul canale youtube del Teatro per poco più di ventiquattr’ore a fine aprile 2020; lo stesso spettacolo passava tre anni fa in diretta in alcuni circuiti di sale cinematografiche che proiettano grandi spettacolo di opera e balletto dai teatri di tutto il mondo.

Si tratta di un balletto in due atti, della durata totale di 165 minuti, con la coreografia di Yuri Possokhov: la trama di “Un eroe del nostro tempo” si ispira all’omonimo romanzo di Mikhail Lermontov, in realtà un insieme di racconti pubblicati separatamente e non in ordine cronologico bensì, spiegano i critici, passando gradualmente dall’esterno all’interno. Cioè l’esistenza sbandata dell’ufficiale Grigory Pechorin viene vista nei primi racconti da un narratore, per poi passare al genere epistolare e al diario.

Tra gli “episodi” della vita di Grigory ne vengono scelti tre: Bela, Taman’, Princess Mary. Da un episodio all’altro cambiano gli amori del bell’ufficiale, ma anche le ambientazioni e i costumi. Le prime due storie compongono il primo atto del balletto; Bela è una selvatica ragazza del Caucaso che Pechorin acquista mediante il baratto di un cavallo, pian piano lei imparerà ad amarlo, ma lui pur amandola non prova che noia; in scena su fondali dalle linee essenziali che vorrebbero suggerire spuntoni rocciosi c’è anche una “sbarra” da danza classica, che sembra suggerire il progressivo “addomesticamento” della ragazza, come pure il gonnellino di tulle che le viene fatto indossare sopra gli abiti barbarici; la storia finisce nel peggiore dei modi, Bela viene rapita da un brigante e ferita a morte, o almeno così è nel romanzo: dalla coreografia si ha quasi l’impressione che Grigory l’abbia abbandonata in mano ai predoni pur di liberarsi di lei.

Il secondo episodio è ambientato a Taman’ , altra scenografia molto lineare con impalcature metalliche, macchinari, e barche su cui il soldato si abbandona alla passione con la contrabbandiera senza nome soprannominata Undine. Impressionante la vecchia grassa e sformata, quasi mostruosa, che si apre lasciando uscire un ballerino, poi sostituito da un compagno per dar movimento a questo personaggio molto cinematografico, da “grande madre Russia”.

Il terzo episodio occupa tutto il secondo atto, l’ambientazione è molto diversa, siamo all’interno di un edificio simile a una palestra, con porte, scale, e tutta una serie di macchinari per allenamento fisico che vengono effettivamente utilizzati da signorine di buona famiglia e soldati; anche qui si ha l’impressione che questo addestramento significhi lo sforzo di adeguarsi alle regole della società, alle convenzioni, ai modelli di una vita arida. Non a caso Vera, antico amore di Grigory, si dibatte costretta tra la “sbarra” (di nuovo) e lo specchio a parete. In scena nei panni di alcuni reduci feriti ci sono anche alcuni membri del Wheelchair Dance Sport Team. In questo scenario Pechorin corteggia la principessina Mary ma riallaccia i rapporti anche con una sua ex ormai sposata, appunto Vera; viene sfidato a duello da un amico e lo uccide. Nel romanzo si tratta inizialmente di un duello-farsa, con proiettili a salve, ma Pechorin fa sostituire i colpi della propria pistola; nel balletto questo aspetto non è chiaro. Si ha tuttavia chiarissima la sensazione di un’esistenza vuota, sempre in viaggio “in missione per lo Stato” ma senza sapersi realmente “stabilire” in un rapporto serio o in qualsiasi altra cosa costruttiva.

 

Una particolarità insolita è che ogni episodio del balletto ha il ‘suo’ Pechorin, tre superbi interpreti che nel finale (dopo il pas-de-trois del terzo Grigory con Vera e Mary) sono in scena contemporaneamente e sembrano intrecciare le loro acrobazie (quello del Bolshoi è da sempre uno stile molto “di potenza”) in un eterno dibattersi senza scopo: il sipario si chiude con i tre che ancora lottano come in un gioco di specchi…

Insolito, trascinante, un po’ lungo ma certo non noioso; se amate il balletto classico ma avete visto e rivisto i grandi titoli, vale la pena di cercare questa realizzazione in dvd o in qualche edizione su internet.

qui il trailer ufficiale.

Interpreti: Olga Smirnova, Svetlana Zakharova, Ekaterina Shipulina, Kristina Kretova, Igor Tsvirko, Ruslan Skvortsov, Artem Ovcharenko. Musica Ilya Demutsky, libretto Kirill Serebrennikov.

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