Wild Witch – Il Mondo Selvatico è un film danese del 2018.
Tratto dalla saga fantasy in sei libri di Lene Kaaberbøl – autrice danese pluripremiata – tradotta in tutto il mondo, Wild Witch (Vildheks), si ispira alla Mitologia Norrena sulla Magia e la Natura.
Diretto da Kaspar Munk, regista danese autore di serie come Chosen, Kamikaze, The Rain, Herrens veje, Tidsrejsen e Limbo.
Attenzione che da qui in avanti ci saranno diversi SPOILER!
Wild Witch ha per protagonista Gerda Lie Kaas, nei panni di Clara, dodicenne che scopre, suo malgrado, di essere la Strega Selvatica Prescelta per proteggere la Natura dalle oscure forze del Male, guidate dalle terribili Bravita Blodsunge – Stemme (Kit Eichler ) e Kimæra (May Lifschitz )
Accanto a Clara, vi sono la madre Mille (Signe Egholm Olsen), strega selvatica anch’essa, che fuggì dalla sua famiglia dopo la morte dell’amata madre.
Ora, vedendo risvegliare i poteri della figlia, chiama la sorella Isa (Sonja Richter), che da anni insegna alle giovani streghe.
Isa abita in una bellissima casetta, immersa nella natura e occupata da diversi animali, tra cui un gufo e un cervo e accoglie con gioia la piccola Clara.
L’adolescente, invece, pur avendo voluto andare lei dalla misteriosa zia, di cui prima non aveva mai sentito parlare, è spaventata dai propri poteri e vorrebbe solo tornare alla sua vita di prima.
Sarà un sollievo per Clara scopre che la zia Isa ha anche un’altra allieva, Kahla ( Vera Mi Fernandez Bachmann), la quale, a differenza sua, ha accettato con gioia la propria condizione di essere speciale.
Le due ragazzine hanno in comune la passione per la natura e gli insegnanti di zia Isa le aiutano a rispettarla e amarla, senza mai averne paura.
Ad aiutare Clara, vi è anche un misterioso e bellissimo gatto nero, che la giovane ignora essere il suo solitario amico e compagno di scuola Oscar ( Albert Werner Rønhard).
Oscar è il suo amico selvatico…
https://www.youtube.com/watch?v=3g3QO4YaUZM
In apparenza può sembrare una storia non originale visto che vi è la classica battaglia tra bene e male e sicuramente non si può definire un capolavoro.
Tuttavia vi sono svariati motivi per amare Wild Witch.
Il modo elegante e non banale di ispirarsi alle leggende nordiche, dove la magia non è vista come qualcosa di negativo ma dipende sempre dalle nostre scelte e dal modo in cui rispettiamo la Natura e le persone.
Le due ragazzine devono imparare ad accettarsi e amarsi per quello che sono.
Troppo adolescenti non lo fanno e sappiamo come va a finire, purtroppo.
La Natura non è mai usata come un mezzo ma è un Fine, anche se può far paura in alcuni momenti.
Clara e Kahla devono usare la magia non per dominare la Natura ma al contrario per vivere in armonia con essa, diventando tutt’uno con le forze ancestrali che la sorreggono.
L’amore per la Natura attraversa ogni momento della pellicola di Munk, il quale ne mostra lo splendore con inquadrature suggestive.
Dall’alba immersa nel verde alle nebbie ipnotiche, che sanno essere malvagie e amiche, a seconda dei momenti, fino ai boschi e alle distese ghiacciate.
Inoltre a spingere Clara verso la giusta direzione saranno degli esseri legati ai corvi, animali troppo spesso bistrattati e considerati malefici, proprio come i gatti neri.
Segno che la Natura vada amata e rispettata tutta.
Un messaggio importante in anni come questi, in cui la nostra povera Madre Terra viene trattata con poco rispetto e martoriata continuamente, ignorando i continui segnali che ci da, attraverso i cambiamenti climatici.
Sempre Munk sa rendere il film colmo di luce e tenebroso, con inquadrature che a volte rasserenano e a volte mettono paura.
Se volete vedere Wild Witch cliccate qui sotto
E qui sotto trovate la saga letteraria